Zes unica, Fitto incontra i vertici. «Continuità a garanzia di tutti»

Zes unica, Fitto incontra i vertici. «Continuità a garanzia di tutti»
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Mercoledì 10 Gennaio 2024, 05:00

«L’obiettivo è di valorizzare al massimo il lavoro svolto dalle strutture commissariali e garantire la piena continuità e il presidio dell’azione amministrativa, a beneficio di cittadini e imprese». Nelle parole del ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto c’è il senso del primo incontro, svoltosi ieri a Palazzo Chigi, tra gli otto commissari di governo delle Zes e i vertici della Struttura di missione della Zes unica appena nominati dallo stesso Fitto, con a capo nel ruolo di coordinatore Antonio Caponetto. Ce ne saranno altri a livello bilaterale (Struttura di missione e singole Zes) prima del passaggio di consegne fissato all’1 marzo, dopo la proroga di due mesi garantita ai commissari per portare a termine le procedure in corso. Fino ad allora, oltre tutto, la loro operatività abbraccerà l’intera regione di riferimento e non più la sola area della Zes: lo prevede espressamente il Dpcm del 29 dicembre scorso grazie al quale si è evitato un pericoloso “limbo” tra la gestione attuale e la Zes unica, garantendo ai commissari la stessa pienezza di poteri e di funzioni. 

La riunione a Palazzo Chigi


Decisamente distensivo il tono della riunione e la stessa apertura del ministro “al lavoro svolto dalle gestioni commissariali” sembra indicare il valore di una continuità operativa che nelle fasi più delicate dell’approvazione del Decreto Sud, contenente la Zes unica Mezzogiorno, non sembrava così scontato. «Ritengo di fondamentale importanza forme di confronto e di interlocuzione diretta, per consentire la piena continuità dell’azione amministrativa», ha detto non a caso Fitto, impegnato ad assicurare un ordinato e graduale passaggio di consegne “nel solco della leale collaborazione”.

Di sicuro l’esperienza di ogni Zes sarà la necessaria base di partenza della nuova esperienza allargata a tutto il Sud. Una svolta che il governo ritiene fondamentale per accrescere l’attrattività e il ruolo euromediterraneo del Mezzogiorno ma sulla quale continuano a non mancare dubbi e polemiche, specie in sede politica.


La proroga dei commissari, sostiene ad esempio il deputato Pd Piero De Luca, capogruppo in Commissione Politiche europee alla Camera, «dimostra che la struttura di missione a Palazzo Chigi, voluta dal Governo per sostituirli, non è pronta e non è in grado di partire neanche nelle prossime settimane. Come volevasi dimostrare e come abbiamo denunciato nei mesi scorsi, il progetto immaginato dalla destra è irrealizzabile, almeno per il momento, e non si sa se lo diventerà mai». Sulla stessa linea i deputati pugliesi del Pd Ubaldo Pagano, Marco Lacarra e Claudio Stefanazzi: «Come volevasi dimostrare, alla prima occasione utile il progetto della fantomatica Zes Unica di Fitto si infrange contro il muro della realtà. Scopriamo, infatti, che con un Dpcm dello scorso 30 dicembre, il Ministro ha fatto marcia indietro, prorogando di due mesi le attività degli attuali commissari, esattamente come chiedevamo con tutti quegli emendamenti che però ha fatto bocciare con la solita arroganza. La verità che si vuole nascondere corrisponde a ciò che abbiamo previsto in tempi non sospetti: la Struttura di Missione incardinata appositamente a Palazzo Chigi per la gestione della nuova Zes è lontanissima dall’entrata in funzione. Insomma, prima ancora delle ridicole risorse messe a disposizione per agevolare gli investimenti nel Mezzogiorno, a fermare la Zes ci pensa l’imbarazzante improvvisazione con cui si pensava di lanciarla. In tutto ciò il Sud è ancora in attesa di vedere una iniziativa positiva da parte di questo Governo».


«Sulla Zes unica per ora l’unica certezza è l’incertezza, il peggior nemico di chi fa impresa. Gli incarichi dei commissari delle 8 vecchie Zes sono scaduti, il dpcm di proroga ancora non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il risultato? Tutto fermo. A danno di investitori e territori», scrive su X Mara Carfagna, presidente di Azione e già ministra per il Sud nel governo Draghi.

Le perplessità


Dalla Calabria si guarda alla Zes unica con perplessità ma anche con l’auspicio che la svolta funzioni: «Se il governo considera realmente la Zes uno strumento per costruire una politica industriale moderna ed efficace per il Sud, dando all’area uno sviluppo produttivo anche rispetto alla fase di importanti transizioni, energetiche ed ambientali, è opportuno che coinvolga le Regioni e le parti sociali» sottolinea Santo Biondo, segretario confederale della Uil. «Abbiamo sempre sostenuto - aggiunge - la necessità di un potenziamento concreto delle Zes. Anche per questo, dopo aver ritenuto inopportuna l’idea del governo di accentrare a Roma tutte le responsabilità progettuali delle Zes, riteniamo determinante che questo strumento rimanga legato alle strategie territoriali e che, quindi, le otto regioni restino coinvolte nei percorsi di sviluppo». Per il sindacalista (ma anche per il sistema delle imprese, più volte intervenuto sullo tesso fronte) «la Zes è un’importante leva di politica industriale per il Mezzogiorno» specie se verrà sviluppato il binomio Zes-porti, com’era nelle intenzioni originarie del legislatore quando fu approvata la norma. «Il rischio che vediamo profilarsi – dice Biondo - è invece quello di un ritorno al passato, quando errori imperdonabili di gestione hanno disseminato le aree portuali e retroportuali di capannoni industriali rimasti vuoti e inoperosi».

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