Dopo gli scontri chiedono la "messa alla prova": lavori socialmente utili per i tifosi

Dopo gli scontri chiedono la "messa alla prova": lavori socialmente utili per i tifosi
di Erasmo MARINAZZO
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Venerdì 16 Giugno 2023, 20:25

Da tifosi scatenati sugli spalti e in campo pronti a darsele di santa ragione a colpi di cinghiate, a bravi ragazzi disposti ad assistere gli anziani, a curare i giardini pubblici e a dare un contributo fattivo alla diffusione della cultura. Stiamo parlando degli ultrà del Fasano e del Nardò che il 15 maggio dell’anno scorso si trovarono faccia a faccia, e non certo per salutarsi cordialmente, al termine della partita del campionato di calcio di serie D, vinta dai padroni di casa fasanesi per 3-2. 
Dopo i Daspo emessi dal questore di Brindisi, Annino Gargano, per quegli scontri in 24 dell’uno e dell’altro schieramento sono finiti a processo per difendersi dalle accuse di invasione di campo e violenza durante una manifestazione sportiva. E nella prima udienza di ieri davanti al giudice del Tribunale di Brindisi, Ambrogio Colombo, gran parte di loro ha chiesto di beneficiare della messa alla prova, ossia della modalità alternativa di definizione delle conotte contestate che prevede la sospensione del processo per eliminare le conseguenze dannose o pericolose derivanti dal reato, con l’affidamento ai servizi sociali per sottoporsi ad un programma di attività di volontariato di rilievo sociale.

Il processo

Scelta fatta da tutti i nove tifosi neretini, difesi dagli avvocati Giuseppe Milli, Ezio Maria Tarantino, Andrea Giuranna, Claudia Leoci, Francesco Gentile ed Anna Inguscio. Fra i 15 fasanesi, in cinque hanno optato per il rito abbreviato (udienza il 22 settembre), uno per il rito ordinario con il dibattimento in aula e gli altri per la messa alla prova. Tutti difesi dagli avvocati Federica Cafaro, Andrea D’Arpe ed Andrea Losavio. Nella prossima udienza del 13 ottobre il giudice Colombo valuterà il programma concordato dai difensori dei 18 imputati con l’Uepe (Ufficio di esecuzione penale esterna). La durata della messa alla prova potrà variare dai sei mesi a due anni, in base alla gravità dei comportamenti individuati in quel fine partita del 15 maggio 2022, dall’inchiesta condotta dal pubblico ministero della Procura di Brindisi, Giovanni Marino, con i poliziotti della Digos e con i carabinieri. Con una dedizione al programma di non meno di sei ore alla settimana.
I tifosi fasanesi hanno scelto di assistere gli anziani in una casa di riposa, sulla scorta di quanto già fanno come attività spontanea di volontariato. I neretini invece potranno curare il verde pubblico, prestare servizio nel museo e applicarsi ad altre attività socialmente utili concordate con il Comune di Nardò.
Quanto ai fatti di cui si dovranno occupare i processi con rito abbreviato ed ordinario, agli ultrà di casa al Vito Curlo viene contestato di avere invaso il campo per raggiungere la tribuna destinata agli ospiti, dopo lo scambio reciproche di offese andato avanti durante il match. In questo assalto sarebbe stato staccato un cartello pubblicitario dotato di paletto, per agitarlo minacciosamente. I neretini si sarebbero difesi a colpi di cinghie, in un caso si parla di un megafono usato come per colpire l tifoseria avversaria. Tutte circostanze che saranno chiarite nel processo, come lo stesso giudice stabilirà se e chi ammettere alla messa prova e se sarà raggiunto l’obiettivo di estinguere il reato.
 

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