Delio Rossi: "Il Lecce è una realtà della serie A. Ramadani degno sostituto di Hjulmand"

Delio Rossi
Delio Rossi
di Antonio IMPERIALE
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Giovedì 12 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:45
La sosta autunnale che profuma d’azzurro, quello di una Nazionale in cerca di se stessa, mette in scena il primo valzer degli esoneri, Addio a Paulo Sousa, il tecnico che aveva portato in A la Salernitana. In partenza, si dice a Napoli, ci sarebbe anche Rudi Garcia, anche se non nell’immediato. Problemi del Sud, verrebbe da dire, problemi campani, di una terra di inquietudini. Dove le attese bruciano il presente.
Delio Rossi a Salerno era un re, o meglio, è stato un cittadino onorario per via di una doppia promozione dalla C alla serie A. Alla vigilia di Lecce-Salernitana ci disse: «Il Lecce è strutturato meglio, ma la Salernitana è una società importante, ha un ottimo allenatore, un grandissimo tifo». Davanti alla notizia del primo divorzio del campionato, resta un po’ sorpreso. «Il problema di fondo è che si teme di rischiare. E nel calcio purtroppo non si vive di riconoscenze. Il linguaggio dei risultati è un linguaggio spietato. A me pare che sia ancora troppo presto per certe decisioni. Ed in un caso come questo più che l’allenatore ne esce sconfitta la società». Salernitana penultima, dopo le prime otto giornate, Cagliari addirittura ultimo, con due soli punti. E sulla panchina sarda c’è anche qui l’allenatore del miracolo promozione, Claudio Ranieri. Una sorta di intreccio che riempie questi giorni di un ottobre che sa un po’ ancora d’estate. «A Cagliari si soffre, ma c’è un profondo rispetto per il personaggio Ranieri, artefice del ritorno nel massimo campionato. Non è stato facile per i sardi andare in A e fare poi le scelte giuste per adeguarvi la squadra. I risultati quasi sempre spingono al cambio, pensando al meglio, ma poi ci si accorge che le soluzioni sono tutte uguali».
In attesa del Napoli che tutti davano come superfavorito, lassù in testa se n’è andato il Milan approfittando di un’Inter battuta dal Sassuolo e ferma sul pari col Bologna. Poi Juve ed una interessante Fiorentina. Le prospettive per la ripresa dopo la pausa? «Bisogna aspettare ancora per capire qualcosa che può segnare il finale della stagione. Di certo è un bel campionato e mi piace vedere in evidenza la provincia, con Frosinone, Monza e Lecce alle spalle delle grandi, davanti a Roma, Bologna, Lazio, Torino. Le provinciali stanno scrivendo pagine molto belle sul piano del gioco e dei risultati». Lecce in condominio al settimo posto. Delio Rossi si porta all’occhiello quel decimo posto finale, dopo un finale irresistibile anche contro le grandi, con i giallorossi, nella stagione 2003-2004, secondo solo al nono posto conquistato dal compianto Don Carletto Mazzone. Questo Lecce di Sticchi Damiani, Corvino con Trinchera e D’Aversa è già più avanti, dopo le prime otto giornate. «Sono orgoglioso di quel risultato ottenuto, ma i primati sono conquistati per essere superati. E sarei felicissimo se questo Lecce, che a me piace molto, riuscisse a farlo. Ho visto giocare la sadra gallorossa contro il Sassuolo, la Lazio e la Juve, ho potuto notare un gruppo che vivrà insieme al Monza ed al Frosinone sull’ottavo posto, e nell’ipotesi inferiore non scenderà mai sotto la tredicesima posizione. Il Lecce ha una grande società che aiuta i ragazzi a dare il meglio. Mi piace fare l’esempio di Pongracic. Si temeva molto per una difesa priva di un campione collaudato come Umtiti. La fiducia del tecnico e della società, che hanno dimostrato di sapere aspettare, ha fatto sollevare dal peso della importante eredità, Pongracic messo così in condizione di esaltarsi. Stesso discorso per il centrocampo che aveva rinunciato a Hjulmamd. Corvino ha ricreato un reparto fortissimo, con Ramadani e gli altri. Ho avuto modo di conoscere Rafia, quando con il Foggia abbiamo incontrato il Pescara in C, nella scorsa stagione. Mi è sembrato subito di livello superiore. Non è facile credere così in un calciatore di serie C. La rosa è tutta di primo piano e questo crea stimoli per tutti, grazie anche alle cinque sostituzioni che D’Aversa sta gestendo con intelligenza. Basti pensare al bravissimo Strefezza, che l’anno scorso era il “padrone” della squadra e che quest’anno lotta, grazie anche all’arrivo dell’ottimo Almqvist. E poi sono arrivati anche Oudin e Sansone, In questo modo danno tutti il massimo. È una squadra completa nei reparti giovani di valore in difesa, con un futuro davanti, incisiva in attacco con i suoi esterni e con un centravanti come Krstovic che andrà lontano».
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