Lecce verso il voto, Delli Noci incalza gli alleati: «Il candidato è Salvemini. Primarie? Fuori i nomi»

Lecce verso il voto, Delli Noci incalza gli alleati: «Il candidato è Salvemini. Primarie? Fuori i nomi»
di Paola COLACI
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Domenica 16 Luglio 2023, 05:00

In vista delle amministrative del 2024 ancora nervi tesi nel centrosinistra sull'ipotesi che il candidato sindaco di Lecce possa essere l'uscente Carlo Salvemini. Ma ora nel dibattito interviene l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci. E incalza gli alleati sulle primarie.

Alessandro Delli Noci, assessore regionale allo Sviluppo economico, è innegabile vi sia una certa tensione nella coalizione guidata nel governo cittadino da Carlo Salvemini. Cosa sta accadendo dal suo punto di vista?
«Intanto mi chiedo se questa querelle interessi veramente ai leccesi e possa essere annoverata tra le loro priorità che come cittadini vorrebbero vedere soddisfatte. Non vorrei diventasse una enorme perdita di energie e qualche volta anche di tempo alla ricerca di un candidato alternativo al sindaco uscente. L’idea che si sta diffondendo è che questa sia la personale battaglia di qualcuno contro Carlo Salvemini, e le dico di più, non Carlo Salvemini sindaco e amministratore ma Carlo Salvemini uomo. E questo non solo è controproducente per il bene di Lecce, non solo è irresponsabile nei confronti dei bisogni della città, ma è anche ingiusto. Una sorta di rito autoassolutorio di una classe dirigente che mi sembra abbia meriti ed eventuali colpe semmai condivise».

Cosa intende dire?
«Voglio dire che è lecito che qualcuno abbia l’ambizione di diventare il sindaco della città, non capisco perché però non lo si dica direttamente e si preferisca piuttosto usare vari tatticismi per delegittimare il sindaco attuale, la sua giunta e l’intera maggioranza come si sta facendo in questi giorni. Perché ci sono dei punti che non tornano: durante il primo e unico tavolo della coalizione a cui ho preso parte, non ci si è concentrati sulla traiettoria, sulla rotta da seguire, ci si è concentrati sul timoniere senza considerare che tutto quello che si è fatto in questi anni – e le assicuro che moltissimo è stato fatto e che naturalmente tutto può essere migliorato – è frutto non del lavoro di una sola persona ma di una squadra intera che era intorno a quel tavolo. Non si può parlare di futuro, di programmi da costruire in tavoli e riunioni se prima non si analizza nel dettaglio tutto quello che si è fatto e, soprattutto, se non ci si impegna, in questo anno che manca alle nuove elezioni, a portare a termine tutti i punti contenuti nel programma elettorale per il quale i leccesi ci hanno scelto. È quel programma la rotta, e non esiste un progetto futuro se non lo agganciamo al progetto attuale, da un punto di vista programmatico e politico. Non possiamo permetterci di perdere tempo, il tempo deve essere utilizzato per completare il mandato amministrativo, recuperare gli errori e spiegare le scelte. Nel 2019 abbiamo chiesto un voto per il cambiamento, che non è mai semplice e comporta delle scelte di discontinuità».

Alcuni errori, però, a detta anche dei cittadini, ci sono stati.
«Chi non fa non sbaglia e il bravo amministratore è quello che sbaglia di meno. Questo significa che è evidente che degli errori ci siano potuti essere, errori che probabilmente occorre inquadrare in un contesto di grande difficoltà, il pre-dissesto prima e la pandemia dopo non hanno reso semplice e agevole il lavoro di questa Amministrazione. In ogni caso, devono essere corretti, ma non si tratta di errori insormontabili, si tratta per esempio di riuscire a coniugare esigenze diverse che non è sempre scontato, così come è accaduto con l’ordinanza sugli orari di chiusura della Movida leccese.

Si è giunti ad un compromesso che potesse guardare sia alle esigenze giuste degli esercenti sia a quelle di chi vive nel centro storico».


E rispetto ai tanti cantieri e alle “troppe piste ciclabili” a detta dei detrattori, qual è il suo giudizio?
«Mi permetta di dire, innanzitutto, che nel 2019 abbiamo accolto e portato avanti priorità dei nostri concittadini che ci chiedevano, per esempio, di mettere in sicurezza e riqualificare la stazione ferroviaria, di effettuare il completo rifacimento delle strade e dei marciapiedi rendendoli accessibili, di estendere la raccolta differenziata alle marine e alle case sparse, di ripensare il centro storico e da qui il progetto del rifacimento di piazzetta De Santis e delle piazzette contermini al Castello Carlo V fino ad arrivare all’Anfiteatro. Potrei fare un lungo elenco che include il Piano del Commercio, il Piano della Mobilità, il Piano delle Coste, ma non avrebbe senso. Quello che voglio dire è che tanti cantieri in città – con i relativi disagi naturalmente – significano capacità progettuale e programmatica, capacità di intercettare risorse che hanno scadenze dettate dai fondi a cui si attinge. Tra Cis, Pnrr, fondi regionali e altri nazionali, questa Amministrazione ha intercettato e ottenuto oltre 150 milioni di euro. Può questo essere considerato un dato trascurabile? Un’ultima cosa per me centrale: la città ci ha chiesto di governare su due principi cardine, quelli della trasparenza e della legalità, e noi abbiamo costruito un modello amministrativo diverso, una storia nuova di cui essere orgogliosi. Amministrare una situazione economica difficile e non mettere più la polvere sotto il tappeto è stata una scelta difficile ma è quello per cui i leccesi ci hanno scelto. Questo deve ricordarlo tutta la coalizione: si può tornare indietro, ma non col Movimento civico che rappresento».


Da più parti è stato fatto il suo nome come possibile alternativa a Carlo Salvemini. È un’ipotesi che sta valutando?
«No, io ho già un candidato sindaco che è Carlo Salvemini, con cui ho costruito un progetto di cambiamento e con cui intendo andare avanti. Personalmente, sono stato votato per occuparmi della Regione Puglia, del Salento e della mia città. Lo faccio con grande impegno, in collaborazione col sindaco Salvemini e con tutti i sindaci della provincia di Lecce. Sarò impegnato in prima persona come lo sono quotidianamente, dando il mio contributo in un confronto costante col sindaco, convinto che Lecce e il Salento abbiano un ruolo strategico per l’intera regione. Questo dà senso alla mia presenza e al mio ruolo politico e amministrativo in Regione Puglia, dove posso portare le istanze di ogni territorio provando a supportare e valorizzare ogni comunità».

Parte della coalizione però chiede le primarie. Cosa pensa di questo strumento?
«Rispetto alla Primarie, se la coalizione ha necessità di un confronto politico interno rispetto a punti di vista differenti, ma sotto il cappello di una visione univoca, allora le Primarie possono essere uno strumento utile, ma vanno stabilite entro 15 giorni regole, date e potenziali candidati per la chiarezza che meritano questa coalizione e soprattutto i leccesi. Se invece non si condivide il percorso fatto sinora, nonostante ogni delibera sia sempre approvata sia in Giunta sia in Consiglio, significa che si è nella coalizione sbagliata e che bisogna avere il coraggio di percorrere altre strade, di costruire un proprio progetto politico come feci io a tanti insieme a me nel 2017. Quando si crede in un progetto bisogna avere il coraggio delle proprie idee. Altrimenti è solo propaganda politica».
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