Puglia, picchiata con una catena e poi costretta a prostituirsi: la storia di Mariyka, vittima di tratta

Puglia, picchiata con una catena e poi costretta a prostituirsi: la storia di Mariyka, vittima di tratta
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Martedì 17 Ottobre 2023, 20:05 - Ultimo aggiornamento: 21:11

Attirate in Italia con la promessa di un lavoro onesto e di un futuro migliore. E scaraventate in un incubo: picchiate selvaggiamente e minacciate, poi costrette a fare le prostitute. Quelle di Margaret e Mariyka sono due delle tante storie simili raccolte dalle cooperative che, riunite in un'associazione, portano avanti per la Regione il progetto “La Puglia non tratta”, finanziato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Parti opportunità, nell'ambito del Programma unico di emersione e integrazione sociale a favore delle persone vittime di tratta.

Le storie

Margaret vive nel nostro Paese da quando aveva solo 23 anni. Dal suo piccolo villaggio in Nigeria è partita alla volta dell'Italia, seguendo una donna che le aveva promesso di farla lavorare in Italia come promoter o come commessa in un negozio, pagandole il viaggio. Arrivata, però, nel Salento è stata accompagnata a Milano e consegnata a un'altra donna africana che, subito, l'ha sottoposta a un rito voodoo, dicendole che se non avesse lavorato per lei in strada sua sorella, suo padre e altri suoi familiari in Nigeria sarebbero morti. Per questo Margaret inizia a prostituirsi , accettando le botte per timore di ritorsioni sulla sua famiglia lontana. Finché un giorno, esasperata, non ha deciso di fuggire e, raggiunta Foggia, ha incontrato due ragazze nigeriane che l’hanno accompagnata a Casa Sankara, vicino a San Severo, dove ha potuto parlare con un’assistente sociale che l’ha fatta entrare nel progetto “La Puglia Non Tratta”.

Oggi Margaret vive nel Nord Italia e lavora regolarmente. Ha denunciato i suoi aguzzini.

Mariyka – anche il suo è un nome di fantasia - ha 33 anni ed è arrivata in Italia circa cinque anni fa, insieme con il compagno, con il quale viveva in un casolare abbandonato nelle campagne del Foggiano. L’uomo le aveva promesso una vita dignitosa, un buon lavoro, ma in realtà l'ha costretta sin da subito a prostituirsi e a consegnargli tutti i soldi. Mariyka è stata picchiata a mani nude, presa a calci, a colpi di bastone, persino con una catena per cani. Ed è stato allora che ha trovato la forza di ribellarsi e fuggire, denunciandolo ai carabinieri. È stata ricoverata a lungo in ospedale e poi presa in carico da una struttura d’accoglienza, da dove potrà cominciare a costruire la vita che desiderava.

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