Il nuovo Piano Casa divide. Gli architetti alla Regione: «Sbagliato azzerare tutto»

Il nuovo Piano Casa divide. Gli architetti alla Regione: «Sbagliato azzerare tutto»
di Alessandra LUPO
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Giovedì 9 Novembre 2023, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 11:11

Con il disegno di legge approvato lo scorso 30 ottobre, la Puglia tenta di mettere fine alle annose incertezze in materia edilizia e dotarsi del cosiddetto Piano Casa. Difficile stabilire in anticipo se dopo una serie di impugnative e passi falsi questa sia la volta buona. Ma dalla sua l’ente ha portato a casa il pacchetto di norme che regolano la ristrutturazione edilizia, adeguando la legislazione regionale alle modifiche della definizione di ristrutturazione contenute nel testo unico sull’edilizia. Il provvedimento della giunta cerca di sanare la precedente norma puntando a riqualificare le aree urbanistiche degradate, con il miglioramento del patrimonio anche sotto il punto di vista energetico. In realtà rispetto al precedente Piano casa, proposto dal consigliere regionale Fabiano Amati (Azione) sono state eliminate alcune aree di intervento che la Corte costituzionale ha ritenuto illegittime.

La norma dovrà ora passare al vaglio del Consiglio regionale ma intanto arriva il gelo degli architetti della Puglia. La federazione degli ordini professionali infatti in una lunga nota rammenta alla Regione l’esistenza di un Tavolo permanente sulle questioni urbanistiche della Puglia. «Questa Federazione - scrivono Rosanna Bussolotto e Maurizio Marinazzo, rispettivamente segretaria e presidente degli architetti pugliesi - aveva aderito ed assicurato convinta operatività al tavolo permanente istituito dal delegato all’Urbanistica, l’Avvocato Stefano Lacatena, partendo dalla esigenza, rappresentata da ordini professionali, enti di categoria ed associazioni, che si dovesse rimediare ai guasti determinati dalle reiterate entrate in vigore di normative in materia di piano casa e dalle negative successive pronunce della Corte Costituzionale.

A quel tavolo abbiamo offerto contributi dovuti al lavoro di commissioni interne, che si sono avvalse di memorie giuridiche, ma all’ultima convocazione del 26 aprile non hanno fatto seguito altre riunioni o determinazioni politiche da parte della Regione, sia pure alla luce di una tematica che resta cogente. In quella sede - proseguono gli architetti - furono presentati due diversi schemi di disegni di legge. Ci siamo fatti carico di fare pervenire nel merito una nostra articolata relazione, inspiegabilmente non recepita dai destinatari cui era rivolta, che richiamando ed estendendo riflessioni presentate nell’ultimo incontro, focalizzava alcuni aspetti a tutela degli interessi più generali rappresentati, in ossequio a quel processo partecipativo che ha caratterizzato la pianificazione territoriale della Regione Puglia sino al 2015».

Le rivendicazioni su vecchi progetti: vanno ritenuti validi

Pur potendone condividere lo spirito - si legge ancora nella nota -, ribadiamo ogni contrarietà rispetto alla riproposizione di qualsiasi legge che continui a legiferare in modo straordinario o derogatorio rispetto a principi costituzionali e leggi di tutela ed uso del territorio, sia statali che regionali e rilanciamo un allarme concreto rispetto a quanto ha coinvolto professionisti, imprese, uffici e cittadini. La Corte Costituzionale, con la sentenza del febbraio 2023, censurando la precedente legge sul piano casa, ha sì sancito il divieto al ricorso alla deroga, ma la regione nel frattempo ha introdotto la legge n. 20/2022, che ha cancellato le norme precedenti. Crediamo che all’interno dell’art. 9 di questa nuova legge, pur anch’essa sotto i riflettori della Consulta, si indica con molta chiarezza che tutte le pratiche edilizie presentate entro il 29 luglio 2022, se complete e legittime, devono ritenersi assentite. Questa norma salvaguarderebbe molti investimenti fatti in un momento in cui era vigente una legge che è stata per questo utilizzata».
La nota ha avuto l’effetto immediato di far convocare la federazione per il 15 novembre in Regione. «Posto che tutte le valutazioni sono state vagliate dagli uffici - replica Stefano Lacatena -, non ci sottrarremo al confronto nella convinzione che il dialogo sia la strada maestra». Il testo deve infatti ancora passare in Consiglio, dove incontrerà i “ritocchi” anticipati da Azione, che propone di inserire anche altre zone di intervento, compreso il centro storico, per incentivare la riqualificazione e l’efficientamento energetico di tutto il parco immobiliare pugliese, così da ridurre le emissioni.
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