Imprese, Sud traino per la crescita. Nell’ultimo decennio 31mila in più

Imprese, Sud traino per la crescita. Nell’ultimo decennio 31mila in più
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Mercoledì 13 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 07:21

È quello di un’Italia capovolta il quadro che emerge dall’analisi dell’andamento del tessuto imprenditoriale nell’ultimo decennio. E, per una volta, a trainare è il Mezzogiorno. Dal 2013 al 2023 lo stock di imprese in Italia è diminuito di circa centomila attività, ma se non è andata peggio, il merito è soprattutto del Sud. Perché se Nord e Centro registrano dei cali importanti, è al Sud che le imprese crescono, andando a compensare il bilancio finale. Per quanto riguarda i settori, dai numeri emerge come a trainare siano il comparto delle costruzioni e quello legato al turismo, fatto di attività che hanno a che fare con la ristorazione e nuovi alloggi (tra B&b e ricettività di altro tipo), mentre a perdere terreno sono i settori più tradizionali come commercio, agricoltura e manifattura.

I dati 


Dai dati elaborati da Infocamere per il Sole 24 Ore, infatti, emerge che nel 2023 lo stock di imprese in Italia è pari a 5,9 milioni (-1,8% rispetto al 2013).

Ma dall’analisi territoriale si evince come le Regioni del Nord, con i loro 2,6 milioni di imprese, ne abbiano perse il 4% nel decennio; va peggio al Centro dove le imprese sono 1,2 milioni e la perdita (pari alla differenza tra imprese aperte e imprese cessate) ammonta al 5,1%. Gli unici saldi positivi si registrano nel Sud Italia: qui le imprese nel 2023 sono 2 milioni, cioè 64mila in più (il 3,1%) rispetto al saldo del 2013. 

L'andamento per province


Se si analizza, ancora più in dettaglio, l’andamento per province, si scopre che tra le venti province in cui lo stock di imprese è aumentato di più ce ne sono ben tre pugliesi. Taranto, al quarto posto nazionale, nel 2023 conta 51.764 aziende: il 7,5 % in più rispetto al 2013. Dato ancor più significativo se si considera che, nell’ultimo decennio, la città ha perso il 5,1% della sua popolazione. In nona posizione si trova Brindisi, che nel 2023 ha un patrimonio di 39.016 imprese (+5,8% sul 2013), anche in questo caso a fronte di una popolazione che è diminuita del 5,9 per cento. In tredicesima posizione Lecce, con il suo stock di 75.886 imprese, cioè il 5,8 per cento in più rispetto al 2013, con una popolazione che rispetto al decennio prima si è assottigliata del 5,1%. Impossibile non notare come in Top 20 ci siano solo due città del Nord, Milano (sesta posizione) e Bolzano (decima posizione), che sono però anche le uniche in cui nel decennio la popolazione è cresciuta rispettivamente del 3,3% e del 4,4%.


Un trend che non si ferma: se si sposta lo sguardo solo sull’ultimo anno, infatti, si scopre che nel 2023 lo stock di imprese in Italia è cresciuto di 42mila unità e che il Mezzogiorno da solo ha contribuito con 14.948 nuove imprese, staccando il Nord dove invece il saldo è sì positivo, ma di 11.210 imprese. Segue il Centro, con una crescita pari a 10.626 imprese.

Il ruolo del sud


A trainare la crescita delle imprese al Sud, nell’ultimo decennio, sono stati soprattutto il settore dell’edilizia - che ha registrato un incremento pari, tra cessazioni e nuove iscrizioni, a ben 8.237 imprese - e quello dei servizi di alloggio e ristorazione, complice in questo caso la crescita dell’attrattività turistica di molti territori del Mezzogiorno tra cui la Puglia. Rispetto al 2013, il settore oggi conta nel Sud Italia 31.132 imprese in più - in soldoni si parla di 20mila ristoranti e circa 10mila nuove strutture ricettive - che nel complesso parlano di una crescita del 20,3%, laddove il Nord ha perso circa 33mila imprese e altre 16mila mancano all’appello nelle regioni del Centro.
Rimanendo al 2023, sono tutti positivi i dati delle province pugliesi: Brindisi e Lecce si attestano, per crescita, in ottava e nona posizione in una ipotetica classifica nazionale, con un tasso di crescita delle imprese rispettivamente dell’1,33% (518 imprese in più) e dell’1,28% (969 imprese in più) rispetto al 2022. Segue Taranto in 22esima posizione con 401 imprese in più (0,77%); Foggia (33esima posizione, 422 imprese più, con un tasso di crescita dello 0,59%) e Bari (35esima con 844 imprese in più, pari allo 0,57%).


Il dato si può spiegare considerando che, nei due anni di pandemia, molti giovani hanno deciso di tornare (o di fermarsi) nelle regioni d’origine e qui, a fronte del settore manifatturiero che non ha più grandi opportunità da offrire, hanno deciso di investire su se stessi e di aprire una propria attività. Con un’importante incoraggiamento che è arrivato anche grazie ai diversi incentivi per il Sud.

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