Piano Casa, si volta pagina. Pronta la nuova norma: «Via libera entro l’anno»

Piano Casa, si volta pagina. Pronta la nuova norma: «Via libera entro l’anno»
Piano Casa, si volta pagina. Pronta la nuova norma: «Via libera entro l’anno»
di Paola ANCORA
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Venerdì 22 Settembre 2023, 05:15 - Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 15:03

Riscrivere la legge sull’Urbanistica che quest’anno, a fine agosto, ha compiuto 22 anni. Istituire un Osservatorio sul Piano paesaggistico territoriale regionale (Pptr), «uno strumento eccezionale» che necessita di un “pit stop”, di qualche piccola correzione e adeguamento a una realtà urbana e rurale che, dal 2015 a oggi, è comprensibilmente mutata. E infine approvare entro la fine dell’anno la nuova legge sul Piano Casa, ma guai a chiamarlo così: «Mi piacerebbe porre fine a un regime derogatorio durato troppo a lungo e farlo a partire dalle parole. Dunque parliamo oggi di legge sulle ristrutturazioni edilizie» spiega Stefano Lacatena, consigliere regionale di Con al quale il presidente Michele Emiliano ha affidato la delega all’Urbanistica

Lacatena: nuove norme entro fine anno


Nell’agenda della Regione è iscritta, fra le priorità, una rivisitazione complessiva dei principali strumenti di pianificazione urbanistica, in questi anni al centro di polemiche e guerre giudiziarie che in un caso, il Piano Casa, si sono concluse con la cancellazione della norma per incostituzionalità facendo piombare nel caos Comuni e imprese.

Proprio quest’ultimo tema, dunque, rappresenta il gradino da salire per primo, «portando la legge in approvazione entro la fine dell’anno» dice il consigliere Lacatena. «Da quando mi sono insediato - prosegue - ho avviato i lavori di un tavolo che ha riunito gli Ordini professionali e tutte le associazioni così da riscrivere la legge e garantire una cornice strutturale alle norme che incentivano la rigenerazione edilizia». Quali sono i principi cardine della nuova legge? Innanzitutto l’affidamento ai Comuni del compito di individuare gli ambiti entro i quali sarà possibile effettuare interventi di aumento delle volumetrie oppure di demolizione e ricostruzione degli edifici. «Tali interventi - precisa Lacatena - saranno possibili esclusivamente nelle zone residenziali, classificate come B o C e nelle zone rurali E. Non ci sarà la possibilità di fare cambi di destinazione d’uso al di fuori delle aree residenziali». Nella norma - oggi all’esame degli uffici legislativi perché ne valutino l’impianto ed escludano eventuali profili di incostituzionalità - sono previsti anche meccanismi premiali «per la delocalizzazione dei volumi. Se un manufatto si trova in un’area vincolata entro i 300 metri dal mare - continua l’esponente di Con - garantiremo un incentivo importante a chi vorrà spostare quel manufatto, liberando l’area vincolata. Abbiamo poi introdotto anche una norma sull’edilizia convenzionata: coloro che decidessero di destinare le volumetrie a edilizia convenzionata o ad affitti ordinari, potranno non pagare oneri di urbanizzazione e costi di costruzione», questo per fornire una soluzione in più all’emergenza abitativa. 

Tra gli obiettivi anche la rivisitazione della Legge Urbanistica


Certo è che tutti gli interventi di aumento delle volumetrie o di demolizione e ricostruzione «dovranno essere conformi al Pptr e saranno sottoposti a verifiche paesaggistiche, senza alcuna deroga» spiega Lacatena, ringraziando l’Anci «per il grande contributo offerto alla stesura di una legge che non guardasse ai desiderata dei singoli, ma ai principi europei di rigenerazione e di efficientamento energetico». 
Fra gli obiettivi di medio e lungo periodo c’è poi la riscrittura della legge urbanistica, datata 2001. «In Puglia solo una quarantina di Comuni ha il Piano urbanistico generale. E ci sono Comuni che hanno ancora i piani di fabbricazione, è scandaloso». Il piano di fabbricazione è infatti uno strumento regolatore semplificato utilizzato in urbanistica e nella pianificazione territoriale da quei Comuni che non dispongono neppure di un Piano regolatore: è stato introdotto dalla legge urbanistica nazionale del 1942. «Non solo è ormai datata, ma la legge regionale urbanistica del 2001 non è stata nemmeno applicata - aggiunge - perché tanti sindaci, per motivi burocratici o politici, non riescono a portare a termine le procedure. E consentire alle amministrazioni locali di dotarsi di un Pug significa aiutarle nello sviluppo non solo urbano, ma economico e sociale». Dunque «una Regione che non impone l’adozione dei Piani non cresce in maniera organica e non garantisce lo sviluppo ordinato delle città. L’urbanistica deve tornare centrale e non lo è più dal 2015, ovvero da quando Barbanente ha smesso i panni di assessore: abbiamo abdicato e ora dobbiamo ripartire». Lacatena e la maggioranza che sostiene la Giunta Emiliano intende farlo «a partire da un tavolo allargato alle Università pugliesi, per redigere una norma semplice, leggibile, applicabile». 
Infine il Piano paesaggistico territoriale regionale. La premessa è che «il nostro è fra i migliori in Italia, ma dopo otto anni - dice Lacatena - necessita di un piccolo restyling perché riscontriamo qualche difficoltà e alcune norme lasciano troppa discrezionalità alle commissioni paesaggistiche. Inoltre vanno esaminate la questione energetica e quella ambientale. Se vogliamo fare della Puglia il più grande hub dell’idrogeno nel Paese, a decidere i siti degli impianti non possono essere i privati o i tribunali. E lo stesso dicasi per la rigenerazione del paesaggio di alcune aree, come il Salento, devastate dalla Xylella. Con il Pptr vogliamo governare questi processi, partendo dall’istituzione di un Osservatorio». Servirà a monitorare «cosa è accaduto nel corso della fase attuativa del Pptr, quali potenzialità insite nel Piano vanno sfruttate meglio e quali cambiamenti sono, nel frattempo, sopravvenuti. Siamo già al lavoro con gli uffici e il capo del Dipartimento, Garofoli. La politica deve smettere di inseguire i like e ritrovare pragmatismo». A partire dall’Urbanistica. 
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