Rsa, riesplodono i focolai di Covid: dopo Miggiano, altri 74 contagiati in una struttura di Matino. Vaccini, Puglia indietro

Rsa, riesplodono i focolai di Covid: dopo Miggiano, altri 74 contagiati in una struttura di Matino. Vaccini, Puglia indietro
di Maddalena MONGIò
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Venerdì 29 Gennaio 2021, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 21:52

Il Covid mette in ginocchio la residenza per anziani Casa Serena di Matino: 47 ospiti e 27 operatori sono risultati positivi. Fortunatamente sono asintomatici o con pochi sintomi, ma in pochissimi sono scampati al virus risultando negativi. Si tratta di una Rssa con 54 posti convenzionati e offre assistenza agli anziani in una struttura che si trova nel centro storico della cittadina salentina. La notizia dei contagi ha messo in allerta i cittadini che anche via chat hanno chiesto al sindaco conferma dell'alto numero di contagio che il passaparola ha gonfiato ben oltre la portata del caso. Lamentele dei parenti preoccupati per i loro cari e seccati per le scarse informazioni ricevute.


Si tratta del focolaio più importante, in termini numerici, che si è sviluppato nel Salento in una residenza per anziani dopo quello che funestò La Fontanella di Soleto. I tracciatori stanno lavorando per individuare tutti i contatti stretti e sono già state adottate misure per isolare gli ospiti positivi, mentre per gli operatori il Servizio di Igiene pubblica della Asl di Lecce ha disposto l'isolamento fiduciario. Non è l'unico focolaio salentino che si è sviluppato in questi giorni nelle residenze per anziani. C'è stato quello nella casa di riposo Euroitalia di Casarano e nella Rsa San Vincenzo di Miggiano, la situazione dei contagi è ormai sotto controllo, ma di fatto nel Basso Salento c'è un triangolo fra Matino, Casarano, Parabita, messo alla prova dal Covid.


Altro punto fermo, la seconda ondata salentina si sta caratterizzando per una maggiore diffusione del virus tra gli operatori sanitari e nel numero di residenze per anziani toccate dal contagio. Nella prima ondata l'unico vero e grave caso è stato rappresentato dalla Rsa di Soleto, ora il numero di strutture che hanno a che fare con il Covid è maggiore. Ben 74 contagi a Casa Serena di Matino, dunque, nel giorno in cui il Bollettino giornaliero della Regione Puglia dà notizia di 1.159 casi positivi nelle province di: Bari (457), Brindisi (78), BAT (55), Foggia (234), Lecce (136), Taranto (200). Le positività sono state riscontrare a fronte di 9.412 tamponi processati. Purtroppo la Puglia si veste ancora a lutto con 34 decessi: 20 in provincia di Bari, 1 in provincia BAT, 1 in provincia di Brindisi, 1 in provincia di Foggia, 3 in provincia di Lecce, 8 in provincia di Taranto. In 24 ore sono morte 34 persone in più della media e in totale 3.126, dall'inizio della pandemia.


Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.286.025 test che hanno fatto rilevare 119.898 positività. Quasi il 54 per cento dei contagiati è guarito: 64.424, ma ci sono attualmente 52.348 positivi (in calo). Eppure in 24 ore il numero di guarigioni è cresciuto di 2.220 unità. La curva dei guariti è in netta salita e quella dei contagiati in leggera discesa, ma bisogna aspettare il fatidico venerdì per capire se si rimane in zona arancione anche se visti i numeri è molto probabile. Il maggior numero di positivi, a ieri, si sono registrati in provincia di Bari (45.726), seguita da Foggia (25.352), Taranto (16.126), Bat (13.375), Lecce (9.987), Brindisi (8.642), 580 positività riguardano residenti fuori regione, 110 senza residenza.

Il rapporto positivi/tamponi mostra la Puglia ben sopra il tasso nazionale: 9,6 per cento contro il 7,89 per cento. La speranza è tutta nei vaccini, ma i problemi di una produzione partita con il fiato sul collo per l'incalzare della pandemia, si fanno sentire. In Puglia sono state consegnate 120.235 dosi e somministrate 90.825 pari al 75,5 per cento. In questo modo le Asl mantengono una scorta per garantire le seconde dosi, come consigliano le linee guida nazionali.


La regione che ha il più basso tasso di somministrazione è la Liguria al 57,4 per cento, seguita dalla Sicilia al 65,6 per cento, Lombardia 67,3 per cento e sono tutte regioni con un'incidenza del Covid molto alta e, perciò, ci si sarebbe aspettati una maggiore adesione. L'età media dei contagiati pugliesi è di 56 anni e si ammalano più le donne (51,7%) degli uomini (48,3%). Poi c'è il fronte dell'età e a essere più colpiti non sono più gli anziani, ma i più giovani. Il 44,1 per cento dei positivi è nella fascia d'età dai 19 ai 50 anni, una tendenza questa che si è invertita dall'estate in poi. Il 29,5 per cento dei contagiati lo troviamo, invece, dai 51 ai 70 anni. Il 15,2 fra gli over 70 e l'11,2 da 0 a 18 anni. In Europa è il Regno unito a contare il maggior numero di contagiati (3.754.447), seguito da Russia (3.752.830), Francia (3.165.820). I Paesi meno contagiati: Città del Vaticano (27) anche se occorre considerare che gli abitanti sono appena 797, Principato di Monaco (1.413), Liechtenstein (2.474).

