Superbonus, la stretta: stop alla cessione crediti. Ance: «Chiudiamo tutto»

Superbonus, la stretta: stop alla cessione crediti. Ance: «Chiudiamo tutto»
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Venerdì 17 Febbraio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:32

Stop alla cessione dei crediti del superbonus e allo sconto in fattura. E scatta l’allarme dei costruttori edili della Puglia e non solo. Il divieto per le pubbliche amministrazioni ad acquistare crediti derivanti dai bonus edilizi è previsto nel decreto in materia di cessione dei crediti di imposta relativi agli incentivi fiscali varato ieri dal consiglio dei ministri. Le pubbliche amministrazioni, si legge, «non possono essere cessionari dei crediti di imposta» derivanti dall’esercizio delle dello sconto in fattura o di una cessione.

La ratio è quella di evitare nuovo debito pubblico. Il rischio, parallelo, è di mettere in ginocchio migliaia di lavoratori e aziende edili. «Il problema non è il superbonus. Il problema sono i meccanismi di cessione che sono stati designati. Chi ha disegnato quei meccanismi senza discriminazioni e senza discernimento, è lui, o lei o loro i colpevoli di questa situazione per cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti» ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.

Dall’entrata in vigore del decreto, con l’eccezione di specifiche deroghe per le operazioni già in corso, non sarà più possibile per i soggetti che effettuano tali spese optare per il cosiddetto «sconto in fattura» né per la cessione del credito d’ imposta. Inoltre, non sarà più consentita la prima cessione dei crediti d’imposta relativi a specifiche categorie di spese; resta invece inalterata la possibilità della detrazione delle importi corrispondenti. E, come detto, c’è anche il divieto, per le pubbliche amministrazioni, di essere cessionarie di crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali maturati con tali tipologie di intervento.

Il salvagente

Ma qual era il salvagente ideato da alcune regioni per evitare il fallimento di professionisti e imprese che, dopo aver praticato lo sconto in fattura e acquisito il relativo credito fiscale, non riescono a smaltirlo per la congestione del sistema? Semplificando: le Regioni acquisterebbero i crediti generati dai lavori agevolati con il superbonus e gli altri bonus edilizi, realizzati sul territorio, usandoli in compensazione dei propri oneri fiscali nei prossimi anni. Tutto però viene rimesso in discussione dallo stop del governo. Tant’è che si è scatenato un putiferio a partire dalla presidente dell’Ance nazionale, Federica Brancaccio, per la quale il provvedimento affosserebbe famiglie e imprese in nome «di un non si sa quale ragion di Stato».

La norma di fatto bloccherebbe la facoltà degli enti pubblici di acquistare i crediti incagliati derivanti dai bonus edilizi. «Il rischio è di vanificare il lavoro fatto finora e la straordinaria intesa trovata in termini di propositività, studi e meccanismi con Regione Puglia e con i vertici delle banche regionali - spiega il presidente di Ance Puglia Nicola Bonerba - Al di là delle diverse proposte, una legge regionale per risolvere in modo strutturale il problema dei crediti fiscali incagliati derivanti dai bonus edilizi era pressoché pronta. Se il Governo, senza individuare un’altra soluzione strutturale bloccasse l’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici, centinaia di imprese pugliesi rimarrebbero senza liquidità e i cantieri si bloccherebbero del tutto, con gravi conseguenze per migliaia di lavoratori e le loro famiglie». 

I numeri

Secondo i dati Mite – Enea al 31 gennaio 2023, il super ecobonus 110% ha reso possibile finora in Puglia 22.467 interventi volti all’efficientamento energetico per un investimento totale ammesso a detrazione di 3,595 miliardi di euro, creando alcune migliaia di nuovi posti di lavoro. «Non dimentichiamo che l’edilizia, soprattutto nel nostro territorio, è uno dei settori maggiormente trainanti l’economia salentina - evidenzia il presidente Ance Lecce, Valentino Nicolì - Bloccarlo significherebbe non solo chiudere le imprese, ma anche mettere in crisi intere famiglie che lavorano in questo settore. Non posso credere che il Governo pensi di fermare il processo di acquisto dei crediti da parte delle Regioni senza prima aver individuato una soluzione strutturale che eviti il tracollo». Una notizia che ha colto di sorpresa tutto il sistema Ance già in allarme per il protrarsi di una situazione di stallo che sta mettendo in ginocchio l’economia di interi territori visto il coinvolgimento di tutta la filiera dell’edilizia motore insostituibile del mercato interno. «Vietare l’acquisto dei crediti fiscali da parte degli enti pubblici, vorrà dire porre fine anche alla riqualificazione del patrimonio edilizio, considerando che i bonus fiscali sono stati decisivi per l’efficientamento energetico di molti edifici» aggiunge Nicolì.

Tracollo paventato anche da Fabio De Bartolomeo, presidente Ance Taranto: «Condividiamo lo sconcerto e le forti preoccupazioni espresse dalla presidente di Ance nazionale sul possibile alt del Governo all’intervento di Regioni ed enti locali per l’acquisito dei crediti bloccati delle imprese che hanno effettuato interventi su bonus edilizi. Senza soluzioni alternative, neanche quella proposta tempo fa da Ance e Abi, si rischia anche nel nostro territorio il fallimento di molte aziende e forti tensioni tra i cittadini. Non è questo il modo di affrontare una questione che da molti mesi attende invano una soluzione definitiva e strutturale. Ci auguriamo che questo ennesimo allarme possa rientrare e si possa finalmente offrire alle imprese in difficoltà finanziaria una via d’uscita per evitare chiusure e fallimenti».

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