Delio Rossi scommette su Banda: "Corvino ci ha preso ancora: questo ragazzo è destinato ad esplodere"

Lameck Banda
Lameck Banda
di Antonio IMPERIALE
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Sabato 22 Ottobre 2022, 05:00

E all’ombra delle Due Torri si accendono i ricordi. Magari sul filo sottile della nostalgia. Si scriveva Corvino-Rossi, si leggeva promozione. Due volte insieme lo sbarco in serie A. Con il Lecce; con il Bologna. Sempre Leo da Vernole nella cabina di regia: a Lecce con Semeraro, stagione di grazia 2002-2003, a Bologna con Saputo, 2014-2015. A Lecce, dopo la retrocessione, la risalita nel massimo campionato e poi il decimo posto, miglior piazzamento della storia; a Bologna la chiamata d’urgenza a quattro giornate dalla fine, il terzo posto, i play off con il Pescara, l’approdo nel paradiso pallonaro.
Ora che il Lecce, una sorta di “mister X in casa”, ma che in trasferta ha vinto a Salerno e inchiodato al pari il Napoli capolista di Spalletti e la Roma di Mourinho, torna al “Dall’Ara” alle 15 di domani con Corvino rivestito da “profeta” nel Salento, contro un Bologna con i panni imprevisti della zona retrocessione. E ti racconta, Delio Rossi, romagnolo di Rimini, ma anche pugliese per la casa estiva sul Gargano, ormai romano di adozione, cosa gli è rimasto delle due esperienze così diverse. 
«È un po’ una coincidenza singolare per me, con una costante importante, sul piano umano e professionale, Pantaleo Corvino, e con il ripetersi delle promozioni in serie A, nel Salento, a Bologna. L’esperienza leccese è stata compiuta, quasi tre stagioni, un coinvolgimento duraturo, i passaggi diversi, dalla retrocessione alla promozione, al campionato che ci vide soffrire nel girone di andata e risalire la china dopo gli interventi sul mercato invernale, e conquistare i punti salvezza contro le grandi, la Juventus, l’Inter. A Bologna Corvino, quando vide che si era fatta impossibile la promozione diretta, mi chiamò nel finale, era già maggio, voleva che preparassi i play off. Era il Bologna di Saputo, un imprenditore abituato a costi e sacrifici, che dettava la strategia e lasciava spazio ai suoi collaboratori di fiducia, ai due leccesi straordinari, Corvino e Fenucci, che avevo conosciuto già a Lecce. Con loro mi sembrava di respirare la salubre aria salentina. Rapporti meravigliosi. Il Bologna in B era un non senso, fu bellissimo riportarlo nel calcio che gli appartiene per la sua storia importante». 
Il Corvino di Lecce, il Corvino di Bologna. «Corvino ha lasciato il segno nella città emiliana come sa fare lui, ma Lecce è casa sua, è coinvolto personalmente, e se sbagli in casa ti senti ancora di più in colpa - sottolinea il buon Delio -. Vuoi vincere, per te, per la città, per il Salento, per la storia. Ogni rapporto è inevitabilmente profondo». Sembra strano anche oggi, a Delio Rossi, quel Bologna in zona retrocessione, un punto in meno del Lecce neo promosso. Il Bologna che ha licenziato Mihajlovic, dopo lunghe stagioni sul filo dei sentimenti, delle emozioni che coinvolgevano tutti, anche per via della vicenda umana. Ed il bravo Thiago Motta cerca ancora la vittoria in campionato, magari galvanizzato adesso dal successo in Coppa Italia con il Cagliari. «Sul piano umano il caso Mihajlovic ti tocca. Quando c’è un problema così grosso, si fa maledettamente fatica. Il calcio però ha la sua legge. Per Thiago Motta non è facile, la serie A non ha solo una categoria di differenza con la B, è un altro pianeta. Sta accadendo che pagano pegno anche squadre strutturate come il Cagliari, che una Sampdoria faccia tanta fatica. Ma siamo solo all’inizio. A Lecce sembrava dovessimo retrocedere subito, poi cambiammo la storia». A Bologna si discute magari di Orsolini o altri giocatori già ritenuti certezze. «È un discorso generale, oggi non ci sono i grandi trascinatori, i fenomeni, sono solo in certe squadre, poi ci sono ottimi giocatori, ma a volte non basta e ne sa qualcosa anche la Nazionale».
Il Lecce neo promosso? «Corvino sta giocando le sue brave scommesse. Prendi Banda, uno che si va imponendo subito, e che sotto l’aiuto di Baroni troverà maggior raziocinio sotto rete, completando la propria dimensione. Se hai le potenzialità, e Banda ne ha tante, esplodi al completo. Ricordo Cavani, con me a Palermo. Sbagliava i gol anche lui, poi è diventato Cavani. Sta trovando le sue dimensioni Strefezza, che sembrava un giocatore bravo per la B, ma che adesso fa grandi cose. Quel Ceesay non sarà Lukaku o Ciro Immobile, ma sta crescendo molto e puo’ solo migliorare. Hjulmand è già una certezza, davanti alla difesa, Gonzalez una grande scommessa corviniana. Il campione del mondo Umtiti ? Passare dal calcio mondiale alla salvezza non è facile. Ma è incredibile come si stia adattando. Ha fatto un grande lavoro sul campo. E sarà davvero un valore aggiunto».
Che partita sarà quella di domenica al Dall’Ara? «Immagino il Bologna ad attaccare ed il Lecce che proverà a colpire di rimessa.

Il Bologna avrà magari nelle gambe la partita di Coppa Italia. Risparmiami il pronostico. Io vorrei che le mie squadre vincessero sempre».

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