G7 in Puglia, Salomone (Console): «Terra di dialogo, saprà cogliere questa occasione»

G7 in Puglia, Salomone (Console): «Terra di dialogo, saprà cogliere questa occasione»
G7 in Puglia, Salomone (Console): «Terra di dialogo, saprà cogliere questa occasione»
di Rita DE BERNART
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Lunedì 22 Maggio 2023, 07:06

«Una grande opportunità per legittimare la centralità di questa regione come terra del dialogo e dell'accoglienza». La notizia che il prossimo G7 dei Capi di Stato si svolgerà proprio in Puglia sorprende, ma non troppo: una scelta considerata non casuale ma, al contrario, coerente con la capacità dimostrata da cittadini e istituzioni nel sapersi rapportare con coloro che approdano, per diverse ragioni, nel territorio pugliese. Ne è convinto Massimo Salomone, console del regno dei Paesi Bassi, segretario generale del Corpo consolare di Puglia, Molise e Basilicata e coordinatore del gruppo tecnico del turismo di Confindustria Puglia.
Salomone, la premier Meloni ha definito la Puglia terra d'incontro tra oriente e occidente. Quale ruolo ha avuto la regione nel dialogo internazionale?
«Ritengo che il presidente del Consiglio abbia anche preso spunto da quanto già detto da papa Francesco, quando definì Bari città del dialogo tra Oriente ed Occidente: un dialogo interreligioso aperto grazie alla presenza di San Nicola che unisce diversi popoli e religioni. Ma l'intera regione da sempre ha assunto un ruolo di ponte tra questi due mondi. Se pensiamo ad esempio che i Turchi risparmiarono il mosaico di Otranto perché conteneva un'iconografia cara anche a loro; o a Monte Sant'Angelo, frequentata da pellegrini di tutto il mondo; o ancora al dialogo interreligioso che si è instaurato con tutti i vescovi del Mediterraneo. D'altronde siamo la terra bagnata tra i due mari che già dialogano fra loro e si uniscono poi nel Mediterraneo».
In che modo un evento del genere può influire sui rapporti diplomatici della Puglia?
«Da sempre la regione ha rapporti commerciali importanti, anche con l'Oriente. Nei secoli passati c'è sempre stata una buona presenza di consolati, nell'800 addirittura ne avevamo un centinaio alcuni anche in località più piccole dove però c'erano grandi interessi commerciali da tutelare; oggi sono meno e concentrati a Bari che ne ha 38, 4 sono a Brindisi e 1 a Taranto. Questo appuntamento è il più importante al mondo: muove un numero incredibile di persone, oltre 20 tra Capi di stato e di Governo, circa duecento capi di delegazione, ha venti eventi collaterali e una cinquantina di incontri tematici di alto livello, ed è prevista un'affluenza complessiva di oltre seimila delegati e circa cinquemila giornalisti. È chiaro che sarà un'occasione importantissima per stringere e consolidare rapporti. È inoltre uno spot incredibile per la destinazione Puglia, anche turisticamente».
Un importante ritorno di immagine ed economico.
«Certamente, come già detto l'evento muoverà un indotto molto ampio, dalle camere per la ricettività ai ristoranti e tutta una serie di servizi. I vari appuntamenti porteranno interessi che coinvolgono il comparto turistico e, a catena, tutti i settori del commercio, offrendo opportunità di business. Lo abbiamo visto già qualche anno fa con il G7 finanza che in proporzione è molto più piccolo come evento ma che ha lasciato tanto sul nostro territorio. Tanti potrebbero poi decidere di tornare con la famiglia in altre occasioni di vacanza. Sarà una vetrina importante».
Si può considerare un'opportunità di consolidare la reputazione internazionale del marchio Puglia?
«Sì senza dubbio è una ghiotta occasione. E ci tengo a dire inoltre che non solo Bari, in quanto capoluogo, ma molte città pugliesi sono in grado di poter ospitare e gestire al meglio alcuni degli appuntamenti, dalla Capitanata alla Terra d'Otranto».
A tel proposito, occorre una macchina organizzativa imponente, tutto dovrà funzionare in sincronia. Ci saranno gli occhi del mondo puntati su ciò che accade: siamo pronti?
«Sì sono convinto che la scelta non sia affatto casuale ma basata anche su ciò che nel corso dei decenni abbiamo dimostrato. È in fondo una legittimazione di tutto il lavoro prodotto in questi anni.

Abbiamo porti, aeroporti che funzionano bene e soprattutto una acclarata capacità di accoglienza. I pugliesi hanno dimostrato nel tempo di saper accogliere tutti i popoli e chiunque e per qualsiasi motivo si approcci al nostro territorio. Abbiamo insomma una certa familiarità con il commercio internazionale e con la mediazione interculturale e questo ci è stato sicuramente riconosciuto».

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