Delio Rossi scommette sul Lecce: "La squadra di Baroni mi piace e con i giovani di qualità può mettere radici in serie A"

Mister Delio Rossi in una foto d'archivio
Mister Delio Rossi in una foto d'archivio
di Antonio IMPERIALE
3 Minuti di Lettura
Venerdì 19 Agosto 2022, 05:00

La sconfitta oltre il tempo regolamentare, sabato scorso, contro l’Inter lo ha riportato su filo della nostalgia, indietro negli anni. Lo racconta dalla spiaggia di Peschici. Lui, Delio Rossi, l’Inter l’aveva battuta al Via del Mare, dopo la vittoria a Torino con la Juventus. La sua serie A tinta di giallorosso fu da 10 e lode. Il decimo posto, con gli sfizi storici della vittoria con le due grandi (e c’era stato anche il pari a San Siro contro il Milan). Correva la stagione pallonara 2003-2004.
«Il Lecce di Baroni, il pareggio lo avrebbe meritato - dice -. Resta lo spettacolo strepitoso della gente salentina sugli spalti, che mi ha fatto rivivere, anche quello, i ricordi più belli». Due stagioni magnifiche, quelle del tecnico riminese, prima la promozione dalla B, poi la salvezza a testa alta in serie A. «Ed io sono convinto che questo Lecce metterà quest’anno radici sicure nel massimo campionato. Mi piacerebbe che ripetesse quella nostra stagione. C’è ancora Pantaleo Corvino, come quella volta. È una garanzia».
E propone come modello per il presente e per il futuro, proprio l’avversario di sabato prossimo, il Sassuolo. «Quando si fanno le cose per bene, la sana provincia può liberarsi dalla sorta predestinata della retrocessione immediata. Può guardare avanti ed imporre le proprie capacità societarie, prima ancora che quelle tecniche. Ecco, Sassuolo-Lecce è proprio questa, la provincia che da dieci anni si rivela vincente, capace di un ruolo importante, e quella che aspira ad emularne il cammino. Lecce ha le condizioni per farlo».
Poi spiega: «Questo Lecce tutto nuovo di Corvino, mi ricorda un po’ il mio, con la sua straordinaria linea-verde». Era il Lecce dei giovani Vucinic, Bojnov, Konan, Ledesma e della coppia-garanzia Chevanton-Giacomazzi. «Corvino vive il presente in proiezione futura. Quando parlo del modello Sassuolo, penso a Berardi che si è legato a vita agli emiliani, agli altri, alla capacità di garantirsi il domani come fanno da tempo».
Rifiuta di parlare già di griglia-salvezza, Delio Rossi. «Con il calcio mercato pienamente in corsa, i valori possono ancora cambiare. Sarà il solito campionato con cinque-sei squadre per i primi quattro posti, col gruppetto che cercherà un posto in Europa, più della metà lotteranno per la salvezza all’insegna del tutto è possibile, come ha insegnato la Salernitana nella scorsa stagione. Sarà un campionato che risentirà della lunga sosta per i Mondiali e della sua gestione. Potrebbero essere avvantaggiate le squadre che hanno meno calciatori nelle diverse nazionali».
Sassuolo-Lecce, allora, che partita sarà? «Una partita dove l’interesse per fare punti è altissimo sui due fronti. È già una partita che fa classifica, anche se per farsi un’idea sulle prospettive bisogna attendere almeno quattro, cinque giornate. La serie A non ammette lunghe soste. È davvero un altro campionato rispetto alla B. Sul piano tattico il 4-4-2 di Dionisi contro il 4-3-3 di Baroni, il quale giustamente ha affermato che più che la carta d’identità contano la qualità ed il lavoro.

E la qualità consiglia di fare gioco. Il Lecce sa essere molto pericoloso sulle fasce con le ripartenze di Strefezza e Di Francesco. Ceesay ha già segnato un bel gol. Conta, ovviamente, la tenuta difensiva. Gara aperta sul piano del gioco e del risultato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA