La Puglia resta in rosso: incidenza dei contagi ancora alta. Pesano anche i troppi ricoveri

La Puglia resta in rosso: incidenza dei contagi ancora alta. Pesano anche i troppi ricoveri
di Francesco G.GIOFFREDI
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Sabato 17 Aprile 2021, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 08:00

I fondamentali migliorano, ma non abbastanza. E la Puglia resterà ancora per una settimana, la sesta consecutiva, zona rossa. Insieme con Sardegna e Val D'Aosta, le uniche tre regioni al massimo grado di restrizioni. La curva pandemica pugliese dovrebbe aver raggiunto il picco, o almeno così assicurano in Regione da qualche giorno, con dichiarazioni imbevute di moderato ottimismo, a cavallo tra numeri e tatticismo politico. Tuttavia, la discesa è appena al principio. Ed è ciò che raccontano e confermano i dati del monitoraggio settimanale curato da ministero della Salute e Istituto superiore di sanità.

I fattori decisivi

Due highlights chiave: l'incidenza dei nuovi casi ogni 100mila abitanti è oltre soglia, pari a 260 (250 il livello di guardia, 182 la media italiana, il dato pugliese una settimana fa era di 258); il tasso di occupazione dei posti letto continua a infrangere, e non di poco, il tetto fissato a livello nazionale, è al 48% per le terapie intensive e al 50% per gli altri reparti Covid (18 e 10 punti percentuali oltre il limite). Del resto, la pressione ospedaliera risente dell'ondata di contagi di questi mesi. Finché non si raffredderanno l'impatto dei nuovi casi e la saturazione ospedaliera, la Puglia resterà colorata di rosso. Con tutto quel che ne consegue. Complessivamente però, la tabella ministeriale lascia intravedere primi segnali di miglioramento: la classificazione di rischio è moderata, Rt (il tasso di riproduzione del virus) è ulteriormente arretrato al valore di 0,89.

Perciò sotto l'unità, altra soglia cruciale.

Il bollettino del 16 aprile


Prima di approfondire ulteriormente la fotografia scattata dal monitoraggio, è doverosa una parentesi sul bollettino quotidiano. Drammatico il dato sui decessi, evidentemente anche questo frutto dell'onda lunga dei contagi delle ultime settimane: 50 morti registrati in ventiquattr'ore. In tutta Italia sono stati 429. E poi ci sono i nuovi casi: su 13.399 tamponi, 1.537 nuovi positivi, 11,4% (giovedì la percentuale era del 14%). Dei nuovi contagi, 562 sono in provincia di Bari, 328 in provincia di Taranto, 266 in provincia di Foggia, 161 in provincia di Lecce, 119 nella provincia Bat, 1 caso di residente fuori regione, e 3 casi di provincia di residenza non nota. Questa la ripartizione dei 50 morti: 22 in provincia di Bari, 5 in provincia Bat, 10 in provincia di Foggia, 7 in provincia di Lecce, 6 in provincia di Taranto. Sono 51.594 i casi attualmente positivi e 5.410 le vittime.

La radiografia del monitoraggio di ministero e Iss è ancora in chiaroscuro. I tamponi nei sette giorni della rilevazione sono stati 84.563, i casi testati 24.555, 10.315 invece i nuovi positivi. La capacità di testing della Puglia migliora, ma resta ancora tra le peggiori d'Italia: 2.139 tamponi ogni 100mila abitanti nei sette giorni, la media italiana è di 3.499. La già ricordata incidenza ogni 100mila abitanti (261 nuovi casi nell'arco settimanale) è la seconda peggiore d'Italia (in Val d'Aosta è di 319). Anche la percentuale di positività (12,2%) è una performance ancora oltre media: 5,2% per l'Italia, il tasso pugliese è il terzo tra le regioni.

La speranza della Regione

E in Regione che aria tira? Pier Luigi Lopalco, assessore alla Sanità, proprio l'altroieri aveva parlato di «dati buoni, finalmente tiro un sospiro di sollievo». La Puglia sembra insomma auspicare l'arancione, dopo aver preferito il rosso nella fase di piena pandemica. È un tema che il governatore Michele Emiliano proietta anche sulla scena nazionale, così agganciandosi alla linea delle Regioni: «È importante riaprire le attività in sicurezza. Essere pronti con delle misure che tutelino la salute» e acconsentire «alla vita economica e sociale del Paese di riprendere gradualmente». «La gradualità è il segreto del successo di questa operazione, deve essere effettuata di concerto con il ministro della Salute Speranza e prestando attenzione all'andamento epidemiologico». «Sono per un'equa distribuzione dei vaccini fra le Regioni, secondo la popolazione e in coerenza con i principi costituzionali. Speranza è un ottimo ministro della Salute che si è caricato di una responsabilità immensa, venendo per questo anche minacciato da gruppi estremisti, e ha il totale appoggio da parte mia e posso immaginare anche dell'intero governo».
Intanto in Italia si conferma, anche con l'ultimo monitoraggio settimanale, la lenta decrescita della curva epidemica: l'indice Rt è sceso ancora, raggiungendo il valore nazionale di 0,85, e fanno sperare i primi segnali di una diminuzione della pressione sulle terapie intensive ed i reparti ospedalieri. Tuttavia i valori, sia pure in lieve discesa, restano ancora elevati ed è dunque necessario, ha avvertito il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, tenere la «guardia alta».

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