Ricetta medica digitale: 3 regioni su 10 sono lente. Servizio attivo in Puglia. A cosa serve

Partita la campagna di informazione sul Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 "Sicuri della nostra salute". Ma da lunedì 22 aprile fino al 30 giugno 2024 sarà possibile opporsi all'inserimento automatico nel fascicolo dei dati e documenti sanitari

Ricetta medica digitale: 3 regioni su 10 sono lente. Servizio attivo in Puglia. A cosa serve
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Lunedì 22 Aprile 2024, 08:22 - Ultimo aggiornamento: 09:26

In Italia il 90% delle ricette mediche è digitale, ma il Paese deve ancora fare dei passi avanti. Secondo i dati disponibili 3 Regioni su 10 sono lente. Il passaggio alla ricetta dematerializzata deve essere ancora effettuato. Sul portale della Regione Puglia è già attivo il servizio, entrato in funzione lo scorso mese di marzo seguendo le date del processo di dematerializzazione in Italia, e che serve per prenotare una prestazione sanitaria. A cosa serve e come funziona la ricetta digitale? E da oggi - 22 aprile - sarà possibile opporsi all'inserimento automatico nel fascicolo dei dati e documenti sanitari. 

I numeri in Italia.

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La ricetta elettronica

La Ricetta Bianca Elettronica (o RBE) è operativa in parte del paese dal 31 gennaio. Al momento ha solo affiancato quella cartacea ma non l'ha sostituita anche perché al momento non esiste alcun obbligo per i medici sulla prescrizione in modalità digitale delle ricette bianche. In base al cronoprogramma ad oggi regioni e province autonome che hanno dato l’avvio alla ricetta dematerializza sono: Piemonte, Valle d’Aosta, Bolzano, Trento, Emilia-Romagna, Sicilia, Lombardia e Veneto. Quindi la Puglia a partire dal 31 marzo insieme a Friuli-Venezia Giulia e, dal 4 aprile, Basilicata e Sardegna.

Il report

Cresce l'infrastruttura e le funzionalità, e la ricetta sanitaria elettronica raggiunge in Italia il 90% di quelle emesse. Alla sanità digitale italiana, però, manca da percorrere l'ultimo miglio della reale implementazione dei servizi così come del governo dei Big data e dell'interoperabilità delle piattaforme che ancora spesso non parlano fra di loro impedendo il pieno utilizzo dei dati. È questo il profilo dell'Italia che emerge da un rapporto («Esplorare il panorama della sanità digitale nella regione europea dell'OMS: profili dei paesi della salute digitale») dell'Ufficio Europeo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. «Il settore sanitario sta vivendo una profonda trasformazione segnata dalla crescente integrazione delle tecnologie sanitarie digitali», si legge nel rapporto. L'Italia, in questo processo, è tra i Paesi che si piazza meglio in Europa. È dotato del tempo di una strategia per la sanità digitale, che occupa un posto importante nella Missione 6 del Pnrr. Esiste un Fascicolo Sanitario Elettronico nazionale, anche se, secondo la rilevazione (che però si ferma al 2022), lo strumento è disponibile solo nel 70% delle Regioni e solo il 59% strutture sanitarie è in grado di accedervi.

Il Fascicolo Sanitario Elettronico

Da questo punto di vista, la scorsa estate il ministero della Salute, in accordo con le Regioni, ha varato il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 dovrebbe portare a un salto di qualità e consentire ai cittadini di consultare dati clinici, accedere a prestazioni di telemedicina, prenotare prestazioni sanitarie, ma anche ai medici di analizzare i dati clinici degli assisti.

Su questo fronte, il rapporto Oms rileva che già oggi oltre l'85% dei medici di famiglia è dotato di sistemi potenzialmente in grado di condividere in maniera sicura informazioni le cliniche con gli altri professionisti, di ricevere i referti in caso di ricovero in ospedale dei loro pazienti ei risultati degli esami di laboratorio. È invece del 90% la quota di prescrizione fatta in modalità elettronica. L'Italia si caratterizza a livello europeo anche per avere uno dei quadri normativi più solidi, specie per quel che riguarda la tutela della privacy. In questo ambito, la maggiore criticità è la tutela del diritto dei cittadini di richiedere la cancellazione dei propri dati dal fascicolo sanitario. Siamo indietro, invece, nel governo dei Big Data da parte delle istituzioni, così come sul fronte dell'interoperabilità tra le diverse piattaforme (solo 1 Regione su 2 ha una strategia in merito). C'è da lavorare, inoltre, anche sull'alfabetizzazione sanitaria digitale, specie dei cittadini. Da questo punto di vista è scarsa o inesistente la disponibilità di portali e app istituzionali per la promozione della salute, la gestione delle emergenze e la valutazione dei servizio sanitario.

La campagna di informazione

Intanto è partita la campagna di informazione sul Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 «Sicuri della nostra salute». In linea con quanto disposto dall'Autorità garante per la protezione dei dati personali, la campagna informa anche sulla possibilità di opporsi all'inserimento automatico nel fascicolo dei dati e documenti sanitari generati da eventi clinici riferiti alle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale prima del 19 maggio 2020. Sarà possibile quindi esprimere la facoltà di opposizione da lunedì 22 aprile fino al 30 giugno 2024 tramite il servizio «FSE - Opposizione al pregresso» disponibile on line nel Sistema Tessera Sanitaria (TS).

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