Il premier Conte ribadisce: «Si torna in classe il 7 gennaio». Ma restano ancora tanti rebus: ecco quali

Il premier Conte ribadisce: «Si torna in classe il 7 gennaio». Ma restano ancora tanti rebus: ecco quali
di Paola COLACI
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Giovedì 31 Dicembre 2020, 10:10

«Studenti delle superiori in classe subito dopo le feste. Già dal 7 gennaio» auspica il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. E in sede di conferenza stampa di fine anno prospetta un sistema di didattica mista integrata che garantisca lezioni in presenza ad almeno il 50% degli alunni. A patto, però, che il sistema dei trasporti regga l'impatto di migliaia di studenti pendolari che dalla seconda settimana di gennaio dovrebbero tornare a muoversi a bordo di bus e mezzi scolastici. «Auspico che il 7 gennaio le scuole secondarie di secondo grado possano ripartire con una didattica integrata mista almeno al 50% in presenza, nel segno della responsabilità, senza mettere a rischio le comunità scolastiche. Se, come mi dicono, i tavoli delle prefetture, hanno lavorato in modo efficace, potremo ripartire quantomeno con il 50%» ha detto il premier ieri ai giornalisti. In relazione alla nodo dei trasporti, Conte ha poi aggiunto: «Abbiamo coinvolto i prefetti e le autorità coinvolte, per una sintesi. Abbiamo compreso che il sistema è così integrato che non è possibile decongestionare i flussi attorno alla scuola, anche per il trasporto pubblico locale, se non si integrano i comparti diversi. Le Prefetture hanno avuto il compito di coordinare soluzioni flessibili, da valutare paese per paese, scuola per scuola. C'è stata disponibilità a differenziare gli orari di ingresso anche negli uffici pubblici».


E sulla questione, del resto, le Prefetture di concerto con gli Uffici scolastici, gli enti locali e le aziende di tpl (trasporto pubblico locale) stanno lavorando già da alcune settimane.

E i primi Piani della mobilità scolastica sono stati stilati dagli uffici territoriali del governo anche in Puglia. In testa le Prefetture di Lecce, Brindisi e Taranto. Piani operativi che prevedono non solo l'implementazione di linee e corse dei mezzi scolastici, ma anche la differenziazione degli orari di ingresso e uscita da scuola di mezzo milione di studenti pugliesi delle superiori. E già il 4 gennaio il prefetto di Lecce Maria Rosa Trio tornerà a fare il punto sulla questione in Prefettura a Lecce.


Un doppio binario di interventi che, però, continua a suscitare malumori e proteste tra i dirigenti scolastici e i sindacati. «È stata accettata solo una delle nostre proposte, vale a dire il ritorno a scuola al 50% - ha fatto sapere nei giorni scorsi il presidente dell'Associazione nazionale presidi della Puglia, Roberto Romito - ma siamo assolutamente contrari al doppio turno mattutino, perché a nostro avviso il 50% avrebbe garantito di decongestionare già da se i trasporti, perché ci sarebbe stato il 50% in meno di studenti, Invece hanno voluto fare questo doppio ingresso che creerà dei problemi enormi. Innanzitutto ai docenti che lavorano su più scuole, in due comuni diversi. Chi entrerà a scuola alle 9.30 o alle 10 rischia poi di uscire alle 16 e, quindi, andare a casa e non avere nemmeno il tempo per studiare. E veramente un problema, ripeto si sarebbe dovuto lasciare un unico turno, invece ancora una volta sarà la scuola a sobbarcarsi tutto il peso di quanto non è stato fatto per tempo con i trasporti». A sentire i prèsidi, inoltre, la differenziazione degli orari da sola non è sufficiente a scongiurare pericolosi affollamenti e assembramenti a bordo dei mezzi scolastici. Non è da escludere, infatti, che pur prevedendo due turni di ingresso a scuola, gli studenti scelgano di viaggiare a bordo degli stessi autobus. Ma tant'è.


Sulla questione tornano a esprimere perplessità anche i sindacati che nella giornata di ieri hanno approfondito la questione con la dirigente dell'Ufficio scolastico regionale Maria Cammalleri. «Peccato, però, che in sede di tavolo di confronto sia mancata proprio la presenza dell'assessore regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia, fondamentale in questa fase - stigmatizza Roberto Calienno, segretario generale di Cisl Scuola Puglia - Uno tra i principali errori commessi a livello centrale dal governo e dai ministeri in vista della riaperture delle scuole, inoltre, è stato quello di trasferire alle Prefetture la questione relativa a trasporto scolastico e scaglionamento degli orari di ingresso e uscita da scuola». Del tutto irrisolti invece, secondo il numero uno della Cisl Scuola, restano i nodi legati allo screening di studenti e docenti, all'ipotesi di istituire presìdi sanitari nelle scuole e alla previsione dei tamponi rapidi. Nessun passo avanti anche sul fronte del tracciamento dei contagi e rispetto all'ipotesi di garantire una corsia preferenziale nell'ambito della campagna di vaccinazione proprio al personale scolastico. «Con queste premesse, è quasi certo che al ritorno a scuola a gennaio di migliaia di studenti e docenti si verificheranno gli stessi disagi dei mesi passati. Ecco perché già nelle prossime ore torneremo a chiedere un confronto con l'Ufficio scolastico e con la Regione» conclude Calienno.

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