Abbattere i tempi e la mobilità sanitaria, ossia quella odiosa abitudine che costringe i pugliesi a emigrare in altre regioni per curarsi. Sono alcuni degli obiettivi del grande progetto della Puglia che punta a sfruttare i fondi del Pnrr per una sanità di prossimità più vicina ai pazienti: oltre 660 milioni di euro spalmati tra ospedali e case di comunità, nuovi macchinari più efficienti e centrali operative territoriali.
A queste ultime - si occupano dell’organizzazione delle attività domiciliari e della ricerca e attivazione delle risorse migliori per il setting assistenziale del paziente - sono state assegnate risorse ulteriori: dai quasi 7 milioni di euro iniziali si è passati a oltre 13 milioni e mezzo.
Lunedì in Commissione
L’argomento è sensibile e domani ci sarà un appuntamento importante per sviscerarne le varie sfaccettature. La Commissione Sanità e la Commissione Bilancio della Regione Puglia ascolteranno alle ore 11 in videoconferenza l’assessore regionale alla Sanità Rocco Palese in merito alle “proposte pugliesi a valere sul Pnrr Sanità”. Invitati anche i dirigenti del comparto tra cui Vito Montanaro, direttore del Dipartimento Promozione Salute. La dotazione è consistente e prevede le maggiori risorse per alcuni macrosettori: per citarne alcuni, più di 177 milioni sono indirizzati alle cosiddette Case di Comunità, ossia gli hub di prossimità per le cure primarie e per i supporti sociali: 38 ex novo in tutta la Puglia e 83 da ristrutturare.
Più di 114 milioni saranno investiti nella digitalizzazione mentre per la sostituzione di grandi apparecchiature obsolete sono stati stanziati oltre 114 milioni.
Obiettivo: abbattere i tempi
Cosa vorrà dire concretamente? Sicuramente la speranza è di presentare al più presto un’offerta sanitaria all’utenza dignitosa cercando di caratterizzare i poli in base alle diverse peculiarità. E non costringere i pugliesi agli infiniti viaggi della speranza in altri territori dove magari sono presenti macchinari più avanzati. I processi di diagnosi e cura delle malattie ad alta e media complessità necessitano sempre più di tecnologia spinta e accuratezza: la Puglia vuole adeguarsi a nuovi standard. In generale, il Piano deve rispettare dei parametri e le dimensioni “green” e “digital” per ciascun investimento, secondo le percentuali stabilite dalle linee guida comunitarie.
Come previsto dal Regolamento Ue 2021/241 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021 che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza, le misure incluse nel Pnrr devono contribuire sia alla transizione verde, sia alla transizione digitale rappresentando rispettivamente almeno il 37% ed il 20% dell’assegnazione totale delle risorse del piano. In particolare, infine, anche alla Puglia, per ogni investimento, è stato assegnato un coefficiente di sostegno per gli obiettivi “green” e “digital” sulla base di una metodologia che riflette l’ambito in cui la misura contribuisce agli obiettivi della transizione verde e digitale. Tali coefficienti di sostegno si attestano allo 0%, 40% o al 100% per i singoli investimenti, secondo le specifiche linee guida comunitarie