G7 in Puglia, Maizza (economista): «Benefici duraturi: un nuovo turismo e tanti investitori»

L'analisi del docente di Economia e gestione delle imprese a Unisalento

G7 in Puglia, Maizza (economista): «Benefici duraturi: un nuovo turismo e tanti investitori»
G7 in Puglia, Maizza (economista): ​«Benefici duraturi: un nuovo turismo e tanti investitori»
di Alessio PIGNATELLI
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Lunedì 22 Maggio 2023, 07:01 - Ultimo aggiornamento: 08:19

«È una straordinaria occasione di far conoscere anche al principe William dove siamo».
Il professor Amedeo Maizza esordisce con una battuta che spiazza. Il docente di Economia e gestione delle imprese a Unisalento riporta la clessidra a un paio di settimane fa e lo spunto lo fornisce un altro evento - di diversa natura ma con connotazione altrettanto planetaria - in cui un episodio fece riflettere. E fa riflettere tuttora Maizza che ricorda quando il primogenito di Carlo III, sollecitato da una turista pugliese, ammise candidamente di non conoscerne la geolocalizzazione.
«Ve la ricordate la frase "Dov'è la Puglia?". Ecco, non sorprendiamoci molto. E sfruttiamo questo grande evento per mostrarci al mondo».
Professore, vuole intendere che ci sovrastimiamo un po' troppo?
«La battuta del principe William era indicativa: ci dà la dimensione che noi siamo parte di un sistema e sopravvalutiamo la nostra notorietà a livello mondiale. Così non è. Bisogna gestire questo evento proprio per comunicare la Puglia, la sua geografia, la sua localizzazione. Attenzione, non è un difetto solo nostro. Semplicemente, quando si è parte di un sistema si tende a essere meno oggettivi».
Insomma, quale occasione migliore di un evento straordinario come il G7 per scrollarci un po' di provincialismo?
«Senza esagerare. Possiamo giocarci una carta importante per il territorio a livello mondiale, con tutti gli effetti che comporta, in una logica di marketing territoriale e, se vogliamo, più specificatamente di marketing degli eventi. Dovremmo provare a far sì che questa occasione si innesti in un piano coordinato di marketing territoriale così come la Regione sta facendo da anni».
Cioè?
«Significa inserire questo evento in maniera organica in una visione e applicare tecniche di marketing degli eventi considerando la Puglia come un prodotto unitario».
Quali sono gli elementi su cui focalizzare il lavoro?
«Possiamo identificarne essenzialmente tre principali. Il target verso cui indirizzare attenzione e azioni da porre in essere, ossia chi e quali saranno gli interlocutori. Qui si va a intercettare categorie differenti, dagli imprenditori ai turisti stessi che potrebbero veicolare un messaggio positivo per la Puglia come destinazione. C'è poi il piano di comunicazione: cosa, come e in quale modo comunicare. E poi c'è la location ma non intesa solo come luogo fisico che ospiterà l'evento».
Però può immaginare che la scelta della sede fisica non sia proprio secondaria per tutti i risvolti che determinerà: non le chiedo di dirci la location ideale, ma quali sono le caratteristiche determinanti per una manifestazione simile?
«Innanzitutto, ci sono dei vincoli inerenti alla sicurezza. Occorre avere luoghi da un lato facilmente raggiungibili, dall'altro preservati da eccessive attenzioni. E non è facile coniugare le due esigenze. Poi però è determinante giocarci la carta della bellezza. Cioè deve essere un luogo, dal punto di vista paesaggistico, di impatto. Serve combinare questi due aspetti: garantire la sicurezza dell'evento e mostrare le bellezze del territorio».
Professore, secondo lei impatto che impatto potrà avere il G7 sul tessuto socioeconomico della Puglia?
«Non possiamo fare stime ma possiamo ipotizzare degli effetti. Ci sarà un maggiore attrattività per nuovi investitori ma anche nuovi turisti che non conoscono questa regione come dicevo prima. Pensiamo all'impatto comunicativo che può avere su popoli che conoscono l'Italia ma ancora non sanno chi siamo, dove stiamo. E poi ancora non trascurerei i benefici sui prodotti pugliesi: il settore dell'enogastronomia potrebbe avere una grande spinta dal punto di vista economico e socio-imprenditoriale».

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