La Xylella avanza, altre piante infette nel Barese

La Xylella avanza, altre piante infette nel Barese
di Danilo SANTORO
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Martedì 27 Dicembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10:39

I numeri sono ancora ridotti. Almeno quelli ufficiali. Sufficienti, però, a confermare la circolazione del batterio della Xylella fastidiosa a sud di Bari, anche ben distante dai confini con la provincia di Brindisi, completamente infetta. 
I due ulivi risultati positivi alle analisi di laboratorio a Castellana Grotte, all’interno della “zona cuscinetto”, diversificano l’area di contagio: dalla dorsale Adriatica della zona di Monopoli e Polignano a Mare, fino all’entroterra. Non una novità in considerazione dei casi diffusi tra Martina Franca, Locorotondo, e Alberobello. 

Il batterio


Ma le piante infette ritrovate a Castellana Grotte, sempre più a nord, certificano quanto sia ridotta la distanza tra le aree con la presenza della malattia ed il territorio della città capoluogo, e quindi l’hinterland di Bari. Al momento in quest’ultima zona non è mai stato accertato un caso. E le azioni di prevenzione coordinate dall’Unione Europea e dall’ Osservatorio fito-sanitario della Regione Puglia sono indirizzate a frenare l’avanza del contagio. 
È per questo che sono stati già predisposti gli atti per l’eradicazione delle piante risultate infette nel terreno di un unico proprietario a Castellana Grotte. Le attuali norme nell’area prevedono l’eradicazione anche delle piante sensibili nel raggio di 50 metri.

Ulivi ed altre specie ospiti del batterio, da estirpare per prevenire la possibilità nella zona di ulteriori contagi. Si tratta di un nuovo tentativo per evitare la diffusione e quindi l’avanzata verso nord del batterio, non solo lungo la fascia adriatica, ma anche nell’entroterra.

Il parere


«Il ritrovamento di ulteriori piante infette a Castella Grotte- afferma il vicepresidente vicario della Cia Puglia Giannicola D’Amico – è un segnale che ci preoccupa ulteriormente. La Xylella avanza, anche se a salti di lunghezza inferiori rispetto al passato. Ma procede e minaccia il patrimonio olivicolo pugliese e in particolare quello della provincia di Bari».
Il rappresentante dell’associazione di categoria aggiunge: «Sin dal 2015 noi abbiamo sempre sostenuto che la Xylella non avrebbe atteso i tempi della politica, della giustizia e della burocrazia. Purtroppo dai primissimi focolai della provincia di Lecce ormai il batterio sta interessando metà della Puglia».
Un’emergenza fito-sanitario che non ha risparmiato neanche il patrimonio identitario della Piana dei Millenari, in cui la circolazione del batterio è ormai elevata.
«Servono azioni concrete e rapide che nel corso degli anni sono migliorate anche in termini di tempistica, ma vanno ulteriormente migliorate. Mi riferisco – afferma D’Amico – ai tempi degli interventi ed in particolare all’obbligatorietà dell’eradicazioni che in molti casi non vengono eseguite o sono state contrastate. E mi riferisco a proprietari che non hanno a cuore il patrimonio olivicolo ed il paesaggio pugliese». I ricorsi al Tar in parecchi casi hanno interrotto, seppur momentaneamente, le procedure di abbattimento. «Le eradicazioni vanno eseguite come anche le operazioni colturali previste dai piani di azione. In tutto ciò noi confidiamo che il nuovo piano d’azione – aggiunge il vicepresidente della Cia- che sta per essere varato dalla regione e che sarà per la prima volta triennale, possa prevedere azioni sempre più incisive e rapide con poteri straordinari». Valutazioni che trovano ragione, secondo la Cia, anche in considerazione di un altro aspetto. «La Xylella al pari del Covid è un’emergenza e va gestita con poteri straordinari, anche e soprattutto per i tempi entro i quali vanno eseguite le eradicazioni, così come gli altri lavori di prevenzione, che non devono essere eseguiti solo dagli agricoltori, che in questi anni si sono sobbarcati ingenti spese per eseguire queste opere, ma anche - conclude D’Amico- da tutti gli enti proprietari di strade, ferrovie e canali».

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