Salento, spuntano le orchidee spontanee: la bellezza della natura è ovunque tra alberi e arbusti

Salento, spuntano le orchidee spontanee: la bellezza della natura è ovunque tra alberi e arbusti
di Rita DE BERNART
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 15 Febbraio 2023, 21:34 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 20:27

Di rara bellezza e impalpabili dimensioni: le orchidee spontanee salentine si aggrappano alla vita facendosi strada tra le erbe e gli arbusti, inebriando l’aria di fragranze intense, vagamente di vaniglia. Nei campi sconfinati e incontaminati. Sembra assurdo che così piccole, fragili e delicate possano resistere proprio nel periodo più freddo dell’anno: eppure, da gennaio inizia ufficialmente il lungo periodo di fioritura che fino a giugno regala, agli occhi più attenti, forme voluttuose e distese colorate. L’appello dei naturalisti è di non raccoglierle per evitarne l’estinzione. Si, perché, il Salento, come l’intera Puglia, è terra di orchidee selvatiche, alcune molto rare o persino specie totalmente nuove per la scienza, come quella scoperta nel 2020 nel Parco Punta di Pizzo e isola di Sant’Andrea di Gallipoli: la piccola Ophrys japygiae.

 

Le orchidee spontanee in Salento

Nella macchia salentina, tra le più note piante di fichi d’india, fichi, mirto, lavanda e ginepro, se ne possono ammirare numerose; occorre, in questo caso, però abbassare lo sguardo per scorgerle tra la vegetazione, radicate nel terreno. Molto differenti da quelle tropicali, conosciute in tutto il mondo per il loro fiore vistoso e molto profumato, tuttavia quelle spontanee presenti nel nostro territorio destano grande interesse scientifico tanto da attrarre anche ricercatori da tutto il mondo che giungono qui per studiarle. “Questi gioielli botanici – commenta Roberto Gennaio, naturalista e coordinatore provinciale del Giros, gruppo italiano ricerca orchidee selvatiche- fioriscono soprattutto nelle aree protette; a gennaio inizia la stagione orchidologica, con la fioritura di alcune specie precoci, che continua poi fino a giugno. Si tratta di fiori enigmatici, diversi dagli altri che utilizzano stratagemmi e inganni nei confronti degli insetti per potersi impollinare. Sono affascinanti nei colori e nelle forme e molto piccole, quanto un unghia del pollice, e occorre chinarsi per vederle e osservarle. Una flora tutelata dalla convenzione di Washington sulle specie spontanee. Non è dunque possibile estirparle o commercializzarle”. La multa per chi venisse colto a reciderle o danneggiarle può arrivare fino a  1000 euro. Dallo Jonio all’adriatico, negli ultimi anni sono state rinvenute alcune specie, già presenti in altre zone della Puglia, mai osservate nel Salento; fra queste la Barlia robertiana, un raro ibrido tra la Ophrys lupercalis e la Ophrys lojaconoi, anche quest’ultima solo da qualche anno rinvenuta nello stesso Parco; dedicata poi al presidente onorario del Wwf,  Fulco Pratesi, per il suo 83esimo compleanno e chiamata “Ophyrys x pratesii”.

Orchidee dedicate a personaggi famosi

«La Barlia robertiana e la Yapigia – continua Gennaio - sono rare in Salento ed è severamente vietato strapparle dal terreno.

Di tanto in tanto organizziamo delle passeggiate per osservarle ma con pochissime persone perché si correrebbe il rischio di calpestarle. Anche chi passeggia per conto proprio in queste aree deve prestare grande attenzione. Si possono trovare in habitat caratteristici, ambienti integri, come la macchia mediterranea, le aree prative e anche le zone umide. Le specie più diffuse nel Salento appartengono ai generi Serapias, Ophrys e Anacamptis; tra quelle rinvenute molte sono state dedicate a personaggi famosi come il nostro Piero Medagli, botanico salentino, a Renata Fonte o Samanta Cristoforetti e persino a Roger Waters. Purtroppo però molte specie sono a rischio; gli insetti hanno un ruolo fondamentale per l’impollinazione, ognuno è specifico per un'orchidea ma a volte quando questi insetti pronobi vanno su un fiore diverso avviene la nascita dei fiori ibridi, rari e particolari che noi naturalisti e i botanici rinveniamo e studiamo. Se nel tempo dovessero estinguersi  alcuni insetti, a causa ad esempio degli insetticidi in agricoltura, potrebbero scomparire del tutto delle orchidee. Oggi infatti non riusciamo più a rinvenirne alcune di cui abbiamo notizie tramite gli scritti dei botanici del secolo scorso. Una componente importante è l’ambiente: spesso gli habitat vengono compromessi dall’uomo, e viene a mancare dunque l'ambiente idoneo su cui possono sopravvivere». Insomma, guardare ma non toccare. Per riempirsi l'anima di bellezza e tutelare la biodiversità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA