Covid, il virus rallenta la corsa: contagi in flessione per la terza settimana consecutiva. Lecce tra le sette province italiane con casi in calo

Covid, il virus rallenta la corsa: contagi in flessione per la terza settimana consecutiva. Lecce tra le sette province italiane con casi in calo
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Giovedì 17 Febbraio 2022, 11:32 - Ultimo aggiornamento: 12:03

Il covid sembra rallentare la sua corsa e in una settimana, secondo il report della Fondazione Gimbe, si registra una netta flessione dei casi insieme alla pressione sugli ospedali. E, in 7 giorni, scendono da 70 a 14 le Province con incidenza superiore ai 1.000 casi di Covid-19 per 100.000 abitanti: tra queste anche la provincia di Lecce. Ma presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta avverte: «Se da un lato questo permette di allentare progressivamente le restrizioni, dall'altro la consapevolezza della stagionalità del virus impone a Governo e Regioni di utilizzare i mesi di tregua per programmare la campagna vaccinale d'autunno, al fine di evitare nuove ondate di ricoveri e decessi, soprattutto in persone anziane e fragili».

La situazione generale in Italia

Dal 9 al 15 febbraio i nuovi casi di Covid-19 registrano, per la terza settimana consecutiva, una netta flessione: sono stati circa 440mila, ovvero -32,3% rispetto alla settimana precedente. «Un crollo imputabile sia al netto calo dei tamponi», pari a -27,8% nello stesso arco di tempo, «sia alla ridotta circolazione virale che rimane ancora elevata, come documenta la stabilità del tasso di positività dei tamponi». Lo evidenzia il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe, che invita a «ridisegnare ora le strategie per ridurre l'impatto di nuove ondate dopo l'estate». A calare del 19,6% sono stati anche i casi attualmente positivi.

Continua a diminuire la pressione dei pazienti Covid sulle strutture sanitarie. Dal 9 al 15 febbraio si è registrato un calo del 14,9% dei pazienti ricoverati in area medica e un calo del 18,7% dei ricoveri in terapia intensiva. Ma a diminuire, a livello settimanale sono finalmente anche i decessi: sono stati 2.172 negli ultimi 7 giorni (di cui 184 riferiti a periodi precedenti) -16,2% rispetto alla settimana precedente. Questi i dati del nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe. 

In Puglia

Nella settimana 9-15 febbraio, in tutte le Regioni ad eccezione della Sardegna, si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi di Covid-19, che va dal -2,3% del Molise al -47,9% della Valle d'Aosta. E, in 7 giorni, scendono da 70 a 14 le Province con incidenza superiore ai 1.000 casi di Covid-19 per 100.000 abitanti. Le 14 province sono: Oristano (1.409), Macerata (1.299), Siracusa (1.234), Fermo (1.209), Ascoli Piceno (1.199), Reggio di Calabria (1.176), Bolzano (1.147), Messina (1.115), Lecce (1.108), Sardegna (1.098), Cagliari (1.092), Rieti (1.044), Ancona (1.035) e Ragusa (1.001).

Contagi in calo anche a Foggia (907), Brindisi (772), Taranto (726), Bari (725) e la Bat (619).

Secondo la Fondazione Gimbe, al 15 febbraio sono ancora 7,1 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2 milioni guarite da Covid-19 da meno di 180 giorni e pertanto temporaneamente protette. Questi dati portano ad alcune considerazioni: se da un lato oltre 2 milioni di persone recentemente entrate in contatto con il virus contribuiscono ad alzare il livello di immunità della popolazione, dall'altro il numero di persone senza protezione è ancora molto elevato. Peraltro, la protezione immunitaria ottenuta dopo l'infezione cala progressivamente nel tempo ed è necessario vaccinarsi entro 6 mesi dall'avvenuto contagio. Al 16 febbraio nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.104.467 dosi: 1.325.934 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 931.950 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 36,1 per cento e nette differenze regionali (dal 19,5 per cento della Provincia Autonoma di Bolzano al 52,7 per cento della Puglia).

Al 16 febbraio sono state somministrate 36.431.086 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 135.276 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 42.518.405), aggiornata all'11 febbraio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell'85,7 per cento con nette differenze regionali: dal 80,2 per cento della Sicilia al 91 per cento del Piemonte.

Le dichiarazioni del presidente Cartabellotta

 La discesa della quarta ondata insieme alle elevate coperture vaccinali e all'arrivo della primavera «permettono di guardare al futuro con ragionevole ottimismo, al netto di nuove varianti più contagiose o più gravi. Tuttavia, se da un lato questo permette di allentare progressivamente le restrizioni, dall'altro la consapevolezza della stagionalità del virus impone a Governo e Regioni di utilizzare i mesi di tregua per programmare la campagna vaccinale d'autunno, al fine di evitare nuove ondate di ricoveri e decessi, soprattutto in persone anziane e fragili». Così il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, commentando i dati del monitoraggio settimanale indipendente sull'andamento del Covid e delle vaccinazioni in Italia. Cartabellotta sottolinea la necessità di «tenere in conto anzitutto, viste le attuali incertezze sulla durata della copertura della terza dose sulla malattia grave, dell'eventuale necessità di un richiamo prima del prossimo inverno».

E mette in evidenza che «i non vaccinati (anche se guariti) e i contagiati durante la quarta ondata che non hanno fatto il booster si ritroveranno nuovamente esposti al virus». Da considerare anche, evidenzia «che il mancato decollo delle vaccinazioni nella fascia 5-11 anni non potrà che ostacolare il normale svolgimento delle lezioni per il prossimo anno scolastico».

Infine, con il verosimile termine dello stato di emergenza, «l'organizzazione della campagna vaccinale passerà interamente in mano alle Regioni, con il rischio di enfatizzare le attuali difformità in termini di performance. Ecco perché, al di là della querelle su Green pass e mascherine, è fondamentale - conclude Cartabellotta - volgere già adesso lo sguardo sullo scenario del prossimo autunno-inverno, verosimilmente caratterizzato dalla ripresa stagionale della circolazione virale parallela al declino delle coperture vaccinali».

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