La Zes unica, l'eterna lotta centro-periferia e la sfida globale

Da otto a una: nasce la Zona economica speciale per tutto il Sud. Tra accelerazioni e perplessità dai territori. Con la competizione mondiale da affrontare

La Zes unica, l'eterna lotta centro-periferia e la sfida globale
di Francesco G. GIOFFREDI
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Domenica 1 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 2 Ottobre, 15:50

L'eterna lotta tra centro e periferia, concentrazione e delega, è un classico che porta con sé contraddizioni e trappole. Altro giro di giostra e nuovo terreno di sfida: Zes, fin qui al plurale, presto al singolare. L’ultimo decreto Sud (ogni governo ha i suoi decreti Sud) orchestrato dal ministro Raffaele Fitto disegna un’unica Zona economica speciale per tutto il Mezzogiorno con cabina di regia (ogni governo ha una cabina di regia su qualcosa) a Roma. Il pacchetto di agevolazioni fiscali e semplificazioni burocratiche resta lo stesso, ma si passa dalla frammentazione dei centri decisionali a un unico “cervello”, dalla polverizzazione delle strategie a un solo Piano triennale, dalla selezione dei territori beneficiari (le otto Zes hanno un perimetro definito, a volte arbitrario) alla concorrenza diffusa tra tutte le aree meridionali. Una sterzata audace, soprattutto dopo che le singole Zone erano andate a regime, ma in controtendenza rispetto ai venti di autonomia differenziata per le Regioni (non tutte) che gonfiano le vele del governo (non tutto, evidentemente). E questa è una prima linea di frattura. Poi ci sono le preoccupazioni dei territori, in parte fondate (lo Sportello unico a Roma non sarà troppo distante e oberato?) e in altra misura animate dal timore di perdere potere e rendite di posizione: inevitabile, quando l’asse si sposta da Bari, Brindisi, Taranto a Roma. Fitto promette “dialogo”, e quella parolina magica diventa ora cruciale.
Il punto è che la competizione lì fuori è mondiale, su ampi volumi di produzione e di merci, e le Zes - in Oriente, Nord Africa, Europa - procedono sempre più per macro-aggregazioni. E attirano investimenti, tanti. A proposito di parole magiche consumate da un infruttuoso abuso: “fare sistema”, in questo caso, sarà vitale. E può imprimere la vera svolta alla Zes, fuori dai particolarismi politici, dentro una visione organica delle vocazioni territoriali, e cercando di superare e ricucire il dualismo centro-periferia. Senza più lotta eterna.

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