Fondo per Rsa e centri diurni, la Regione stanzia 199 milioni

Fondo per Rsa e centri diurni, la Regione stanzia 199 milioni
di Alessandra LUPO
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Mercoledì 17 Maggio 2023, 05:00

Il contenimento della spesa determinato dal disavanzo in sanità non intaccherà il budget che la Puglia destina per il 2023 alle prestazioni delle strutture sociosanitarie accreditate. 
La Giunta ieri ha infatti determinato il “Fondo invalicabile di remunerazione regionale” per l’anno in corso, destinato all’acquisto delle prestazioni da Rsa e Centri diurni, che ammonta a 199 milioni 612mila euro. Scelta che conferma il piano dello scorso anno facendo tirare un sospiro di sollievo agli operatori, che temevano la mannaia dei tagli. Ma che introduce anche alcune novità sui requisiti. 

Il Fondo


«Il Fondo unico di remunerazione non comporta maggiori oneri a carico del Fondo Sanitario Regionale in quanto rientra nelle quote del fondo indistinto assegnato alle Aziende Sanitarie Locali - spiega l’assessore con delega alla Sanità Rocco Palese -. Nonostante i problemi economici, l’ente ha ritenuto di dare priorità a questo tipo di servizio, necessario a venire incontro alle esigenze di utenti e famiglie». 
Il fondo sarà così ripartito: 64 milioni andranno alla Asl Bari, 43 milioni alla Asl di Lecce, 29 milioni alla Asl di Taranto, 27 a quella di Foggia, 18 alla Asl di Brindisi e 16 alla Bat. In Puglia le strutture autorizzate a operare nell’ambito dei servizi sociosanitari sono in tutto 212, di queste le Rsa che trattano pazienti non autosufficienti sono 91, i centri diurni 35, le Rsa per disabili sono invece 28, mentre i centri diurni per disabili sono 58. 
Il maggior numero si trova in provincia di Bari (67) e Lecce (73). A seguire Foggia, Taranto, Brindisi e Bat. Il 79% delle strutture verificate, pur avendo ottenuto parere favorevole da parte del competente Dipartimento di prevenzione, possiede però carenze sui requisiti organizzativi previsti dalla legge. Nella maggior parte dei casi si tratta di un disallineamento dovuto alla carenza di personale. Ma le verifiche effettuate ai fini dell’accreditamento risultano a macchia di leopardo. Nella tabella allegata alla delibera, con cui l’ente ha deciso di mettere in chiaro le criticità, risulta infatti che il Dipartimento di Prevenzione della Asl brindisina, ad esempio, non ha effettuato alcuna verifica dei requisiti né ai fini delle conferme delle autorizzazioni né ai fini del rilascio degli accreditamenti.

Per questo si è deciso di dare ai direttori dei dipartimenti di prevenzione un minite stringente: avranno tempo fino al 31 agosto per concludere le attività di verifica, pena l’esclusione delle strutture dagli accreditamenti regionali, che intanto sono stati adeguati al rialzo.

Le linee guida


Ai direttori sono state fornite le linee guida necessarie per gli accreditamenti, su cui in ogni caso la Regione vigilerà. 
La sottoscrizione di accordo contrattuale mediante utilizzo dello schema-tipo di contratto potrà avvenire soltanto a seguito di rilascio da parte della
Regione di provvedimento di conferma dell’autorizzazione all’esercizio e di accreditamento, entro il limite massimo di posti accreditati. Inoltre, ai fini del monitoraggio della spesa e del rispetto delle disposizioni dettate dalla Regione, gli accordi contrattuali sottoscritti con le strutture sociosanitarie dovranno devono essere trasmessi entro il 30 giugno al Servizio Strategie e Governo dell’Assistenza alle persone in condizioni di fragilità – Assistenza Sociosanitaria. 
Nella stessa seduta la Giunta ha anche istituito il Tavolo Tecnico Regionale delle Professioni sanitarie sul fabbisogno formativo che sarà composto dai Presidenti degli Ordini professionali delle varie categorie mediche e infermieristiche e un componente del direttivo da lui nominato. 
Il Tavolo Tecnico delle Professioni sanitarie sul fabbisogno formativo si occuperà di esprimere parere consultivo sulla formazione di base e post laurea, sui fabbisogni delle singole professioni sia dal punto di vista formativo che professionale, sulla qualità della formazione, sull’evoluzione dei singoli profili professionali dal punto di vista dello sviluppo delle conoscenze e delle opportunità formative, sui progetti sanitari regionali che attengono al riconoscimento e valorizzazione delle conoscenze e competenze dei singoli profili professionali, su progetti di legge regionale d’interesse formativo e di valorizzazione delle rispettive competenze professionali. 

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