Irriverenti Valvoline. Superwest, quasi eroe

In un volume da collezione le dis-avventure del super-topo creato da Massimo Mattioli

Irriverenti Valvoline. Superwest, quasi eroe
di Luca BANDIRALI e Stefano CRISTANTE
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Sabato 15 Aprile 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 2 Maggio, 17:38

Questa settimana vi proponiamo uno sguardo retrospettivo sul grande fumetto italiano degli anni Ottanta, celebrato da un inserto speciale di “Linus” dedicato al gruppo Valvoline; di quel gruppo, l’artista più pop è stato forse Massimo Mattioli, di cui Panini Comics ripubblica le avventure di Superwest, un supereroe eccentrico e dissacrante, ispirato ai classici del fumetto Disney.

Gli anni '80 a Bologna


Valvoline 40, in Linus n.4, aprile 2023. Brolli, Burns, Carpinteri, Igort, Jori, Kramsky, Mattotti e Mattioli sono nomi che i lettori di fumetti conoscono bene. All’inizio degli anni Ottanta erano giovani artisti che gravitavano su Bologna, all’epoca epicentro del fumetto italiano. Erano autori di storie brevi, scioccanti e distopiche, di personaggi visionari estremizzati e geometrizzati, di cartoni animati (su carta) talmente violenti da far ridere, di tavole a fumetti indistinguibili da opere pittoriche d’avanguardia, di un pop americano carico di elementi underground, o di invenzioni grafiche morbide e funamboliche sorrette da testi enigmatici. Tutte queste produzioni fumettistiche si generarono da una sorta di coerenza di gruppo, che si dotò di un nome – Valvoline Motorcomics – e cominciò a considerarsi tale. Ciascuno di loro aveva uno stile e una riconoscibilità, ma Valvoline ebbe il pregio di farli accadere insieme nel panorama fumettistico italiano. In quel periodo andavano di moda le riviste, e sulla più specializzata e sperimentale di esse, Alter (costola avanguardistica di Linus), il mitico direttore Oreste Del Buono diede il via libera nel 1983 a un inserto di 40 pagine curato dal collettivo Valvoline. Da allora e per qualche anno Valvoline imperversò nell’editoria a fumetti, poi nel 1987 ciascuno dei componenti del collettivo si dedicò al proprio percorso artistico. Igort ha continuato a fare (ottimi) fumetti, e da qualche anno dirige anche Linus. 
Proprio sulla storica testata, a distanza di 40 anni dalla prima apparizione, è riandata in scena Valvoline. Sono stati convocati tutti i soci del collettivo, anche Massimo Mattioli, scomparso nel 2019 e presente con due tavole e un omaggio di Carpinteri: l’inserto è di 40 pagine, come quello di Alter del 1983.

Lo straniamento temporale


“Valvoline 40” fa uno strano effetto: tra le pagine di Valvoline del 1983 e quelle odierne non sembra passato che un attimo. Gli autori si sono modificati, come si evince da alcuni dettagli delle loro stesse storie – meno eclatanti e più autoironiche – ma il loro obiettivo è rimasto fondamentalmente lo stesso, ossia la ricerca di modalità per forzare il fumetto in mille direzioni diverse, sia nei testi che nei disegni. 
Lo straniamento temporale potrebbe avere una spiegazione anche extra-fumettistica: sarebbe il caso di ritornare a indagare gli anni Ottanta, finora raccontati come decennio del ripiegamento e della masticazione della sconfitta rivoluzionaria e invece forse più sottilmente analizzabili come anni in cui si è affermata una (nuova) irredimibile modernità nella sperimentazione artistica e culturale.
Massimo Mattioli, “Superwest”. Venuto a mancare nel 2019, all’età di 75 anni, Massimo Mattioli è stato un artista fondamentale per la storia del fumetto italiano e per la sua circolazione internazionale. Romano, aveva vissuto fin dagli esordi fumettistici sia a Londra sia a Parigi, per poi trovare a Bologna, alla fine degli anni Settanta, la sede di fertili collaborazioni.


Icastico e fulminante nella dimensione della storia breve, Mattioli è stato definito il disegnatore più pop della sua generazione, per la vocazione a reinterpretare personaggi iconici del fumetto classico, sottraendoli alla loro continuità temporale per collocarli nella propria, non senza una sferzata di beffarda ironia. È quanto accade con Superwest che, nelle parole di Mattioli, è “il simbolo dell’idiozia di tutti i supereroi”. 
Di Superwest sono state pubblicate sei storie brevi fra il 1981 e il 1985; le storie, al massimo di dodici tavole, vedono in azione il topo protagonista, sempre pronto a dare una mano al prossimo, ma solo dopo aver ingerito una magica pasticca che lo superpotenzia. Nella prima, apparsa su “Frigidaire” nel 1981, Superwest soccorre i cittadini che stanno annegando nell’asfalto bollente di una strada; a causare la trasformazione del manto stradale in sabbie mobili è stata una macchina creata da Dirty Red Pig, il maiale rosso che vuole combattere il capitalismo. L’eroe accede al nascondiglio di Dirty Red Pig e, molto semplicemente, sposta una leva dalla posizione “strada anormale” alla posizione “strada normale”, risolvendo il problema. Il finale della storia, con Superwest che cade in nuove sabbie mobili urbane, allude alla dimensione sempre aperta del fumetto seriale. 
Il volume, con copertina rigida giallo limone e pagine patinate, rende merito all’arte di Mattioli ed è un oggetto di culto per gli appassionati del grande fumetto italiano.

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