Clima impazzito, api abbeverate artificialmente: cala la produzione di miele al -35%

Clima impazzito, api abbeverate artificialmente: cala la produzione di miele al -35%
di Pierangelo TEMPESTA
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Domenica 28 Agosto 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 10:11

Api abbeverate artificialmente per non farle morire. È la soluzione adottata dagli apicoltori pugliesi per cercare di far fronte alle drammatiche conseguenze che il caldo e i lunghi periodi di siccità stanno causando alla raccolta del miele. Ma a danneggiare fortemente il settore sono anche gli aumenti dei prezzi causati dalle tensioni internazionali e le importazioni dall’estero, che nella prima parte di quest’anno sono cresciute di quasi il 20 per cento. Secondo le stime di Coldiretti, nella nostra regione quest’anno la produzione di miele subirà una riduzione del 35 per cento rispetto al 2021 a causa delle fioriture estive bruciate dal caldo o distrutte dalla grandine. Una situazione che costringe le api, ormai allo stremo, ad allungare i voli per trovare nutrimento. F

ra siccità, nubifragi ed eventi estremi (si contano almeno 16 tra grandinate e bombe d’acqua in Puglia dall’inizio dell’estate), il clima pazzo del 2022 ha tagliato quasi della metà la produzione di miele in Italia.

Il primo bilancio della Coldiretti sul miele made in Italy ha registrato un crollo del 40 per cento rispetto al potenziale produttivo. Il risultato è una produzione intorno ai 13 milioni di chili, fra le più basse del decennio.

L'allarme di Coldiretti

«Una situazione - spiegano da Coldiretti - sulla quale hanno pesato in modo particolare le alte temperature e la mancanza di acqua con fioriture anticipate, che hanno costretto gli apicoltori a partire prima verso le aree montane e a portare razioni di soccorso negli alveari già nei primi giorni di agosto». Questo per quanto riguarda le regioni del Nord Italia. Gli apicoltori pugliesi, invece, si sono visti costretti ad abbeverare le api artificialmente per non farle morire. E per farlo si sono serviti di abbeveratoi costruiti con secchi pieni d’acqua nei quali sono stati posizionati dei galleggianti in sughero o in polistirolo opportunamente dotati di una serie di aperture. In questo modo si permette alle api di entrare a contatto con l’acqua e, allo stesso tempo, di non annegare. Una soluzione, quella adottata dagli apicoltori pugliesi, che ha permesso di limitare in parte le conseguenze del caldo.

«Oltre alla spallata del clima - continua Coldiretti - i pastori delle api devono fare fronte anche all’esplosione dei costi per le tensioni internazionali generate dalla guerra in Ucraina: dai vasetti di vetro alle etichette, dai cartoni al gasolio». Il Belpaese vince in biodiversità, con più di 60 varietà, da quelle Dop come il Miele della Lunigiana, il Miele delle Dolomiti Bellunesi e il miele Varesino, fino a quelle speciali in barrique o aromatizzate al tiglio, agli agrumi, all’eucalipto o all’acacia.

«Un patrimonio - sottolinea Coldiretti prendendo in esame i dati Istat - messo a rischio dalle importazioni dall’estero, cresciute di quasi il 18 per cento nei primi cinque mesi del 2022, e che l’anno scorso hanno raggiunto i 24 milioni di chili, di cui più della metà da Ungheria, Romania e Ucraina, con quasi due vasetti su tre pieni, in pratica, di prodotto straniero». Secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati del rapporto dell’Osservatorio nazionale miele, in Italia ci sono 1,5 milioni di alveari curati da circa 73mila apicoltori, dei quali oltre due su tre hobbisti che producono per l’autoconsumo. È in crescita la presenza di giovani: le aziende apicole condotte da under 35 sono aumentate del 17 per cento negli ultimi cinque anni, secondo un’analisi Coldiretti su dati Unioncamere.

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