Puglia, legge sul fine mandato verso il rinvio. Emiliano scrive ai consiglieri: «Non lasciatevi attaccare»

Puglia, legge sul fine mandato verso il rinvio. Emiliano scrive ai consiglieri: «Non lasciatevi attaccare»
di Antonio BUCCI
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Martedì 25 Luglio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10:26

Il centrosinistra pugliese sterza all’ultima curva ed evita la conta sul trattamento di fine mandato. È il governatore, Michele Emiliano, a formalizzarlo: «Vi chiedo di soprassedere al voto e di affrontare questa vicenda a viso aperto. Provate a spiegare a chi ve lo chiede perché avete proposto il disegno di legge e ripensate di approvarlo solo quando sarete sicuri di essere stati compresi. Non date il destro a nessuno che vuole distruggere la vostra immagine e, insieme alla vostra, quella della Regione», scrive in una lettera aperta ai consiglieri, a poche ore dalla prova d’aula ma, soprattutto, a pochi minuti dalla conferenza stampa con la quale la Cgil riunisce il fronte del no e le oltre 60 sigle firmatarie dell’appello per chiedere il dietrofront della massima assise. Non è un blitz. Si tratta della mediazione estrema interna al Partito Democratico e alla maggioranza: il segretario regionale dei dem – Domenico De Santis - ci lavora d’intesa con il Nazareno e con la segretaria, Elly Schlein, poi è la riunione dei capigruppo a sancire ufficialmente la tregua. Niente assegno, non ora almeno. E non chiedendo l’anticipo del punto all’ordine del giorno, che rimane confinato alle spalle dei debiti fuori bilancio e della legge sulla transizione energetica, del rendiconto dell’assemblea e dell’elezione del garante per le persone con disabilità. Insomma, quanto basta per rimettere il dossier nel cassetto. «Questa è una buona notizia per la credibilità del lavoro che i consiglieri svolgono quotidianamente nell’assise regionale. Trovo infatti assurdo che l’ottimo lavoro che si sta producendo per l’economia pugliese e per tutelare le fasce più deboli della società venga oscurato da un dibattito pubblico alle volte davvero bizzarro e populista», getta acqua sul fuoco, De Santis. 

L'attacco indiretto a Nichi Vendola


Le ferite, però, restano e nella missiva di Emiliano c’è spazio per tutti. Cita «le critiche dei vostri colleghi del passato che, avendo incassato tale liquidazione in misura molto maggiore di quella prevista dal vostro disegno di legge, e godendo del vitalizio che a voi è stato eliminato, adesso si ergono a ipocriti moralisti, fuorviando l’opinione pubblica ed esponendovi al pubblico ludibrio». E vale doppio, se si conta che l’endorsement di peso della vigilia al fronte del dissenso porta la firma di un ex presidente come Nichi Vendola. «Sarebbe opportuno, quasi “igienico”, che chi oggi punta il dito contro la Puglia, a partire da Vendola, raccontasse ai cittadini a quanto ammonta il proprio, corposo ed elitario vitalizio», attaccano da “Con”. «Il Tfm non è l’aborto del pensiero onesto», difende il coordinatore dei civici, Michele Boccardi, non senza una stilettata all’indirizzo della stessa segretaria della Cgil, Gigia Bucci: «Forse, dimentica di avere un Tfr pagato dai lavoratori. Rinunciasse anche lei. Può farlo, proprio come il sottoscritto». Scosse di assestamento: Emiliano ne ha pure per i «parlamentari titolari dello stesso diritto che voi intendete ripristinare» che «addirittura vi “ordinano” di non farlo, per mere ragioni di immagine del partito di riferimento», ricorda ai suoi, tanto più dal momento che dal quartier generale dem la moral suasion si è fatta sentire e non poco. Fino ai rumors su «chi vota a favore è fuori dalla linea del partito», filtrati dalla Capitale. Il gruppo nel parlamentino arrivava diviso al tornante e con una parte sulle barricate, pronta persino ad uscire dall’aula se si fosse arrivati al muro contro muro con il voto segreto. Se è per questo, tra gli interventi dell’assemblea del Pd pugliese, riunita a Trani nel pomeriggio, fa persino capolino la richiesta di una riunione specifica dell’organismo, con tanto di raccolta firme per marcare le posizioni. Non ce ne sarà bisogno ma la linea resta netta: se passo indietro deve essere, che sia ma a patto di non finire sul banco degli imputati. E con un discorso tutto politico del governatore, quasi una replica a distanza a quel «stavolta, non potrà dire di non sapere» scandito dalla Cgil. «Comprendo che essere gli unici in Italia cui è negato il diritto alla liquidazione dia una sensazione di ingiustizia», spiega Emiliano. Purché valga per tutti: «Con le somme cui rinuncerete avrete il privilegio di poter dire a chi ha raddoppiato – giustamente - tutti gli stipendi dei sindaci d’Italia e sta pensando - giustamente - di reintrodurre l’elezione diretta dei rappresentanti delle Province, di rinunciare anche loro - i parlamentari tutti e capi di partito - alle loro liquidazioni, equiparando alla legge pugliese ed emiliano-romagnola anche le leggi per il Parlamento della Repubblica e per i sindaci», rilancia. Dalla Cgil non ci stanno, il cerchio non si chiude: il trattamento di fine mandato è rinviato. Lo strappo pure, per ora. 
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