IL NODO VACCINI

Ciclo vaccinale completato solo per lo 0,37% dei pugliesi. E percentuale di somministrazione della seconda dose del siero Pfizer al di sotto della media nazionale che si attesta, invece, sullo 0.45%. Performance regionale tutt'altro che soddisfacente anche in relazione al numero di dosi consegnate per 100mila abitanti: solo 2mila 834, contro le 3mila 567 dosi dell'Italia. La Fondazione Gimbe boccia la Puglia che scivola agli ultimi posti della classifica delle regioni italiane che hanno completato il ciclo vaccinale, occupando il 18esimo posto su 21. Di contro, a salire dal 37% al 39% è la percentuale di occupazione dei posti letto di terapia intensiva dei pazienti affetti dal Covid.


A certificare la performance negativa della regione sul fronte della campagna vaccinale è il monitoraggio settimanale della fondazione. Un report che analizza non solo i ritardi delle forniture dei vaccini ma anche il numero delle somministrazioni e la percentuale di personale non sanitario che ha beneficiato delle dosi. «In questa fase molto critica della pandemia segnata da continue rimodulazioni al ribasso delle forniture vaccinali, minacciata delle nuove varianti del virus e da una verosimile risalita della curva epidemica, è fondamentale che le poche dosi di vaccino disponibili siano utilizzate per proteggere chi lavora in prima linea con i pazienti e le persone più fragili, come previsto dal Piano vaccinale» auspica Nino Cartabellotta, presidente della fondazione. Obiettivo che, a un mese dall'avvio della campagna vaccinale, al contrario sarebbe già stato parzialmente disatteso. «Con inaccettabili diseguaglianze regionali, agevolate dall'assenza di un'anagrafe vaccinale nazionale» insiste Cartabellotta. E su questo fronte i numeri pugliesi sono tutt'altro che positivi.


Dall'analisi del monitoraggio aggiornato al 27 gennaio, infatti, si evidenzia come la Puglia si piazzi al di sotto della media nazionale innanzitutto in relazionale alla percentuale di popolazione che ha completato il ciclo vaccinale. Se in Italia mediamente il dato è dello 0,45%, in regionale la percentuale scende allo 0.37%. Anche in tema di distribuzione del siero la regione arranca: le dosi consegnate ogni100 mila abitanti sono 2mila 834, contro le 3mila 567 dosi dell'Italia. Numeri più confortanti, invece, sul versante del personale sociosanitario vaccinato nelle case di riposo. In Puglia è già stato vaccinato l'80% degli operatori di Rsa e Rssa, a fronte della media italiana che si attesta al 67%. Ciclo completato anche per l'11% del personale non sanitario - in questo caso la media italiana si attesta al 22% - e il 9% ospiti delle Rsa a fronte di una media nazionale del 10%. A oggi, dunque, sono circa 14mila le persone immunizzate al Covid che hanno già ricevuto la seconda dose. Ma a breve la Regione dovrebbe avviare ufficialmente il programma della fase 2. In base al calendario delle consegne di febbraio, inoltre, Pfizer dovrebbe consegnare alla Puglia circa 160mila dosi. Ma il calendario è sub iudice: «La casa farmaceutica dovrà confermare gli invii ogni settimana» ha specificato nelle scorse ore l'assessore regionale alla Sanità Pier Luigi Lopalco. Non è da escludere, dunque, l'ipotesi che possano esserci nuovi ritardi o tagli.


A fronte di numeri, indicatori e percentuali di vaccinazioni al ribasso e ancora incerti, a salire dal 37% al 39% è invece la percentuale di occupazione dei posti letto di terapia intensiva di pazienti affetti dal Covid. La soglia critica fissata dal ministero della Salute al 30% è stata, dunque, stata superata di 9 punti. Per quanto riguarda l'area medica Covid, ancora, nella settimana tra il 20 e il 26 gennaio l'occupazione dei posti letto è pari al 41%: +1% rispetto al report della settimana precedente (la soglia di saturazione è fissata al 40%). Gli altri due indicatori in peggioramento nell'ultima settimana sono relativi al numero dei casi testati per 100 mila abitanti (592) e il rapporto tra positivi e casi testati (28,6%). Segnano, invece, un miglioramento i dati relativi all'incidenza degli attualmente positivi per 100 mila abitanti (1.333), con un incremento di casi del 6,2%, superiore alla media nazionale del 3,6%, ma in calo rispetto al 6,9% della settimana fino al 25 gennaio.

(di Paola Colaci)

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