Pandemia, guerra e rincari dell’energia hanno scatenato quella che analisti e addetti ai lavori ritengono la "tempesta perfetta" sull’economia e quindi su uno dei settori che maggiormente risentono dei tagli: il turismo. Se il 2022 si era infatti aperto con la possibilità di tornare ad operare sul mercato anche grazie al ritorno dei viaggiatori internazionali, il dramma della guerra in Ucraina e i rincari dei prezzi energetici hanno riportato il settore indietro a un anno fa. Ma con in più - di qui la citazione meteorologica - tutta la debolezza in arrivo da due anni di pandemia, con i tira e molla sulle chiusure e i recuperi sul fil di lana. I numeri dell’Osservatorio di Confturismo-Confcommercio sui dati Radar Swg confermano un certo pessimismo: per Pasqua - infatti - solo 8 milioni di italiani si dicono intenzionati a partire (contro i 21 milioni del 2019) e solo la metà di loro, ad ormai due settimane dall’ora X, ha già confermato la vacanza. Come sempre il dato pasquale viene considerato a torto o a ragione il prodromo di quello che succederà in estate e anche se le incognite sono tante, la previsione per adesso è piuttosto allarmante: 8 su 10 prevedono di non partire o taglieranno la durata delle ferie o il budget. Rispetto all’anno 2019, quindi, gli italiani si fanno più cauti. Almeno di fronte alla totale incertezza del momento. E a pagarne le conseguenze maggiori sono al solito i settori tagliabili: cultura e, in questo caso, turismo.
Il turismo in Puglia tra la prossimità e l'assenza dei russi
Un settore, quest’ultimo, che va declinato alla Puglia in maniera ragionata.
Le paure del settore che si prepara alla Bit
L’auspicio di tutti è che le restrizioni della pandemia abbiano fatto venire voglia di rifarsi su viaggi e vacanze, ma per ora i dati vanno nella direzione opposta. E anche quest’anno il destino degli operatori sembra legato al last minute. Ne è convinto Massimo Salomone, coordinatore gruppo tecnico Turismo Confindustria Puglia: «I dati che arrivano dai nostri associati pugliesi non sono confortanti - spiega. Confindustria annovera al suo interno albergatori, tour operator, termalisti, gestori di porti turistici e comunicatori e dai vari incontri con coloro che si occupano di incoming, confermo che le prenotazioni non sono in linea con il 2019. Il turismo di prossimità di italiani ed europei del Nord? Ancora non sappiamo, anche visto che l’outgoing non ha previsioni migliori. Sappiamo tutti che per viaggiare occorre avere la mente serena e mai come in questo periodo non l’abbiamo. La Puglia certamente beneficerà della sua posizione e dove mancheranno i russi speriamo di ritrovare gli inglesi. Quanto agli americani, ci vedono come un continente in guerra e non ci aspettiamo grandi arrivi». Difficile fare una previsione anche per Stefania Mandurino, componente del consiglio di presidenza nazionale di Aidit Confindustria, che in queste ore sta portando avanti una serie di incontri con operatori e associazioni in vista della Bit (appuntamento a Milano dal 10 al 12 aprile). «Con l’inflazione che entro l’estate diventerà a due cifre, anche i settori che sinora avevano retto stanno accusando il colpo e le prenotazioni non potranno essere quelle che ci aspettavamo nella fase di uscita dalla fase critica della pandemia - spiega Mandurino -. Le associazioni di categoria del turismo organizzato si stanno domandando come muoversi anche rispetto al Governo, visto che la previsione di uscirne entro il 2024 (riportando il fatturato ai livelli del 2019) si sta rivelando al momento troppo ottimistica». La speranza resta dunque, anche per quest’anno, il turismo di prossimità. Almeno in attesa della fine del conflitto. Un'evenienza che potrebbe portare a qualche sorpresa dell’ultim’ora.