Superbonus e crediti bloccati, l'assessore Delli Noci: «Siamo spiazzati: ora faremo asse con altre Regioni»

Salgono i timori dopo lo stop del governo

Superbonus e crediti bloccati, l'assessore Delli Noci: «Siamo spiazzati: ora faremo asse con altre Regioni»
di Alessio PIGNATELLI
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Domenica 19 Febbraio 2023, 05:00

«Onestamente non ce lo aspettavamo. Tant’è che avevamo iniziato già a fare dei ragionamenti con l’associazione degli edili su possibili soluzioni. E ci stavamo muovendo in quella direzione, cercando di capire come poter rilevare i crediti incagliati. Ma così ci dobbiamo bloccare».
I timori sono dell’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, Alessandro Delli Noci. L’argomento è quello che riguarda il Superbonus e sta catalizzando le attenzioni - e, appunto, le preoccupazioni - di tutto il comparto edile e dei diversi enti: il divieto per le pubbliche amministrazioni ad acquistare i crediti derivanti dai bonus edilizi. Uno stop previsto nel decreto varato di recente dal consiglio dei ministri. Un caos che domina il mercato legato ai lavori edilizi semplificabile così: gli intermediari - in particolare le banche - avevano esaurito la loro capacità fiscale bloccando perciò l’acquisizione dei crediti. In tutto ciò, le imprese, fidandosi delle norme inizialmente introdotte, hanno eseguito lavori applicando lo sconto in fattura trovandosi a corto di liquidità. Il paradosso è quindi di avere in pancia miliardi di euro in crediti di imposta inutilizzabili. Nelle ultime settimane erano stati numerosi gli enti locali intervenuti per sbloccare la circolazione delle detrazioni. Il Piemonte aveva previsto di comprare da banche o intermediari crediti di imposta per circa 50 milioni all’anno, la Sardegna per 40-50 milioni al mese. 
Anche voi, assessore, stavate battendo quella strada come ha spiegato il presidente di Ance Puglia Nicola Bonerba?
«Innanzitutto le dico che siamo fortemente preoccupati. E sì, anche noi stavamo pensando a un percorso simile. Erano arrivate già tre proposte di legge da parte di consiglieri regionali, soprattutto stavamo lavorando con gli uffici dello Sviluppo economico, di Puglia sviluppo, del gabinetto del presidente per fare in modo di calcolare i tributi in nostro possesso da utilizzare. Un plafond tra la nostra Regione e le società partecipate». 
C’era già stato un incontro con l’associazione degli edili?
«Il presidente aveva già avuto una riunione con Ance per cercare una soluzione. Stavamo capendo come rispondere alla problematica, anche perché era in corso una mobilitazione delle varie Regioni per aiutare il comparto: ripeto, però, questo decreto frena le scelte».
Ci spiega come poteva funzionare il salvagente che avevate immaginato per disincagliare i crediti bloccati?
«Stavamo provando a fare un calcolo dei tributi regionali per poi acquisire quei crediti. Parallelamente, stavamo cercando di capire anche quante imprese pugliesi avevano la necessità di questi interventi. Quali erano i lavori, il loro stato. Insomma, una ricognizione generale. Chiaramente, il fabbisogno dei crediti era superiore ai tributi utilizzabili: avremmo dovuto fare una scelta rispetto ai lavori, alle tipologie, alle imprese. Stavamo dunque ragionando su quali potevano essere i beneficiari ma è ovvio che adesso il lavoro è totalmente annullato dal provvedimento». 
Qualche numero: circa mezzo miliardo di euro il valore dei crediti congelati in Puglia, 22.467 interventi e un investimento totale ammesso a detrazione di 3,595 miliardi di euro. E adesso? 
«Cifre a dimostrazione che è stata una misura importante per la rigenerazione urbana dei nostri territori, un’opportunità per tante famiglie di mettere in sicurezza i propri immobili e per rilanciare il settore edilizio. Come assessore posso dirle che intraprenderemo tutte le iniziative possibili in Conferenza Regioni: bisogna trovare una soluzione. Il tema è dare una risposta alternativa rispetto al rischio di un blocco totale del mercato. Spero che il governo trovi una strada e riesca a risolvere diversamente la problematica».
Altrimenti? Possibile un asse con Regioni di altro colore?
«Innanzitutto ci confronteremo con le Regioni che hanno già fatto decreti legislativi per capire quali azioni stanno intraprendendo. È chiaro, molte sono amministrate dal centrodestra come Piemonte e Sardegna: se hanno un filo diretto col governo è importante per noi creare un asse e aiutare il comparto. E se non sarà con l’acquisto dei crediti da parte nostra, bisogna necessariamente trovare una soluzione. Altrimenti, il sistema collassa».

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