Il doppio ex Delio Rossi: "Atalanta-Lecce per me è la sfida del cuore. Sarà una bella partita"

Delio Rossi
Delio Rossi
di Antonio IMPERIALE
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Giovedì 28 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 21:20
La sfida di fine 2023 tra Atalanta e Lecce è quasi un derby che ritorna per Delio Rossi, il 63enne tecnico romagnolo. Accadde tutto nei primi anni Duemila. Dal gennaio del 2002 nel Salento, dall’11 dicembre del 2005 a Bergamo. A Lecce, dove era subentrato a Cavasin, si è misurato prima l’impossibilità di scongiurare la retrocessione; poi, nella stagione successiva, il trionfo della promozione in A e l’anno dopo il decimo posto in classifica. «Con due vittorie da impazzire contro la Juventus in trasferta, e con l’Inter in casa nostra», ama sottolineare. In terra lombarda, dove lo volle Ruggeri al posto di Mandorlini, nella stagione sportiva 2004-2005, finì con una retrocessione amara ma fra gli applausi di stima e di affetto dei tifosi lombardi. Gli volevano un bene dell’animo.
Il buon Delio ricorda quella sera in un ristorante di Milano con i tifosi che contestavano la società che era in riunione e la polizia che lo voleva scortare prudenzialmente... solo che i tifosi, per lui, avevano solo applausi. «Ecco - dice - la gara fra Atalanta e Lecce sarà la gara fra le due tifoserie che mi porto ancora nel cuore. A Bergamo si tifa solo Atalanta e si vive solo per l’Atalanta. Il Lecce è l’orgoglio del Salento, non solo della città, ma di tutta una provincia, un territorio. A Lecce ci arrivai a gennaio, il giorno del mio compleanno. C’erano elementi di grande valore come Giacomazzi, Vugrinec, Vucinic, Konan, Bojinov, e poi Stovini, Tonetto, Piangerelli e tutti gli altri. Era una squadra dalla quale ci si aspettava la partecipazione alle Coppe. Trovai una situazione già compromessa. Dopo la retrocessione inattesa la società fu brava a calmierare gli ingaggi, vivemmo un anno di esperienza in B e ripartimmo dalla serie A, classificandoci al decimo posto. C’era il grande Pantaleo Corvino che sta facendo, con il suo Salento nell’animo, grandi cose». Il 23 gennaio al Via del Mare Bojinov segnò all’Atalanta il gol dell’1-0 giallorosso, lo stesso Bojinov a Bergamo nella prima giornata del campionato aveva segnato con Giacomazzi i gol di un prezioso 2-2 sul campo degli orobici.
Nel prossimo week-end calcistico, Delio Rossi avrà occhi e cuore su Atalanta-Lecce. «Mi è piaciuto il Lecce del Meazza contro l’Inter - dice -. Ma in un certo senso è meglio incontrare l’Inter che non i bergamaschi. Contro l’Atalanta tutto si fa più difficile perché la sua caratteristica è l’imprevedibilità. Puoi trovarti di fronte una squadra capace di rifilarti quattro gol, oppure una squadra che finisce con lo spianarti la via senza volerlo. È una squadra che sfrutta bene l’ampiezza, capace di venire e prenderti alto, molto brava nell’uno contro uno, forse è la squadra più europea di questo campionato, quella che ha più ritmo». Ed il Lecce di Bergamo sarà senza Banda, senza le sue corse, e senza Pongracic, il cuore della difesa. Quanto peseranno queste due assenze? «Pongracic è stato sempre inappuntabile. Ma si sa che bisogna fare i conti con le assenze. Importante sarà il funzionamento degli automatismi che consentiranno al sostituto di fare bene. Il funzionamento corale può agevolare la sostituzione delle assenze. D’Aversa è un bravo allenatore che sa come affrontare le assenze, con la rosa che ha a disposizione». Può diventare cruciale, a questo punto, il ruolo di un giocatore come Sansone, per ammortizzare l’assenza di Banda? «Sansone è un giocatore che vale, ma per caratteristiche soffre il periodo invernale, è uno che dà il meglio di sè all’inizio ed alla fine del campionato, un brevilineo che si esalta nella primavera. Ma il giocatore c’è e si fa sentire. In generale, un campionato ti pone prima o poi i diversi problemi. Il Lecce si muove con le potenzialità di una buona rosa e con la capacità di valorizzare le risorse a disposizione». Piccoli affronterà la sua Atalanta e sulla via del gol il Lecce spera di ritrovare anche Krstovic, che aveva alimentato grandi speranze «Piccoli è il classico giocatore che esce dall’Atalanta, A differenza degli altri, i giovani atalantini sono più inquadrati, più soldati e ce l’hai sempre. Sai cosa ti sta dando. Krstovic viene da un calcio diverso: si è presentato in maniera scintillante in un’altra realtà calcistica come la nostra. Dirà la sua in Italia».
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