Il governo ora convocherà Trenitalia: «Giusto che il treno arrivi fino a Lecce»

Il governo ora convocherà Trenitalia: «Giusto che il treno arrivi fino a Lecce»
di Francesco GIOFFREDI
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Domenica 13 Settembre 2015, 09:31 - Ultimo aggiornamento: 09:48
BARI - L’azione del governo e della Regione è a tenaglia, e finisce per stringere nel mezzo Michele Elia: l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato è in platea, piglio austero e un po’ rude, reduce - ventiquattr’ore prima, sempre a Bari - dalla kermesse inaugurale del gioiello. E cioè di quel Frecciarossa 1000 che la Puglia «mai vedrà sui suoi binari», accusa Michele Emiliano durante il discorso inaugurale della 79esima Fiera del Levante.



Non è l’unica sportellata del governatore pugliese al management di Fs e Trenitalia, perché altre ne assesterà - in un intervento che, di per sé, è un florilegio di messaggi affilati, innanzitutto per Matteo Renzi, il convitato di pietra. Il presidente della Regione sposa così la battaglia per portare il Frecciarossa 500 da Milano a Lecce, e non soltanto fino a Bari (come invece previsto, dal 20 settembre, nei piani di Trenitalia). Ma Emiliano, ieri, ha trovato - almeno in parte - un alleato inatteso: il gioco di sponda tra il governatore e Claudio De Vincenti (sottosegretario alla presidenza del Consiglio, autorità last minute al posto del premier) è quasi da manuale, panno liscio e palla in buca d’angolo: «Per il Frecciarossa a Lecce presto ci sarà un’interlocuzione con Regione ed enti locali. È giusto che l’alta velocità arrivi fino al Salento», scandisce il rappresentante del governo.



Emiliano, del resto, era stato esplicito dal leggìo dello Spazio7 in Fiera: snocciolando una breve antologia di messaggi e suggerimenti di cittadini pugliesi, il governatore ne cita uno che chiede «il Frecciarossa da Lecce, perché il Salento non può essere emarginato». Con chiosa ben speziata del governatore: «Questa richiesta dev’essere accolta per restituire un treno che fino al 2008 esisteva, dunque non c’è nulla in più da dare. E dobbiamo lavorare su tutto, a cominciare dalla velocizzazione di tutta la linea adriatica e dall’intervento sulla Termoli-Lesina»; e se «il turismo» è asset caratterizzante dello sviluppo pugliese, «a maggior ragione ci vuole quel treno, caro amministratore delegato».



L’assist c’è, De Vincenti lo raccoglie: «Dobbiamo trovare il modo perché Trenitalia possa arrivare, in base a convenienze corrispondenti alla sua natura di impresa, fino a Lecce. E su questo apriremo al più presto la discussione». Giù dal palco, Emiliano rincara la dose: «Quando si entra nel merito e si affronta il problema con numeri e dati di fatto è più facile trovare le soluzioni. Io sono convinto che il treno se parte da Lecce fa più soldi che se parte solo da Bari, perché imbarca altri passeggeri. Quando mi daranno la possibilità di dimostrarglielo sono convinto che troveremo un accordo».



A fine cerimonia, Elia è una sfinge. Ma non si sottrae al taccuino. E spiega: «La nostra sfida è la riduzione dei tempi di percorrenza. Stiamo igà lavorando per i 200 km/h da Bari a Lecce. Poi, capisco bene che il treno è un brand che tutti vogliono. Quanto al Frecciarossa da Milano fino a Lecce, dobbiamo trovare un equilibrio essendo un servizio a mercato, e non sussidiario. Senza dimenticare che per il Sud stiamo lavorando tanto, penso alla velocizzazione della linea adriatica».



L’altroieri, in occasione dell’inaugurazione del Frecciarossa 1000 con un mini-tour dimostrativo tra Bari e Barletta, Elia aveva ricacciato la palla nella metà campo del governo: «Per noi il Frecciarossa a Lecce non si può fare. Ma ora decida il ministero o l’authority dei trasporti».



Il governo, con De Vincenti, ha stoppato la palla e imbastito il contropiede, annunciando il tavolo plurilaterale. «Le aperture - riflette Elia - fanno sempre bene. Ma ripetiamo: è un servizio a mercato, coperto da Trenitalia con i propri ricavi fino a Bari. Oltre non si può, perché altrimenti aumentano i tempi di lavoro dei macchinisti, i chilometri di manutenzione del treno, l’ammortamento del materiale rotabile. Né è un servizio che si può “sussidiare” da parte di Regione o governo, altrimenti saremmo in presenza di aiuti di Stato. Dovremmo trovare il giusto equilibrio con altre imprese del settore, che però oggi non arrivano in Puglia». Insomma: tra le righe s’incunea sempre l’opzione del bando pubblico, caldeggiata già nei giorni scorsi da Trenitalia. Ma l’ipotesi, pur ventilata, di una sperimentazione trimestrale del Frecciarossa Milano-Lecce? Elia è lapidario: «Lei sa benissimo che in Italia niente è più stabile del provvisorio...». Porte chiuse, spiragli, tatticismi. La password per sbloccare il file, ora, è nelle mani del governo.