Atteggiamenti "invadenti" nei confronti delle studentesse: prete-docente a processo. Le ragezze testimoni in aula

Atteggiamenti "invadenti" nei confronti delle studentesse: prete-docente a processo. Le ragezze testimoni in aula
di Roberta GRASSI
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Giovedì 23 Febbraio 2023, 12:37

Sono tre le testimoni ascoltate in aula, ieri, nel corso del processo che si sta celebrando nei confronti di un prete, già vicepreside del liceo Francesca Capece di Maglie, finito alla sbarra con l’accusa di molestia e violenza privata per aver avuto atteggiamenti ritenuti “invadenti” con le studentesse
Per ipotesi diverse c’era stata archiviazione da parte del gip Simona Panzera, in accoglimento della richiesta del pm Maria Rosaria Micucci. Si tornerà in aula il 29 marzo prossimo, per ascoltare tutti i testimoni citati, e chiudere l’istruttoria dibattimentale. Il prete è difeso dall’avvocato Luigi Corvaglia, che intende dimostrare a processo, dinanzi al giudice monocratico Annalisa De Benedictis, l’assoluta estraneità ai fatti contestati del suo assistito.

Le frasi sgradite alle alunne

Il religioso che era stato vicepreside della scuola, secondo quanto emerso da indagini dei carabinieri e confermato (per lo più per via indiretta) dai testimoni, avrebbe rivolto alle ragazze del liceo frasi risultate loro sgradite. 
«Sei la luce dei miei occhi, sei la mia gioia, quando ti vedo nei corridoi mi aggiusti la giornata» avrebbe detto. Avrebbe anche abbracciato qualcuna delle studentesse, e in qualche caso avrebbe dato loro un bacio sulla guancia.

Ciò sarebbe accaduto dal 2015 al 2019. Comportamenti che secondo la difesa denotano probabilmente un carattere espansivo, ma non rivelano alcuna intenzione di infastidire le giovani. Un modo di fare, a parere dell’accusa e di chi ha svolto le indagini, che sarebbe andato oltre il limite. Pur senza trasformarsi mai in un abuso sessuale o in qualcosa di simile.


Il processo è iniziato ormai da tempo. Una sola è la parte civile costituita, al fianco dell’avvocato Dimitri Conte. Le altre ragazze, che naturalmente non frequentano più la scuola e hanno effettuato il loro percorso di vita, sono state citate in qualità di testimoni. 
Il sacerdote è anche accusato di aver costretto la madre di una alunna, a iscrivere la propria figlia in una particolare sezione dell’istituto, e di aver minacciato di esercitare pressioni sul consiglio di classe perché ne deliberasse la bocciatura. Portandola così a cambiare scuola. 
Ricostruzione questa contestata dal diretto interessato, per voce del suo avvocato. Della giovane in questione il prof, è stato sostenuto, si sarebbe interessato per via di un disturbo dell’apprendimento certificato, proprio per evitare che potesse perdere l’anno considerato il rendimento non soddisfacente e l’impossibilità di garantirle un ausilio nell’attività didattica. 

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