Scuola, ancora un cambio: «Lezioni in base alla curva». I presidi: «Dalla Regione decisioni pasticciate». Proteste in piazza a Lecce

Scuola, ancora un cambio: «Lezioni in base alla curva». I presidi: «Dalla Regione decisioni pasticciate». Proteste in piazza a Lecce
di Maria Claudia MINERVA
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Lunedì 2 Novembre 2020, 08:11 - Ultimo aggiornamento: 11:46

«Nessuno sa quanto durerà l'epidemia, probabilmente faremo una serie di stop&go che non sono contraddizioni ma la naturale gestione di una pandemia». È quanto avrebbe detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, durante l'incontro di ieri mattina con il governo: «Alla luce di questi stop&go la didattica in presenza può essere interrotta», ha aggiunto, spiegando di «capire bene i problemi organizzativi delle famiglie, studiamo un meccanismo per fargli prendere babysitter o congedi parentali».
In attesa del nuovo Dpcm di Conte, che dovrebbe arrivare tra oggi e domani, si naviga nell'incertezza totale. Famiglie e presidi continuano a bocciare senza appello la decisione del governatore della Puglia di chiudere le scuole e sospendere le lezioni in presenza, sostituite dalla didattica a distanza fino al 24 novembre. Salve solo l'infanzia, i laboratori e la didattica speciale. Resta comunque lo scompiglio sia a scuola, dove i presidi ogni giorno sono costretti a rivedere l'orario, sia a casa, con i genitori che non sanno come organizzarsi tra figli e lavoro. E che a Lecce, questa mattina, si sono ritrovati in piazza Sant'Oronzo per protestare e chiedere l'immediata apertura degli istituti scolastici. 


L'assessore regionale alla Sanità, l'epidemiologo Pierluigi Lopalco, nei giorni scorsi ha detto che stanno «studiando soluzioni che già dalla prossima settimana (cioè questa) potrebbero permettere ai bambini più piccoli delle scuole elementari di riprendere la didattica in classe», perché «la didattica a distanza è meno efficace e perché comporta molti disagi alle famiglie che devono accudire i bambini piccoli a casa». L'assessore ha indicato anche la strada dei test antigenici: «Stiamo accelerando la distribuzione dei tamponi rapidi, si tratta di una tecnologia nuova». Un esame che permettere di avere in tracciamento, considerato che ciò che non ha funzionato in Puglia è stata soprattutto l'impossibilità di effettuare contact tracing e tamponi dopo i casi che si sono verificati nelle scuole. Di qui la chiusura.


Intanto c'è da considerare cosa farà il governo. Le ultime parole pronunciate dal presidente del Consiglio sulla scuola sono sembrate più di un avvertimento: «La curva sta subendo un'impennata così rapida che rischia di mettere in discussione la didattica in presenza».

E a quanto pare Conte starebbe concretamente valutando l'ipotesi di consentire la didattica in presenza fino alla seconda media e quella a distanza a partire dalla terza media in poi per tutti. Nel caso in cui questa ipotesi fosse veritiera la Puglia potrebbe adeguarsi oppure come ha anticipato Emiliano prevedere degli stop&go a seconda della curva epidemiologica e del numero di casi riscontrati tra gli studenti e il personale docente.


Amareggiati i presidi pugliesi: «Credo che si andrà inevitabilmente verso un inasprimento delle misure sulla scuola che prevedono l'allontanamento degli studenti - sottolinea il presidente dell'Anp Puglia, Roberto Romito -. La Regione ha fatto un'ordinanza un po' pasticciata, cercando di contemperare quello che è il Dpcm fino ad oggi, che lascia le scuole del primo ciclo intatte e chiude il 75% delle scuole del secondo ciclo, e la scelta dello stop per tutti. L'ordinanza di Emiliano è andata oltre, poi è ritornata indietro con una raccomandazione per cui si potrebbero tenere a scuola gli alunni Bes insieme a un gruppetto di loro compagni, purché non superiori al 25%, di fatto estendendo il Dpcm a tutti gli ordini di scuola. Però questo ha provocato molto sconcerto perché i colleghi non sanno più cosa fare, cambiano un orario al giorno. Con questa ultima disposizione, ammesso che si trovino alunni disposti ad andare a scuola, perché poi molti genitori, anche se alcuni hanno protestato contro lo stop, non sono disposti a mandare a scuola i figli con disabilità che considerano più fragili. C'è una situazione contradditoria tra le richieste dell'utenza, le richieste del governo e le imposizioni della giunta di Emiliano - insiste Romito -. Bisognerebbe che il governo mettesse ordine su tutta questa questione, non è possibile che le Regioni se ne vadano in questo modo incontrollato. La scuola è un luogo sicuro, oggi i nostri sforzi durati un'estate intera sono vanificati».


Anche i genitori continuano a rimanere sul piede di guerra, ritenendo ingiusta l'ordinanza di Emiliano. Dopo le manifestazioni di protesta, i ricorsi al Tar contro lo stop deciso dal governatore. Due giorni fa ad appellarsi ai giudici amministrativi sono stati una trentina di genitori di Lecce e provincia. Ma a questo proposito vale la pena ricordare che il Tribunale amministrativo ha già rigettato l'istanza cautelare di sospensione dell'ordinanza regionale sulla chiusura delle scuole presentata la settimana scorsa da un altro gruppo di genitori.

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