Economia in Puglia in chiaroscuro, il professor Peragine: «Sono colpite le fasce medio basse. Serve una revisione delle retribuzioni»

Economia in Puglia in chiaroscuro, il professor Peragine: «Sono colpite le fasce medio basse. Serve una revisione delle retribuzioni»
Economia in Puglia in chiaroscuro, il professor Peragine: «Sono colpite le fasce medio basse. Serve una revisione delle retribuzioni»
di Giuseppe MARTELLA
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Sabato 11 Novembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 12:57

Vito Rocco Peragine, professore ordinario di Economia politica dell’Università “Aldo Moro” di Bari, cosa viene fuori dal rapporto della Banca d’Italia? 
«Confrontando l’andamento congiunturale oggetto del report con la relazione annuale presentata nello scorso mese di giugno si nota quale sia la salute dell’economia pugliese nei primi sei, nove mesi del 2023. Nell’aggregato emerge come la crescita sia in fase di rallentamento, l’economia continua a crescere ma lo fa in maniera più lenta. Una fase di decelerazione che accomuna la Puglia al resto del Mezzogiorno e del Paese e che dipende di certo anche da fattori macro economici, primi fra tutti l’inflazione e l’attività di contrasto a essa attraverso l’innalzamento dei tassi d’interesse. Quella pugliese è poi sempre una economia a manifesta viscosità, quando l’Italia cresce la nostra regione cresce di meno, così come quando il quadro economico italiano rallenta quello pugliese lo fa in modo meno evidente».
È quella attuale una situazione complicata e destinata a perdurare nel tempo? 
«Come Paese negli ultimi anni abbiamo risposto alla crisi del Covid e all’aumento dell’inflazione con una notevole immissione di spesa pubblica. Una politica fiscale espansiva che dovrà ridursi per effetto dei vincoli sul bilancio pubblico, un peggioramento delle proiezioni di crescita era atteso. Del resto, però, gli effetti positivi derivanti dal Pnrr ancora non si vedono perché non arrivati alla spesa ma ci saranno in maniera importante anche in Puglia nel prossimo futuro». 
Dalla relazione viene fuori come alcuni settori economici regionali abbiano tenuto e altri abbiano segnato il passo rispetto al recente passato. 
«Bene il turismo soprattutto grazie all’aumento dei movimenti dei flussi turistici negli aeroporti ma anche nei porti pugliesi. Diminuiscono le presenze soprattutto perché nel periodo estivo si è ridotta la quota di turisti italiani. Per quanto tenga o cresca, è bene ricordare che il turismo è un settore a basso valore aggiunto, così come accade anche per l’edilizia. In questo campo si segnala un netto rallentamento rispetto alla crescita importante segnata nel 2022 in particolare dovuto al minore impatto degli effetti del Superbonus». 
Dato positivo è quello dell’occupazione e in particolare di quella femminile. 
«Se cresce il numero degli occupati, aumenta il reddito delle famiglie pugliesi che pure soffrono in maniera ancora importante a causa dell’inflazione che, seppure in diminuzione rispetto allo scorso anno, impatta duramente sui beni alimentari andando a colpire le fasce medie e basse della popolazione. Senza dimenticare che ancora non sono registrati gli effetti della riforma del Reddito di Cittadinanza che lascerà fuori dalla misura il 50% dei beneficiari. Va segnalato positivamente l’aumento dell’occupazione femminile sulla quale da tempo si interviene con diverse misure di natura fiscale e industriale, ricordando che su essa svolgono un ruolo importante le politiche di conciliazione». 
Quali buone nuove possono arrivare per l’economia pugliese dalla Legge di Bilancio e da altri strumenti di programmazione come il Decreto Sud? 
«Il timore è che le scelte governative fatte muovendosi entro margini molto stretti, le politiche fiscali espansive fatte degli scorsi non lasciano molta capacità d’azione e il deficit è da tenere sempre sotto controllo, e l’inflazione che resta su livelli elevati producano un impoverimento generalizzato delle famiglie. Opportuna sarebbe una revisione delle retribuzioni per un aumento dei redditi reali, così come necessario un intervento ancora più deciso sul cuneo fiscale rispetto a quello che si realizza». 

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