Istat: in Puglia ok salute e sicurezza, flop istruzione e lavoro

Istat: in Puglia ok salute e sicurezza, flop istruzione e lavoro
di Giuseppe ANDRIANI
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Sabato 4 Novembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 14:29

Meglio del resto del Sud in ambiente, salute e sicurezza, in fondo a tutte le classifiche, anche quelle europee, per numero di diplomati, occupati e Neet (giovani che non lavorano, non studiano e non cercano un’occupazione). È la fotografia che disegna il rapporto dell’Istat sul Benessere Equo e Sostenibile dei Territori. Per la prima volta l’Istituto di Statistica propone una serie di report regionali: è stato pubblicato ieri quello sulla Puglia, che mostra luci e ombre nei 12 domini presi in esame. Il livello di benessere - calcolato considerando il livello medio nei 70 indicatori - evidenzia una distanza tra la Puglia e il Centro-Nord, con alcuni tratti specifici migliori rispetto al Mezzogiorno e alcuni, invece, peggiori. 

Le province


«Il quadro provinciale è abbastanza disomogeneo. Emergono alcune differenze territoriali soprattutto in corrispondenza delle classi di benessere basso e medio basso: le province di Foggia e Taranto si collocano in queste classi per ben oltre la metà degli indicatori, con un divario rispetto alla media regionale di 13,1 punti percentuali. Per entrambe la quota degli indicatori che ricade nelle classi di benessere alto e medio-alto è inferiore alla media regionale rispettivamente di 6,7 punti percentuali per la provincia di Foggia e di 3,4 punti percentuali per la provincia di Taranto», spiega il rapporto dell’Istat. «Le province di Barletta-Andria-Trani (27,1 per cento) e di Brindisi (26,2 per cento) sono le più avvantaggiate, poiché tendono a posizionarsi più frequentemente su livelli di benessere relativo alto e medio alto (rispettivamente di 4,0 e 3,2 punti percentuali in più della media delle province pugliesi).

La città metropolitana di Bari si trova in una posizione intermedia, con il 44,3 per cento degli indicatori che la collocano nella classe di benessere relativo centrale (31 per cento la media della Puglia)». 


Anche all’interno della stessa regione, insomma, la situazione non è uguale. Tra gli indicatori spiccano gli ottimi risultati nel dominio sicurezza, ambiente e salute. Nel dettaglio Puglia promossa per “speranza di vita alla nascita” e “mortalità infantile”, dove nel 2021 la regione raggiunge rispettivamente il 73esimo e il 72esimo posto a livello europeo. Nel ranking delle regioni dell’Unione Europea, invece, è disastrosa la situazione legata all’istruzione e alla formazione. Per numero di Neet il tacco d’Italia è al quint’ultimo posto europeo ed è invece al quart’ultimo per tasso di occupazione delle persone di età compresa tra i 20 e i 64 anni. Posizione 230esima su 234 anche per numero di diplomati (tra i 20 e i 64 anni). È questo il punto debole della regione, al netto di una ripresa occupazionale che pure sembra esserci stata. 

L'analisi


Dalla Regione l’analisi dei numeri: “I dati – commenta il governatore Michele Emiliano - restituiscono l’idea di una regione dinamica, che ha ancora risultati di ottimo livello rispetto alle altre regioni del Sud e che cerca di emergere anche grazie ai grandi investimenti fatti con una gestione virtuosa delle politiche europee. È fondamentale adesso che il governo sblocchi l’Fsc per superare le criticità e non frenare il percorso di miglioramento della qualità della vita e del benessere economico equo e sostenibile, frutto di tanti anni di lavoro della Regione Puglia». E ancora una nota di via Gentile sottolinea le criticità che «riguardano comunque i minori redditi rispetto alle regioni più ricche, la diffusione della banda larga che è peraltro in continua espansione, la minore offerta del Trasporto pubblico locale (comunque maggiore rispetto al Mezzogiorno), la capacità di brevettazione, l’affollamento degli istituti di pena, la disponibilità di verde urbano. Si tratta tuttavia - specifica la Regione - di valori che anche se non positivi, sono comunque in linea o con valori superiori rispetto al Mezzogiorno».
Il report dell’Istat sul Benessere Equo e Sostenibile lascia intravedere una Puglia che in diversi fattori è migliore rispetto al contesto Sud, pur restando lontana dal Centro-Nord, in un divario che con gli anni e gli investimenti tende a non assottigliarsi, e che ha bisogno di una spinta decisa, invece, in istruzione, formazione e occupazione, dove il ranking europeo suona come un campanello d’allarme sinistro.

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