Via alla Zes unica per il Sud: agevolazioni fiscali e semplificazioni amministrative

Dal primo gennaio la Zona Economia Speciale abbraccerà le otto regioni meridionali. Cabina di regia a Palazzo Chigi

Via alla Zes unica per il Sud: agevolazioni fiscali e semplificazioni amministrative
di Francesco G. Gioffredi
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Mercoledì 6 Dicembre 2023, 11:51 - Ultimo aggiornamento: 7 Dicembre, 06:00

L'obiettivo è chiaro: imprimere una spinta decisa, e possibilmente decisiva, allo sviluppo economico del Mezzogiorno , liberando e incentivando gli investimenti, e proponendo una visione strategica organica e di ampio respiro.

Niente più paletti e perimetri, un'unica Zona economica speciale che abbraccia tutto il Sud e che prenderà il posto delle otto precedenti Zes , istituite nel 2017, decollate in ritardo soltanto un anno e mezzo fa con commissari e Sportelli unici digitali, e imbastite attorno ai porti e ai territori più o meno limitrofi, per un totale di 23mila ettari. La rivoluzione, almeno in parte, partirà dal 1° gennaio. In realtà bisognerà attendere le norme attuative per mandare pienamente a regime la Zes unica del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna senza più distinzioni): ci sarà una fase d'interregno, nell'ordine probabilmente di mesi, e che sarà circoscritta temporalmente in queste settimane. In questa fase i commissari delle otto Zes resteranno ancora il front office per investire e accedere a credito d'imposta e semplificazioni burocratiche, ma poi saranno chiamati a gestire dal 1° gennaio aree ben più estese. Nella sostanza, tutto il Sud.

I PASSAGGI

Una delicata transizione, che dovrà essere rapida, ma allo stesso tempo rigorosa e senza incertezze. Resta, in ogni caso, la scommessa di lungo periodo di Raffaele Fitto, ministro degli Affari europei, del Pnrr e della Coesione territoriale e regista dell’operazione (a cominciare dalla trattativa condotta in Ue). Innanzitutto sul piatto ci sono 1,8 miliardi per il credito d’imposta Zes già solo per il 2024 – risorse in Legge di bilancio – per il limite massimo di 100 milioni e per investimenti di almeno 200mila euro, misura comunque cumulabile con altri aiuti di Stato. Ma c’è dell’altro, racchiuso in quattro driver principali: primo, tutto il Sud potrà beneficiare di agevolazioni fiscali e semplificazioni amministrative e non solo i territori precedentemente perimetrati; secondo, lo stretto coordinamento con Pnrr e fondi nazionali ed europei di coesione, ricalcando una logica che innerva tutto il decreto Sud e più volte illustrata da Fitto; terzo, la regia unitaria e centralizzata sotto il profilo organizzativo (la Struttura di missione che sta prendendo forma e lo Sportello unico) e strategico (ci sarà un Piano triennale che scandirà gli interventi e rafforzerà le vocazioni territoriali); quarto, una sorta di automatismo per l’approvazione delle istanze presentate dalle imprese, che dovrebbe far mettere il turbo. Le opposizioni parlamentari puntano l’indice contro ritardi e nebulosità, gli investitori e le associazioni di categoria guardano con curiosità e interesse alla novità, i commissari delle otto Zes attendono delucidazioni per la fase-ponte. Intanto il decreto Sud, che alla Zes unica dedica il Capo III, è stato convertito in legge. Il Dpcm che definirà l’organizzazione della Struttura di missione, le competenze degli uffici e le tempistiche del passaggio di testimone sarebbe alle ultime limature a Palazzo Chigi. Da parte del governo, o almeno così trapela, non c’è un risultato atteso in termini di moltiplicatore economico. Non è comunque prevista una data di scadenza della Zes unica. E l’obiettivo che filtra è fare “di più e meglio” delle otto Zone speciali.

LA SITUAZIONE

I numeri sono da maneggiare con cura: secondo la rilevazione del ministero, al 31 agosto risultavano rilasciate 121 autorizzazioni uniche, la gran parte (33) per un valore economico tra 1 e 3 milioni, e solo in cinque casi oltre i 50 milioni; la rilevazione per Codici Ateco vede al vertice (12 interventi) il magazzinaggio e l’attività di supporto ai trasporti. Dati che, secondo il ministero, testimonierebbero lo scarso impatto fin qui dispiegato e la necessità di intervenire, anche per evitare la dispersione in micro interventi. Nota (fondamentale) a margine: la rilevazione abbraccia le sole autorizzazioni uniche dei commissari, nel calcolo ministeriale non sono compresi gli altri iter, appannaggio per esempio delle Autorità portuali o degli enti locali. I commissari, pur senza accenti polemici, mettono viceversa in vetrina diversi effetti. Nei giorni scorsi Giosy Romano, commissario della Zes Campania (senz’altro la più attiva), ha aggiornato la conta a «84 autorizzazioni uniche rilasciate» a fronte delle 45 del report ministeriale: «L’auspicio – ha commentato – è che la Zes unica funzioni come hanno funzionato le Zes, che hanno generato per quel che ci riguarda investimenti forse impensabili», «in Campania siamo oltre il miliardo di investimenti solo nel 2023», «ora ci auguriamo che la Zes unica possa valorizzare le peculiarità dei territori».

IL FOCUS

Un recente studio di The european house Ambrosetti ha passato al microscopio le Zes, con focus sulla Campania: finora ricaduta occupazionale di 3.695 unità, esplosione del credito d’imposta (+476%), 23 miliardi di valore aggiunto diretto, indiretto e indotto attivato dai nuovi investimenti. Sempre nello stesso studio è posto l’accento sui vantaggi della Zes unica: il piano strategico, un modello di politica industriale per il Sud, il superamento del rebus legato all’individuazione delle aree, la specializzazione produttiva. In sostanza, benefici da moltiplicare e spalmare ora su tutto il Sud. «Una grande opportunità, condivisa e discussa con la Commissione europea», ha ribadito a più riprese Fitto.

LA STRUTTURA

La “puntata” è ambiziosa. Il cervello della Zes sarà a Roma, innanzitutto in una Cabina di regia a Palazzo Chigi presieduta da Fitto, ma nella quale ci saranno anche i governatori. La nascente Struttura di missione avrà un coordinatore, due direzioni generali e quattro uffici di livello dirigenziale, con 60 unità di personale. Poche, data la mole di lavoro? In affiancamento ci sarà comunque il Dipartimento di Coesione. La Struttura di missione avrà peraltro funzioni di stazione appaltante per le infrastrutture previste dal Pnrr, ma soprattutto dovrà redigere il Piano strategico. Nello Sportello unico confluiranno gli otto sportelli Zes, che nelle più resteranno competenti per le vecchie aree; per gli investimenti negli altri e nuovi territori, e sempre nella fase di transizione, bisognerà invece rivolgersi al Suap che trasmetterà l'istanza ai commissari. L'autorizzazione unica avrà tempi certi: conferenza di servizi semplificata indetta entro tre giorni dal deposito della documentazione, e determinazioni delle singole amministrazioni entro 30. Il tutto al netto degli investimenti che seguiranno strade diverse e già di per sé semplificate (la Scia, per esempio). La Struttura di missione non avrà connessioni territoriali, i rapporti – spiegano dal ministero – saranno comunque continui con tutte le amministrazioni interessate. Ora è il momento, tutti insieme, di accelerare.

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