L'aeroporto di Brindisi entra nel futuro: prima torre di controllo da remoto

L'aeroporto di Brindisi entra nel futuro: prima torre di controllo da remoto
di Domenico PALMIOTTI
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Domenica 29 Maggio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 20:03

«Brindisi, da domani, sarà il primo aeroporto italiano che avrà la torre di controllo digitalizzata e da remoto». Lo annuncia al Forum in Masseria a Manduria, nel panel dedicato alla innovazione delle aziende, Bruno Simioni, amministratore delegato Enav, l’Ente nazionale assistenza al volo. «Non ci saranno più i controllori che dall’alto osservano e fanno il proprio lavoro. Questo non succederà più perché i controllori, in una posizione remotizzata, lontana dall’aeroporto anche fisicamente avranno degli schermi dai quali potranno effettuare le stesse operazioni che effettuano stando all’interno della torre, ma con maggiore risoluzione e maggiore informazione. Non dovranno più perdere tempo per guardare alcune informazioni scritte e poi guardare lo schermo perché sullo schermo saranno riprodotte le informazioni». 
Brindisi sarà dunque il primo scalo italiano con questa tecnologia come spiegato l’ad di Enav a proposito dell’innovazione digitale nell’aeroporto pugliese. E aggiunge: «I controllori di volo non saranno negli aeroporti minori». Ma questo non inficerà sicurezza, capacità dello spazio aereo, che vuol dire spazio progettato per accogliere più aerei quando servono, e attenzione sia alla sicurezza che ai costi. «Oggi - evidenzia Simioni - stiamo lavorando in parallelo con la torre digitale ai piedi della torre di controllo “tradizionale”. Brindisi gestirà 13 scali. Sarà un hub di torri remote tra cui Grottaglie, Foggia, Salerno, Lamezia Terme. Il prossimo aeroporto su cui faremo questo investimento sarà Padova, però nel 2026 perché questo è in un processo graduale che porta via un po’ di tempo. Il nostro piano industriale al 2021 è per un miliardo di investimenti ma non tutti per questo».

Tre nuovi collegamenti aerei

E in tema di aerei, Fabio Lazzerini, ad di Ita, annuncia che dall’1 giugno ci saranno 3 nuovi aerei e ne sono stati ordinati altri 68 ad Airbus. «Nel 2025 avremo la flotta più giovane d’Europa. Nel 2019 - prosegue l’amministratore delegato - l’Italia soffriva un’enorme carenza di collegamenti internazionali. Ogni 100 passeggeri, esportavamo 62 passeggeri sugli hub europei. Abbiamo quindi costruito una compagnia che ribilancia questo perché sul lungo raggio si guadagna di più con benefici anche sul medio raggio. E adesso Ita comincia a somigliare all’azienda che abbiamo immaginato». Ita, rileva Lazzerini, ha incrociato la «seconda fase della pandemia, la guerra, il caro carburante, ma adesso riusciamo ad avere il network di una compagnia che apre l’Italia al resto del mondo. Questa è una opportunità enorme. Nei prossimi anni l’incremento dei velivoli lungo raggio lo testimonierà. Il 36 per cento degli aerei sarà lungo raggio e andiamo quindi a colmare il gap che l’Italia aveva». 
Intanto Ita ha in corso colloqui con Ferrovie per vedere come integrare i network.

E sulle ferrovie Gianpiero Strisciuglio, ad di Mercitalia Logistics, polo logistica, gruppo Ferrovie italiane, annuncia infine che «l’obiettivo ambizioso per la logistica è quello di raddoppiare la quota di merci su ferro attualmente ferma all’11% con un peso sul totale delle emissioni dell’1%. Un investimento complessivo di 190 miliardi in 10 anni, oltre la metà dei quali riguarda il Centro Sud». 

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