Xylella, il ministro Martina: nel Salento si può reimpiantare

Xylella, il ministro Martina: nel Salento si può reimpiantare
di Maria Claudia MINERVA
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Sabato 21 Novembre 2015, 13:03 - Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 12:11
La xylella fastidiosa ha sfondato tutte le barriere ed è già arrivata alle porte di Brindisi. Nell’ultimo mese sono caduti più di 1100 alberi, ma l’infezione corre veloce a bordo della sputacchina che può arrivare ovunque. Il commissario delegato all’emergenza, Giuseppe Silletti, è stato costretto a spostare ancora una volta più a nord l’ipotetica linea Maginot per arginare il killer degli ulivi, ma finora il batterio è riuscito a beffare tutti, dimostrando di essere più veloce della capacità dell’Europa di combatterlo. Domani, intanto, tornano in Puglia gli ispettori Ue in vista del comitato fitosanitario permanente del 23 novembre chiamato a decidere se per l’Italia dovrà scattare la procedura d’infrazione, al momento solo congelata, dopo la lettera inviata dal ministro alle Politiche agricole, Maurizio Martina, con il rendiconto delle azioni messe in atto per combattere l’epidemia.



Ministro, la lotta alla xylella va avanti, ma in questo quadro servono risposte anche dalla scienza. A che punto è il Governo sul Piano nazionale della ricerca?

«Contro la xylella abbiamo costruito un progetto unitario di ricerca con linee chiare e definite. Salvare l’olivicoltura salentina e pugliese è la nostra priorità assoluta. In questa sfida dovranno sentirsi chiamati in causa tutti, nessuna soluzione sarà esclusa. Quello che vogliamo è trovare risposte univoche, certe, scientifiche».



Come si svilupperà il Piano e chi coinvolge?

«È coordinato dal nostro ente di ricerca “Crea” e vede l’impegno del Cnr e di 5 Università. A queste si aggiungono i centri di ricerca privati, le organizzazioni degli agricoltori e le associazioni dei vivaisti. Le migliori professionalità pubbliche e private verranno impiegate. Abbiamo destinato 4 milioni di euro per il finanziamento e siamo pronti ad aprire un campo sperimentale in Salento dove testare le soluzioni che vengono individuate».



Quali sono le priorità del progetto?

«Proteggere gli ulivi è la missione che diamo ai ricercatori. Sono state definite per questo 9 linee di azione principali, con priorità assoluta all’individuazione di varietà di ulivo resistenti alla xylella. Ad esempio sul Leccino prevediamo di approfondire subito gli studi, tenuto conto delle prime osservazioni positive dei ricercatori. Poi dobbiamo avanzare sul fronte della diagnosi, della conoscenza dell’insetto vettore e sulle tecniche colturali. Un approccio multilaterale che punta a dare un cambio di passo vero in questa lotta».



A proposito di ricerca, il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ha convocato per domani un incontro per istituire una task force di scienziati contro la xylella.

«È un’iniziativa che si coordina con il nostro piano e che vede coinvolta anche la Professoressa Marina Barba, che presiede il Comitato tecnico scientifico impegnato nella lotta alla xylella. Valutare tutti i contributi che arriveranno è importante per non escludere nessuna ipotesi di lavoro».



Domani tornano in Puglia anche gli ispettori Ue per verificare lo stato di attuazione del piano-bis Silletti, in vista del nuovo Comitato fitosanitario permanente del 23-24 novembre. Riuscirà l'Italia a scongiurare la messa in mora scongiurata il mese scorso in zona Cesarini?

«In queste settimane è stato portato avanti un lavoro serio, concreto e che ha richiesto sacrifici di cui si deve tenere conto. Abbiamo messo in campo 100 agenti del Corpo forestale che stanno battendo il territorio per fare analisi e monitoraggio. In Puglia abbiamo portato avanti oltre 45 mila campionamenti e relative verifiche di laboratorio. Uno sforzo che non ha precedenti».



Nel futuro immediato cosa si può fare di più per impedire che il batterio conquisti nuovi spazi?

«Bisogna continuare ad agire con tempestività e concretezza. Non possiamo permettere al batterio di avanzare ancora e per questo serve andare avanti con il Piano del Commissario. C’è stata una grande collaborazione dei proprietari e degli agricoltori e i loro sforzi vanno riconosciuti».



Il territorio sotto scacco della xylella chiede una prospettiva per il futuro. La strada più facilmente percorribile sembra quella del reimpianto, ma serve una deroga dell'Europa. Lei si impegnerà a perseguire questo obiettivo?

«Nella zona del Salento consentiamo da subito il reimpianto a scopo sperimentale. Abbiamo questa possibilità e la vogliamo sfruttare al meglio soprattutto per potenziare gli sforzi dei ricercatori. Basterà chiedere l’autorizzazione al Ministero senza un eccesso di burocrazia».



Chi ha subìto danni potrà contare su un risarcimento più consistente?

«Proprio in queste ore abbiamo adottato il decreto per aumentare fino a 261 euro per singola pianta gli indennizzi. Anche chi ha aderito volontariamente alle ordinanze prima verrà risarcito sulla base di questi parametri. Le aziende agricole colpite, poi, potranno beneficiare dell’attivazione del Fondo di solidarietà nazionale che prevede uno stanziamento ad hoc di 11 milioni di euro».



Crede che l’Ue cancellerà l’embargo sulle barbatelle?

«È un obiettivo al quale lavoriamo da mesi. Gli studi del Cnr e Università di Bari dimostrano che il batterio non colpisce la vite, quindi ci aspettiamo che venga tolta dalla lista delle piante ospiti. Lo chiederò di nuovo lunedì a Bruxelles al Commissario Andriukaitis, perché il danno per i nostri vivaisti è del tutto evidente».



Da mesi, ormai, c'è un poderoso fronte di protesta contro l’Ue e il piano di interventi. Cosa si sente di dire alle persone che per difendere gli ulivi hanno anche bloccato le strade e i binari ferroviari?

«Serve l’impegno di tutti i cittadini pugliesi contro la xylella. Non bisogna cedere a strumentalizzazioni politiche che creano solo danni. Salvare gli ulivi non è una battaglia di parte e la dobbiamo combattere insieme».