Case di comunità attive h24 e studi medici aperti tutti i giorni. Ma ora in Puglia servono 2mila sanitari

Case di comunità attive h24 e studi medici aperti tutti i giorni. Ma ora in Puglia servono 2mila sanitari
di Paola COLACI
3 Minuti di Lettura
Sabato 26 Febbraio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 09:08

Almeno 700 e sino a 1.100 infermieri per garantire ai cittadini cure di prossimità h24 nelle 107 Case di Comunità pugliesi. Ma anche un centinaio di assistenti sociali e almeno 500 e sino a 800 unità di supporto, tra personale sociosanitario e amministrativo. A conti fatti, dunque, circa 2mila sanitari da assumere entro il 2026 per mandare a regime le nuove strutture di prossimità. Ma se per realizzarle la Regione può contare su 117 milioni di fondi Pnrr - a fronte di 650 milioni di risorse garantite per la sanità - al momento il governo non ha previsto alcun fondo straordinario per le assunzioni. E salvo nuove previsioni, a dotarle di personale sanitario dovranno pensarci le Regioni. Ma tant’è. L’ assistenza sanitaria sarà garantita in collaborazione con gli studi dei medici di famiglia attivi sette giorni su sette, per almeno 12 ore. Ma anche attraverso 31 ospedali di comunità: almeno un nosocomio dotato di 20 posti letto ogni 50mila - 100mila abitanti.

Case di Comunità e ospedali: gli standard del ministero

I nuovi standard di assistenza definiti dal ministero della Salute a mezzo decreto sono arrivati sul tavolo delle Regioni nelle scorse ore. Il decreto ministeriale, che ora dovrà essere approvato in Conferenza Stato-Regioni, rappresenta nella sostanza la riforma delle cure primarie. Un documento indispensabile, dunque, a definizione gli standard di personale a apparecchiature necessari a garantire il nuovo modello di sanità “a chilometro zero”.
Il fulcro del nuovo sistema sanitario saranno le Casa della Comunità: strutture nelle quali i pazienti potranno contare su una assistenza h24 sette giorni su sette. Lo standard ministeriale prevede almeno una Casa della Comunità hub ogni 40mila-50mila abitanti all’interno della quale opereranno 7-11 Infermieri, un assistente sociale e 5-8 unità di personale di supporto, (sociosanitario e amministrativo). Dotazione di personale che nel caso della Puglia dovrebbe prevedere almeno 2mila unità. Le strutture dovranno garantire la presenza di equipe multiprofessionali, punto prelievo, servizi diagnostici finalizzati al monitoraggio della cronicità e servizi ambulatoriali specialistici per le patologie ad elevata prevalenza. Nel dettaglio, a Bari dovrebbero essere 38 quelle da attivare e altre 18 potranno essere avviate in provincia di Lecce. E ancora, 6 sono previste in provincia di Brindisi e altre 6 a Taranto.

Studi medici aperti h12 sette giorni su sette

Rimangono in piedi gli studi dei medici di famiglia (definiti spoke delle Case della Comunità) che saranno collegati in rete per garantire aperture h12 sei giorni su sette.

Ma non è tutto. Il decreto ministeriale prevede l’attivazione di 40 Unità di continuità assistenziale – una ogni 100mila abitanti – per le quali saranno necessari 40 medici e 40 infermieri. E altri 250 sanitari – infermieri e persone di supporto - saranno necessari per gestire le 40 Centrali operative territoriali (Cot). «Ora abbiamo chiare le regole attraverso le quali si può costruire un nuovo modello di sanità e meglio calibrare le scelte - ha fatto sapere l’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese - Ma il problema resta ed è duplice: non solo bisogna individuare le risorse per procedere a nuove assunzioni ma non sarà facile neppure reperire il personale sanitario del quale abbiamo bisogno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA