Sblocca trivelle, Regione pronta a «iniziative forti»: parla l'assessore Delli Noci

Sblocca trivelle, Regione pronta a «iniziative forti»: parla l'assessore Delli Noci
di Paola ANCORA
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Venerdì 13 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14:03

Alessandro Delli Noci, assessore regionale allo Sviluppo economico, il Pil pugliese nel 2021 è cresciuto del 6,6% ed è aumentato del 4,6% il reddito imponibile dei pugliesi. A questo proposito, lei ha detto che lo scenario internazionale attuale la preoccupa e che siete al lavoro «per contrastare questa nuova ondata di crisi, pianificando una politica di sostegno che sia sempre più attrattiva e in grado di accompagnare le nostre imprese verso le nuove sfide della transizione digitale ed energetica». Che tipo di sostegno sta immaginando?
«I dati Istat sono incoraggianti e testimoniano che, grazie ai fondi messi a disposizione dall’Europa, da noi programmati con celerità insieme a Puglia Sviluppo e grazie anche alla capacità delle imprese di intercettarli, il sistema economico produttivo ha retto e si è rilanciato. L’attrattività della Puglia è legata agli incentivi messi a disposizione delle imprese - come accade per Cnh Industrial a Lecce che sta assumendo diverse unità e sta avviando il nuovo impianto di verniciatura - e anche, come diceva Tronchetti Provera a proposito dell’investimento di Pirelli nella nostra regione, per lo stretto collegamento con il mondo della ricerca e della formazione. Domani (oggi,ndr) a Bari inaugurerà il centro Atos, che potrebbe aprire una sede anche a Lecce creando diverse centinaia di posti di lavoro. Non solo. La prossima settimana verrà presentato l’investimento di Oviesse, sempre a Bari, con un centro di riconfezionamento capi».

Da qui alla primavera si giocherà la delicata partita della nuova programmazione dei fondi Ue. Quali investimenti dobbiamo attenderci?
«Siamo nella fase di completamento e predisposizione dei bandi che approveremo nelle prossime settimane e pubblicheremo in primavera. Avranno come obiettivo la rigenerazione urbana, l’economia circolare, la digitalizzazione e l’internazionalizzazione e saranno disponibili più risorse che in passato perché abbiamo dimostrato di saper spendere bene. Quelle risorse saranno un incentivo importante per generare occupazione, sviluppo e, personalmente, sono molto concentrato per creare le condizioni perché i tanti pugliesi che sono fuori o si riconnettano con la Puglia o, ancora meglio, trovino le condizioni per tornare a casa».
 

Restando nel mondo delle imprese. Per rilanciare l’occupazione, il presidente della task force regionale per il lavoro, Leo Caroli, ha suggerito il riconoscimento, a ciascuna azienda che vorrà investire in Puglia, della somma di 20mila euro per ogni lavoratore ricollocato. Il presidente di Confindustria Puglia Sergio Fontana si è detto d’accordo. Lei cosa ne pensa?
«L’idea è naturalmente condivisibile, ma gli attuali regolamenti comunitari sono restrittivi in tal senso, come ha evidenziato lo stesso Caroli».

Assessore sulle Zes tutto appare procedere a rilento. È così? C’è qualche problema?
«A rilento rispetto a cosa? Tutte le piattaforme sono on line, gli incentivi ci sono.

Il vero nodo, a mio parere, è rivisitare la perimetrazione delle aree bersaglio allargandola perché sia più semplice facilitare insediamenti produttivi strategici nelle vicinanza degli snodi logistici regionali». 

Sta dicendo che le aree attuali non si sono rivelate efficaci?
«No. Dico che l’attività dello Sportello unico è cominciata da pochi mesi e che in un territorio vasto come la Puglia gli insediamenti produttivi continuano ad avvenire, ma non sempre in zona Zes. Per di più nella nuova programmazione dei fondi Ue sarà inserito un pacchetto aggiuntivo di misure di incentivazione per attrarre gli investimenti sulle Zes, pacchetto cui affiancheremo una campagna di promozione internazionale delle misure».

Sblocca-Trivelle, il Governo ha posto la fiducia, la Puglia già protesta con lei in prima fila. Valuterete la possibilità di impugnare la legge? O un’altra iniziativa forte come questa?
«Sicuramente nulla è escluso e pensiamo a una iniziativa forte, sì. La sfida della transizione ecologica non prevede passi di lato o indietro. Quello del Governo lo è. Dobbiamo spingere sulle rinnovabili perché la Puglia diventi un vero hub energetico. Il suo protagonismo sarà strategico per il Paese, ma soprattutto per i pugliesi. Anche da qui deriva la scelta forte, e che sappiamo condurci su una strada in salita, rispetto alle compensazioni energetiche».

