I dati choc: in Puglia è povero un bimbo su quattro

I dati choc: in Puglia è povero un bimbo su quattro
di Maria Claudia MINERVA
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Martedì 22 Ottobre 2019, 12:36
In Puglia più di un bambino su quattro vive in condizioni di povertà relativa (cioè l'impossibilità di fruire di beni o servizi in rapporto al reddito pro capite), un dato che negli ultimi dieci anni si è attestato al 31,8%, mentre la media nazionale è del 22%. Sono i numeri pubblicati nell'ultimo dossier di Save the children, che ha rilanciato la sua campagna Illuminiamo il futuro, in occasione della decima edizione della pubblicazione dell'Atlante dell'infanzia a rischio, dove tra i luoghi abbandonati segnalati c'è il Pattinodromo nel parco del Casale, a Brindisi.

Anche in Puglia, dunque, la povertà minorile si conferma come una vera e propria emergenza, tanto che, addirittura, se si guarda all'Italia in generale negli ultimi dieci anni il numero dei minori che vivono in povertà assoluta è più che triplicato, passando dal 3,7% del 2008 al 12.5% del 2018, oltre 1,2 milioni di bambini. Un record negativo che ha visto un peggioramento negli anni più duri della crisi economica, tra il 2011 e il 2014. Una povertà, vale la pena sottolineare, che non è solo economica, ma anche educativa e che si riflette su una serie di indicatori chiave che fotografano lo stato dell'infanzia nel Paese e in Puglia. Non è, quindi, solo una questione di cibo.

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Complice anche la congiuntura economica non positiva - negli ultimi dieci anni - nella nostra regione sono nati sempre meno bambini, con una percentuale che è diminuita del 24.5% rispetto al 2008, in cui però è presente un significativo numero di bambini e adolescenti con cittadinanza non italiana, che nel 2018 rappresentavano il 3.7% della popolazione dei minori nella regione. E sebbene il dato di spesa media annua in Italia resti insufficiente, la Puglia nell'ultimo decennio ha incrementato di 52 euro la spesa pro capite per interventi a favore dell'area famiglia/minori, arrivando alla soglia di 104 euro.

Capitolo a parte la scuola, in questi anni colpita pesantemente dai tagli alle risorse, spesso lineari, che hanno penalizzato le aree già in difficoltà. Nonostante i grandi passi in avanti sul tema della dispersione scolastica, le differenze tra regioni continuano ad essere drammatiche, anche se la Puglia si attesta sul 17.5% un dato decisamente al di sopra della media nazionale (14,5%). Purtroppo, però, in tema di sicurezza le scuole pugliesi restano fragili e con indicatori che fanno paura. Uno su tutti: il 60.4% degli edifici scolastici è privo del certificato di agibilità, più alto del 53.9% delle scuole italiane (tra quelle che hanno compilato il dato).

C'è anche un'altra piaga da non sottovalutare: quasi un minore su 2 non apre un libro, un dato che in Puglia è al 55.6% (in 10 anni è rimasto quasi invariato 54.8% nel 2008). Il tema della deprivazione culturale nei minori resta un tema di allarme: nel corso dell'ultimo decennio la quota dei disconnessi culturali è diminuita in tutto il paese di 4 punti, sebbene i minori che non svolgono sufficienti attività culturali restino ancora 7 su 10, con la Puglia che si attesta al 78.5%. Anche lo sport resta un privilegio: in Italia meno di un minore su cinque (tra i 6 e i 17 anni) non fa sport e in Puglia questo dato è del 24.3%. Bambini e ragazzi che leggono sempre meno, fanno poco sport e che sono invece iperconnessi: nel 2008 solo il 8.6% dei bambini e adolescenti pugliesi usava tutti i giorni internet, una quota che è passata al 50% nel 2018. Drammatico anche il dato sui Neet (giovani che non vogliono né studiare né lavorare): in Italia un giovane su quattro -15-29enni - (23,4%) è Neet; la Puglia si attesta su una percentuale più alta, registrando il 30.5%, percentuale che è cresciuta di 3.7 punti rispetto a dieci anni fa.
Come contrastare questa povertà educativa? Save the Childre con l'iniziativa nazionale Illuminiamo il futuro ha attivato in Puglia due Punto luce uno a Bari e uno a Brindisi, nei quali a partire dal 2014 più di 3000 bambini usufruiscono di molteplici attività culturali.
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