Salento, il pm Musarò agli studenti: «La società civile la vera forza delle mafie»

Il magistrato Giovanni Musarò e la viceprefetta Beatrice Mariano
Il magistrato Giovanni Musarò e la viceprefetta Beatrice Mariano
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Sabato 14 Maggio 2022, 20:28 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 19:23

Ha dialogato con gli studenti del Liceo Scientifico di Squinzano,  nel Nord Salento, il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Roma, Giovanni Musarò. Giovane e tenace magistrato di origine squinzanese, da sempre impegnato nella lotta contro la mafia. La manifestazione, promossa dalla Commissione straordinaria insediatasi nel Comune di Squinzano, in collaborazione con il Liceo Statale “Virgilio Redi” di Lecce, si è tenuta nel trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio: una occasione di dialogo e riflessione sui valori della democrazia, della libertà e del rispetto dei diritti. Sono intervenuti la prefetta Maria Rosa Trio, i vertici provinciali e locali delle forze di polizia, il presidente della Provincia Stefano Minerva e Cataldo Motta, procuratore di Lecce in pensione.

La mafia e i Casamonica

Nel suo intervento Musarò, ha sostenuto che il bilancio della lotta alle mafie è positivo. Cosa Nostra dei Corleonesi è stata sconfitta e anche nei confronti delle altre mafie sono stati raggiunti risultati importanti. Però la mafia esiste ancora ed esiste perché - ha ricorato questo magistrato che ha sostenuto l'accusa nel processo sull'omicidio di Stefano Cucchi -  a differenza del terrorismo, non è un corpo estraneo alla società ma ha rapporti con la società civile che è la vera forza delle mafie. Musarò ha poi spunti di riflessione tratti dalla sua esperienza di magistrato in prima linea nella lotta contro il clan dei Casamonica.

Falcone e Borsellino

Musarò ha esortato i giovani a vivere nella legalità, ad assumere comportamenti corretti, a studiare perché attraverso la cultura e la conoscenza si acquisisce la libertà, a chiedere “diritti e non favori”.

Per il magistrato salentino in servizio nella Dda di Roma, tutti dobbiamo prendere parte alla partita contro la mafia, ma dalla parte giusta, ricordando l’affermazione di Paolo Borsellino venti giorni prima di essere ucciso, dopo la strage di Capaci: «Il problema della mafia non è solo un problema di repressione, ma un problema culturale di cui devono prendere coscienza soprattutto i giovani». Inoltre l’educazione alla legalità è fondamentale nella scuola - ancora parole di Musarò - per contrastare episodi di prevaricazione e prepotenza fisica o verbale, che sfociano in atti di bullismo. Intenso il suo ricordo dei giudici Falcone e Borsellino e degli uomini e donne delle loro scorte; poi il Musarò ha dialogato con gli studenti. Infine ha ringraziato per la partecipazione . Cataldo Motta, che ha sempre ammirato quale simbolo di giustizia e legalità e che definisce il suo “mito”, sin da quando ha intrapreso l’attività di magistrato.

Spettacolo ispirato a Peppino Impastato

È seguito poi un emozionante momento teatrale a cura degli studenti, ispirato alla figura di Peppino Impastato, in ricordo delle vittime di mafia. A fine giornata, la visita alla mostra sulla legalità allestita con realizzazioni artistiche a tema eseguite dagli studenti.

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