A Bologna la più brutta prestazione della stagione. Troppi gli errori commessi

L'errore del Lecce sul primo gol del Bologna
L'errore del Lecce sul primo gol del Bologna
di Michele TOSSANI
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Martedì 13 Febbraio 2024, 05:00
Quando il più brutto Lecce della stagione incontra una delle migliori squadre del campionato, il risultato non può che essere disastroso. E tale è stato proprio l’esito della sfida del Dall’Ara, che opponeva la compagine salentina al quotato Bologna di Thiago Motta. Già l’inizio è da incubo: i rossoblù trovano la via del vantaggio dopo appena quattro minuti di partita, sfruttando le difficoltà del Lecce nel difendere sui calci piazzati.
In base ai dati Opta, quella subita da Beukema sugli sviluppi di calcio d’angolo è la nona rete concessa dai giallorossi in situazione da palla inattiva in questo campionato (escludendo i rigori). Il Lecce fa fatica a reagire. La manovra dei pugliesi è letteralmente fagocitata da pressing e contropressing esercitati dai padroni di casa. A dar fastidio ai leccesi è anche il movimento di Zirkzee. L’attaccante olandese ex Bayern Monaco è una vera e propria spina nel fianco della fase difensiva giallorossa. Il numero 9 è nominalmente il centravanti della squadra di Motta ma in realtà agisce come un falso nueve, arretrando in zona di rifinitura (senza essere preso né dai centrali né dai mediani del Lecce) e servendo così i vari Ferguson, Orsolini, Saelemaekers e Fabbian, tutti pronti ad aggredire lo spazio in avanti. Non è quindi un caso che alla fine Zirkzee abbia toccato ben 65 palloni e ne abbia giocati con successo 24 in avanti. Numeri inusuali per quello che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere il centravanti.
I primi quindici minuti sono di pura sofferenza per il Lecce, davanti al calcio totale praticato dai bolognesi. La truppa di D’Aversa rialza la testa utilizzando le armi che fin qui l’hanno contraddistinta, vale a dire il movimento della palla e il pressing alto. Proprio da quest’ultimo, che nella primissima fase di gara non aveva funzionato, risulta efficace per produrre il colpo di testa di Kaba e una conclusione di Krstovic deviata in angolo da Skorupski. E sempre da questo tipo di pressione nasce l’occasione più clamorosa, quella conclusa con l’ennesimo grave errore di Krstovic in sede di finalizzazione. Il secondo gol realizzato da Orsolini è figlio delle qualità dell’esterno felsineo nell’uno contro uno e di un errore di Falcone. Il Lecce va al riposo sotto di due reti e dopo un primo tempo nel quale ha fatto veramente poco, abbassato dal palleggio dei padroni di casa (baricentro medio dei giallorossi nella prima frazione di appena 45.97m).
I cambi operati nell’intervallo da D’Aversa (Dorgu per Gallo e Blin per Kaba) non mutano l’inerzia della gara. Il Lecce alza il proprio baricentro (57.8m nei secondi quarantacinque minuti di partita) ma non è mai pericoloso. Alla fine la squadra ospite riuscirà a produrre soltanto tre tiri in porta (la metà delle conclusioni totali prodotte dal Bologna fra i pali difesi da Falcone), risultando pericolosa nella ripresa praticamente solo in occasione del colpo di testa di Baschirotto su calcio d’angolo. Il terzo gol rossoblù chiude la gara dopo nemmeno cinquanta minuti di gioco ed è un manifesto del Motta-pensiero e della partita disfunzionale giocata dai pugliesi. I giallorossi infatti sbagliano completamente i tempi di uscita del pressing e si dimenticano Calafiori, difensore che il Bologna sgancia usualmente in avanti. Dal centrale nasce la risalita del campo che si concluderà col gol di Orsolini, abile a sfruttare una situazione nella quale Dorgu aveva due avversari nella sua zona di competenza. Il numero 7 del Bologna, così come la sua controparte Saelemaekers, è risultato imprendibile per i laterali leccesi. La quarta rete, su pasticcio di Baschirotto, rappresenta forse al meglio la confusione tecnica e tattica messa in mostra dal Lecce e chiude una trasferta da dimenticare in fretta.
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