La rinascita del Teatro Italia di Gallipoli dopo la chiusura: concerti, eventi e sala gremita

La rinascita del Teatro Italia di Gallipoli dopo la chiusura: concerti, eventi e sala gremita
di Antonella MARGARITO
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Martedì 12 Marzo 2024, 07:15

L'Italia s'è desta. Di più, risorta. Come un'araba fenice rinasce dalle ceneri e dal malessere spalmato dalla pandemia che aveva visto mettere i lucchetti in primis a cinema, teatri e cultura, e al mondo. Stiamo parlando del Teatro Italia di Gallipoli, quel teatro con la "T" maiuscola, tanto bello quanto prestigioso, quel teatro che, per più di un momento, è sembrato dovesse lasciare il passo a qualche struttura che di cultura poteva raccontare ben poco. Invece no. Le grandi luci della ribalta si sono riaccese, il sipario si è rialzato ed ora il contenitore culturale, ritorna ad essere uno dei più gettonati per tutte le sue peculiarità, visti anche i grandi eventi di questi mesi.

La storia del teatro

Nasce con Pasquale Petrucelli, appassionato titolare dei Cinema Teatri Riuniti e padre di Gianluigi, attuale proprietario insieme alla madre, dopo la morte del padre, il Teatro Italia, costruito nel 1970 da Otello Torsello, conta ben 4000 metri quadrati di spazi tra sale e servizi. La sala grande ha una capienza di 1234 posti, con uno schermo cinematografico di 180 metri quadrati, praticamente una casa, anche due, e 350 metri di palcoscenico. Le altre due sale contano 100 e 150 posti, e sono nate dopo, sulla scia della moda riguardante le multisale, ma il fiore all'occhiello rimane la sala uno. Chiuse i battenti al tempo della pandemia, più o meno insieme al cinema teatro Tito Schipa, riaperto poi nel marzo del 2022 grazie ad Achille Maggino, e dopo quella bella botta emotiva, ma anche economica per una struttura così enorme, sembrava non riuscire più a riaprire i battenti. Negli anni si sono anche susseguite notizie circa ipotetici acquirenti, ma le ceneri non si sono riaccese, probabilmente erano fuochi di paglia. Ci voleva ben altro infatti. C'è chi il fuoco sacro lo ha dentro di sé, quello che spinge un uomo, e parliamo di Gianluigi Petrucelli, a vagare per mesi, in solitudine, tra le sale di un teatro spento alla ricerca di una soluzione. Resilienza. "Arriverà quel momento, arriverà l'occasione giusta, ma deve essere riaperto, in nome di papà", il grande Pasquale, il guru dei cineteatri gallipolini. Ha atteso dunque, ma non si è mai rassegnato Gianluigi, e quell'occasione alla fine è arrivata. Il teatro si riaccende; galeotta fu la mostra dei Queen, lo scorso luglio. Da allora un susseguirsi di richieste, spettacoli di primissimo livello a carattere nazionale, culminati in questi ultimi giorni, con Paolo Belli, Fabio Concato, PFM, eventi che hanno registrato una grande risposta di pubblico che è ritornato massicciamente in sala, e il grande e atteso musical Peter Pan con Giò di Tonno, previsto per oggi. Un musical, che dopo Bari, è approdato a Gallipoli.
«Per allenare il corpo si va in palestra, per allenare la mente, per aprirsi alla bellezza, ci sono i teatri - dice Petrucelli -. Quando un teatro chiude si pensa spesso solo al danno economico, ma il danno più grosso è per gli utenti che si disabituano al più antico modo di incontrarsi in quell'agorà eccellente, mentre generazioni di giovani non immaginano nemmeno di poterlo fare. Paradossalmente, un tempo, quando ogni paese aveva un cineteatro si lavorava tutti e di più, anche se Gallipoli ha sempre attratto una moltitudine di gente anche dall'entourage».
La domenica a Gallipoli era la passeggiata, il rustico, il calzone e il cinema di prima visione. Ora, si ritorna. «Siano benedetti gli eventi e l'apertura dei teatri - dice Tony Greco, titolare di Magna Pizza - la gente viene a mangiare una pizza, prima o dopo». E non solo. Il dopo teatro riporta anche alla buona abitudine del cornetto caldo, rigorosamente, o quasi, dell'Artigiana di Carlo Schirosi. «Certo tanta gente è venuta dopo i concerti. Una bellissima cosa che abbiano aperto ambedue i teatri, l'economia gira con una marcia in più».
Il telefono continua a squillare, le domande in merito alle varie programmazioni si moltiplicano, mentre davanti alla porta arriva un'anziana signora: «Grazie per aver riaperto Gianluigi - dice - per me questo è un posto del cuore. Qui ho dato il primo bacio a mio marito, che ora non c'è più». Perché quante storie può raccontare un teatro? Molteplici, variegate e dai mille colori. Ma questo è un altro capitolo.
 

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