Una gioventù tutta d'oro: «Così alleniamo i talenti»

Una gioventù tutta d'oro: «Così alleniamo i talenti»
di Giuseppe ANDRIANI
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Domenica 8 Agosto 2021, 10:25 - Ultimo aggiornamento: 15:59

Da Tokyo viene fuori una Puglia d'oro. Vito Dell'Aquila nel taekwondo, Massimo Stano e Antonella Palmisano nella marcia 20 km (l'olimpionica di Mottola è stata premiata ieri e oggi farà rientro a Roma, in attesa della festa che le sta preparando la comunità tarantina). Senza dimenticare i due argenti di Luigi Samele, tra l'individuale e la scherma a squadre. Ieri è andata male per Silvia Semeraro, che sul tatami ha lasciato testualmente sangue e lacrime, ma non è riuscita a superare la pool per un nonnulla. La Puglia che torna a casa da Tokyo, però, è una fotografia meravigliosa.

La forza dei vivai giovanili

Una vittoria continua, o quasi, costruita con i vivai, con i settori giovanili.

Intanto a partire dall'atletica e da quelle due medaglie d'oro nella marcia. I numeri della Federazione Italiana d'Atletica Leggera nella nostra regione parlano di 255 società affiliate, di cui circa ottanta hanno anche l'attività giovanile. Una quarantina quelle che si occupano della selezione e della crescita dei ragazzi per inserirli in contesti importanti. Perché proprio la marcia? Perché non necessita di strutture particolari, come la corsa campestre, del resto. Il problema degli impianti, oggi ce ne sono attivi quattro dedicati all'atletica in tutta la regione, permane. «Come facciamo ad avere le scuole senza avere i contenitori per ospitare i ragazzi?», si chiede Giacomo Leone, presidente Fidal e vincitore della maratona di New York nel 1996.

Marcia e corsa: sport senza strutture

«I vivai si sono sempre sviluppati per marcia e corsa campestre. Per fare altro servono, per esempio, rettilinei, ostacoli, materassi, le gabbie per il lancio del peso e per quello del disco. Ecco, il problema delle strutture esiste. Questo, però, è il momento giusto per investire sullo sport e sull'atletica, perché viviamo un sogno. E poi così si tolgono i ragazzini dalla strada, si insegna loro qualcosa, si evita che prendano brutte strade».
Il momento, però, è buono e infatti sono tanti i comuni che stanno provvedendo alla ristrutturazione e alla riqualificazione degli impianti. Ora la Fidal insiste. E il Coni, invece, gode. La Puglia d'oro è nata così, ma il presidente regionale Angelo Giliberto ha le idee ben chiare: «Questo successo nasce da un progetto di dieci anni fa, per quanto riguarda la marcia. Avevamo fatto una valutazione su un settore depresso e piano piano questo è cresciuto con numeri esponenziali, sia individuali che di società. È partito tutto da lì, poi i presidenti di società e i tecnici hanno fatto il resto e sono stati bravissimi». Puglia d'oro anche nel taekwondo: «Per quanto riguarda il taekwondo - prosegue il presidente Giliberto - è risaputo che a Mesagne è un qualcosa di straordinario. Poi si è esteso in tutta la regione, anche perché c'era stato l'oro di Molfetta che aveva fatto da volano. E il presidente nazionale di quella federazione è di Mesagne, Angelo Cito». Anche per lui parte tutto dai ragazzi: «È fondamentale, senza partire dai vivai e senza persone che sappiano lavorare sui ragazzi è impossibile andare avanti. Il movimento nasce da lì». Al momento, tra maggiorenni e minorenni, ci sono 207.000 tesserati in Puglia. I giovani come il motore di una regione che corre - letteralmente - e che programma. I giovani divisi tra scuola e sport, o in alcuni casi con un programma, come il Piano Sportivo Calasso, liceo di Lecce con indirizzo scientifico-sportivo. «La rilevanza dello sport - ci spiega la preside Anna Maria Vernaleone - per il nostro liceo è stato sempre un valore aggiunto, come volano anche per lo studio. I nostri studenti, spesso atleti di livello agonistico, hanno condiviso con noi il doppio percorso quello dell'impegno sportivo e quello dell'impegno scolastico. È un patto tra le famiglie, gli studenti e la scuola. Gli impegni sportivi vengono comunicati alla scuola, così programmiamo anche l'aspetto scolastico. L'importanza dello sport è fondamentale, i ragazzi si sentono protagonisti perché crescono in questa scuola. Sono studenti-atleti e questo per loro è importante perché si sentono compresi. Gli impegni dei ragazzi potrebbero pregiudicare il percorso scolastico, se non programmati precedentemente. Il nostro piano è proprio questo, condividere l'impegno e organizzare tutto al meglio».
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