Il primo faccia-a-faccia fra i candidati presidente (ma senza Emiliano) tra accuse e proposte

Il primo faccia-a-faccia fra i candidati presidente (ma senza Emiliano) tra accuse e proposte
di Vincenzo DAMIANI
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Giovedì 3 Settembre 2020, 10:56
Il primo confronto televisivo tra i candidati alla presidenza della Regione Puglia è andato in scena ieri sera, ma senza il governatore uscente Michele Emiliano, assente «per impegni istituzionali». E così, negli studi di Canale 7, Raffaele Fitto (centrodestra), Antonella Laricchia (M5S) e Ivan Scalfarotto (Italia Viva) hanno avuto campo libero e non sono ovviamente mancati attacchi e critiche agli ultimi cinque anni di governo in Puglia, su ogni settore: dalla xylella all'agricoltura, passando per Ilva, rifiuti, sanità, emergenza coronavirus, scuola e trasporti. Visioni diverse ma un unico comune denominatore a tenere insieme i tre candidati che sfideranno l'attuale presidente il 20 e 21 settembre nei seggi elettorali: la bocciatura dell'amministrazione Emiliano.

A rompere il ghiaccio è stata Laricchia che ha esordito ricordando il motivo della mancata alleanza con il centrosinistra, nonostante le pressioni del Pd e persino del premier Giuseppe Conte: «Non ho voluto al mio fianco chi ha creato i problemi ai pugliesi, per questo ho scelto un'alleanza solo con la società civile e la lista civica Puglia Futura». Scalfarotto, invece, ha giustificato così il mancato sostegno di Italia Viva a Emiliano: «Questa è una regione dalle potenzialità incredibili, eppure oggi arranca perché la politica di questa regione, in questi anni, si è preoccupata solo di se stessa. Su 50 sono 49 i consiglieri uscenti si ricandidano, evidentemente è loro unica preoccupazione. Quello che i pugliesi mi dicono è che non c'è stata una interlocuzione con i cittadini, è mancata strategia e visione in questi anni».

Chiusa la parentesi presentazione, i candidati hanno risposto ad alcune domande poste dal giornalista e editore Gianni Tanzariello, iniziando dalla sanità e l'emergenza Covid. «La pandemia ha incalzato Fitto - non deve nascondere l'inefficienza generale del sistema sanitario gestito da Emiliano. La Puglia è la regione che, al Sud, ha il più alto tasso di mortalità per Covid, il minor numero di tamponi processati e il maggior tempo di attesa per i risultati dei test. Dati che la dicono lunga. Poi, a giugno abbiamo avuto Emiliano che invitava tutti a venire in Puglia, ad agosto va in televisione a lanciare allarmi, non c'è coerenza». Per Laricchia, nell'affrontare la seconda ondata di contagi sarà necessario «velocizzare le procedure di tracciamento: per i tamponi ci vogliono troppi giorni. E poi dobbiamo potenziare la medicina del territorio, che in Puglia manca perché ci sono stati solo tagli negli ultimi anni. Infine, serve una efficace comunicazione istituzionale, le risorse ci sono».

«La sanità è il problema dei problemi», prende la parola Scalfarotto. «Il fatto che non ci sia stato un assessore in questi cinque anni quando lo racconto in giro per l'Italia non mi crede nessuno. Emiliano se ne è occupato nel tempo libero e i risultati sono questi: si sono chiusi ospedali, si stanno costruendo ospedali accanto ad altri che si stanno chiudendo. Occorre rafforzare la medicina generale, se si chiudono gli ospedali bisogna potenziare il territorio. Lavorare di più sulla prevenzione».

Capitolo Ilva: per Fitto innanzitutto bisogna «capire cosa vuole fare il governo nazionale, ci sono tre differenti correnti di pensiero e il risultato è che una paralisi totale». Mentre rispetto «al rapporto con l'azienda serve chiarezza» anche perché bisogna salvare «molte società dell'indotto che non vengono pagate e sono sul lastrico. Bisogna compiere una scelta, puntare a un cambiamento vero riqualificando non con gli slogan». Laricchia, invece, ribadisce che se dovesse essere eletta chiuderebbe «progressivamente le fonti inquinanti» e favorirebbe una «riconversione economica come accaduto a Bilbao o a Colonia, altrimenti restiamo sotto il ricatto occupazionale dell'azienda di turno». Per Scalfarotto «Ilva e la produzione di acciaio sono strategiche per Taranto e per il Paese». «Però aggiunge - questo non significa che si debba morire, che si debba inquinare. In tutto il mondo si fa acciaio in maniera pulita e in sicurezza, bisogna investire pesantemente sulla tutela della salute e sulla ricerca. Dobbiamo lavorare con l'investitore, non dirgli di andarsene. La contrapposizione non aiuta Taranto né l'Italia». Sull'agricoltura un coro nel ritenere che «si debba fare tutto il contrario di quello che ha fatto Emiliano».

«La xylella è una responsabilità morale che Emiliano si porta tutta sulle sue spalle», attacca Scalfarotto. «La devastazione non è solo paesaggistica ed economica, ha a che fare con la nostra identità di pugliesi. Non si è fatto quello che si doveva fare per non perdere popolarità, Emiliano ha messo davanti il proprio consenso». Infine, i rifiuti, Fitto: «È doveroso prendere atto di un grande fallimento, un disastro che pesa sulle tasche dei cittadini. Emiliano ha dato vita ad un'agenzia che in queste ore distribuisce consulenze ma che in cinque anni non ha realizzato un solo impianto. Così esportiamo rifiuti e autorizziamo ampliamento discariche». «Sui rifiuti si è manifestata l'incuria della Regione», aggiunge Scalfarotto; per Laricchia «va superata la logica delle discariche e degli inceneritori, riducendo i rifiuti, differenziandoli e riciclandoli».
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