Ferrovie Sud Est, la svolta nelle mani di Regione e governo

Ferrovie Sud Est, la svolta nelle mani di Regione e governo
di Alessandra LUPO
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Sabato 21 Novembre 2015, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 1 Novembre, 23:47

Disagi e inadeguatezze del servizio, che in questi giorni Quotidiano sta raccontando attraverso una serie di reportage e grazie alle segnalazioni degli utenti, si incrociano con i numeri delle Ferrovie del Sud Est, a partire da un debito di 240 milioni di euro.

La società che gestisce i trasporti ferroviari e automobilistici di quattro province pugliesi, il cui socio unico è il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, rappresenta infatti una comprovata “anomalia” nella gestione dei servizi di questo tipo, un problema irrisolto su cui la politica si arrabbatta da decenni e su cui anche la magistratura ha infine acceso il suo faro. Ma al di là dei procedimenti in corso, districare il nodo delle Sud Est non sembra impresa facile, nemmeno a livello romano, dove pure il vento è cambiato. Sulla vicenda infatti sono state richieste indagini ministeriali (da parte del Movimento 5 Stelle), presentate interrogazioni parlamentari (Pd e Sel). Ma ad oggi nulla si è ancora mosso realmente e gli stessi parlamentari non nascondono una certa frustrazione nel trattare con questa sfuggente cratura, con la testa governata dalle Stato e il corpo adagiato sulla Puglia meridionale.

Gli stessi rapporti con la Regione - gestiti attraverso il contratto di servizio - per molti aspetti sembra appartenere a un’epoca passata, un po’ come le littorine ancora in servizio su alcune delle tratte più battute del Salento.

Non è un caso che anche una possibile audizione del numero uno delle Ferrovie del Sud Est Luigi Fiorillo appaia ai più un’azione non risolutiva.

Dal Pd, per esempio, che ha posto la questione con un’interrogazione parlamentare a firma di tutti i deputati pugliesi (tranne Federico Massa, che da avvocato rappresenta Fiorillo nell’indagine sull’acquisto dei convogli), Salvatore Capone sottolinea come la priorità al momento sia l’ammodernamento della linea e il cambio di gestione, ridimensionando il ruolo di Fiorillo nelle decisioni.

D’altronde, diversamente dal caso Frecciarossa, in cui il ruolo delle commissioni Bilancio e Trasporti si rivelò fondamentale per capire come stavano realmente le cose, qui l’interlocutore non appare il managent, espresso politicamente, ma la politica stessa.

Anche Rocco Palese, vicepresidente della commissione Bilancio della Camera, non esclude un interessamento del Parlamento in una possibile audizione, ma definisce Fiorito «un semplice esecutore del contratto». Secondo Palese a occuparsi della questione dovrebbe essere la Regione Puglia: «Il Piano dei trasporti regionale non verifica il fabbisogno dell'utenza da anni -spiega il deputato-. Eppure, nonostante la presa d’atto dei problemi non è mai stato corretta l’impostazione data da Mario Loizzo quando era assessore ai Trasporti della prima giunta Vendola e che ovviamente nel tempo è stata superata. Mi meraviglio - prosegue Palese - di come la commissione Trasporti regionale non abbia convocato sinora le Sud Est: tutti sanno che esistono treni su cui l’utenza viaggia come in una scatola di sardine e altri che si spostano a vuoto, ma nessuno fa nulla».

Il senatore di Sel Dario Stefàno, autore di un’altra interrogazione al ministro ai Trasporti Delrio, che già a settembre si chiedeva se il ministero fosse a conoscenza della situazione debitoria della società e dei disservizi alla popolazione, fu tra coloro che in Regione si spesero per l’acquisizione delle Sud Est su cui la giunta Vendola ha provato e riprovato ma senza cavarne un ragno dal buco. «Il governo avrebbe potuto dare un segnale - spiega Stefàno -, ma non lo ha fatto e ha confermato la governance attuale. Ecco perché ho voluto portare il caso in Parlamento», conclude il senatore. Ma non tutti credono che le Sud Est debbano passare alla Regione.

Dal M5S Diego De Lorenzis, che fa parte della Commissione Trasporti della Camera spiega: L’infrastruttura alla Regione? «Il pericolo è che diventi come Aeroporti di Puglia, meglio che passi a Rfi e il servizio sia regionale, con selezioni pubbliche e più trasparenza - spiega il deputato pentastellato - intanto si proceda a un’indagine seria che abbiamo già richiesto al ministero. E poi si tenga la politica lontana dalla gestione delle ferrovie».