Cosa intende? Il Governo ha impugnato la norma regionale. La “salita” cui accenna è questa del braccio di ferro giudiziario?
«Proveremo a intavolare un dialogo con il ministero, perché non intendiamo recedere dal nostro intento che, siamo convinti, contribuirà a risolvere i classici contrasti causati dalla sindrome Nimby – Not in my backyard – che tante infrastrutture ha frenato in questi anni. La norma sulle compensazioni può essere un viatico fruttuoso al coinvolgimento delle comunità locali, può contribuire a crearne di energetiche».

Assessore l’altra faccia delle rinnovabili è il paesaggio, sfregiato dal proliferare degli impianti senza una programmazione specifica. Il sottosegretario Sgarbi ha annunciato, per questo, la volontà di apporre un vincolo al paesaggio rurale della Puglia. E i suoi colleghi di Giunta, Pentassuglia e Maraschio, sono d’accordo con lui. Lei che dice?
«Questo territorio è stato molto più ferito dalle grandi produzioni industriali che hanno provocato danni all’ambiente e alla salute – si pensi a Taranto o a Brindisi, che sono le nostre priorità – piuttosto che da quanto creato negli ultimi anni. L’hub energetico pugliese si può realizzare a condizione di preservare il paesaggio, che – va precisato - attraverso le rinnovabili non muta in maniera permanente, come avviene con le trivelle. La sfida della Regione Puglia è quella della decarbonizzazione e noi lavoriamo con questa finalità, come stiamo dimostrando attraverso un pionierismo strategico nell’avvio della Hydrogen Valley, di cui abbiamo pubblicato un bando per complessivi 40 milioni di euro per la realizzazione di impianti che puntino alla riconversione energetica di aziende inquinanti e che rivalorizzino aree industriali dismesse». 

E tuttavia converrà che un impianto fotovoltaico stia meglio su un tetto che in una campagna. 
«Ma quanti tetti dovrebbero servire per soddisfare il fabbisogno energetico pugliese? Noi siamo stati i primi a incentivare le aziende a installare il fotovoltaico sui tetti, sostenendole nella copertura dei costi. Lo stiamo facendo anche con i cittadini avendo introdotto il reddito energetico. Tutti risultati niente affatto secondari».

Lei insiste spesso sul revamping degli impianti esistenti, cioè sull’ammodernamento. E le nuove richieste? Come si sta procedendo sulle domande di nuovi insediamenti?
«Le stiamo valutando una a una perché continuano ad arrivare. Attendiamo, poi, la conversione del decreto del maggio scorso che identifica le aree idonee per il fotovoltaico e che allargherà di molto le maglie».

E nel frattempo la Puglia resta ferma?
«No. Ci muoviamo immaginando i sistemi di accumulo. Ne abbiamo autorizzati quattro. Così verrebbe “chiuso” il ciclo delle rinnovabili, la cui energia va appunto accumulata per poterla sfruttare quando sole e vento non ci sono».

Chiudiamo il capitolo energia: il nuovo Piano energetico regionale sarebbe in dirittura d’arrivo. Lo conferma? Quando sarà pronto?
«Ci stiamo lavorando e siamo in fase molto avanzata». 

Anche sullo scalo di Surbo, dopo lo stanziamento da parte del Cipess dei primi 10 milioni per la riqualificazione lo scorso settembre, tutto sembra essersi fermato.
«Attendiamo che Ferrovie completi la fase di progettazione della riqualificazione. Ma intanto siamo stati sollecitati e siamo in contatto con possibili fruitori dello scalo, anche prima che la riqualificazione sia completata. Siamo pronti a cogliere al volo queste opportunità: lo scalo vedrà sicuramente la luce».

Le Regionali 2025 fanno già capolino nel dibattito politico pugliese. Il braccio di ferro sotterraneo fra Antonio Decaro e Michele Emiliano, il Pd diviso, i 5Stelle che vogliono contare al tavolo delle decisioni. E i civici di Con – ormai strutturato ormai in un partito con uno statuto che ha firmato anche il presidente Emiliano – cosa fanno, stanno a guardare?
«Siamo concentrati sull’attività di governo. La politica, negli ultimi anni, commette spesso un errore: pensare al mandato successivo e mai a quello per cui si è stati eletti. E badi, non si tratta di portare la palla in calcio d’angolo, ma mancano ancora tre anni alle Regionali e dobbiamo ancora portare avanti tante attività del programma elettorale sul quale abbiamo chiesto la fiducia dei pugliesi. Per chiederla loro nuovamente, dobbiamo prima realizzare quanto abbiamo promesso».

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