L’emergenza non si arresta: in fiamme altri 3.000 ulivi. Da maggio più di 1.300 roghi

L’emergenza non si arresta: in fiamme altri 3.000 ulivi. Da maggio più di 1.300 roghi
di Erasmo MARINAZZO
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Mercoledì 9 Giugno 2021, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 19:55

L’emergenza è nei fatti. Nella sola giornata di lunedì sono andati in fumo altri 3.000 alberi di ulivo seccati dalla xylella. Gran parte bruciati nei dieci ettari di campagna fra Casarano e Maglie. Gli altri nel quadrilatero Campi Salentina-Squinzano-Trepuzzi-Surbo. Quasi 1.500 le chiamate giunte dagli inizi di maggio al comando provinciale dei vigili del fuoco. E gli interventi sono arrivati a circa 600: 1334 gli incendi registrati. Numeri che parlano da soli, che dicono di uno stato di emergenza imprevedibile se si tiene conto che la scorsa estate gli incendi degli ulivi avvenivano con cadenza di due-tre volte alla settimana mentre ora non passa notte senza che dalle altre province non arrivino squadre di vigili in supporto.

Pochi vigili: soccorsi da Brindisi

È successo lunedì mattina per l’uliveto andato in fiamme lungo la strada provinciale Casarano-Maglie, dove è intervenuta una squadra giunta da Brindisi. Era successo nella notte fra sabato e domenica nella campagne di Tenuta Monacelli, fra Surbo e Trepuzzi, con due squadre arrivate da Taranto e da Brindisi impegnate a contenere le fiamme che hanno distrutto 2.500 alberi di ulivo. Una nottata che ha visto, peraltro, bruciare complessivamente 4.000 alberi in tutto il Salento.
In tutto 179 le chiamate ricevute in questa zona dai primi giorni di maggio. Una delle zone più colpite. Le statistiche elaborate dal comando provinciale di Lecce dei vigili del fuoco indicano, inoltre, anche il circondario di Casarano da bollino rosso: 196 le chiamate. Come nessun altro territorio del Salento. Sono state 151 le chiamate dalla vicina Matino. Altro Comune a tre cifre è Lizzanello: 129.
Cifre che saranno al centro dell’incontro di dopodomani in prefettura per discutere della campagna di prevenzione degli incendi per l’estate 2021.

Parteciperanno anche rappresentanti della Regione e dei Comuni interessati più da vicino a questa recrudescenza dei roghi. Per capire se le responsabilità vadano imputate alla mancata rimozione delle sterpaglie dai terreni e dai bordi delle strade e perché i Comuni interessati non si siano attivati. Tuttavia se dovessero emergere responsabilità nell’azione volontaria di qualche piromane, l’argomento diventerà di competenza del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza.

I vigili del fuoco alla Regione: più mezzi

Intanto gli addetti ai lavori chiedono alla Regione lo stanziamento di fondi per assegnare loro nuovi mezzi: «Anche la Regione deve fare la sua parte fino in fondo», sostiene Alessandro De Giorgi, segretario territorio Uilpa vigili del fuoco. «Non può limitarsi a stipulare la convenzione Aib (rischio incendi boschivi), ma così come accade in altre realtà, può e dovrebbe intervenire contribuendo all’acquisto di mezzi da assegnare in comodato d’uso gratuito al corpo nazionale, anche mediante l’intercettazione di fondi Por. Forse siamo ancora in tempo, chi di competenza si muova.
Questa emergenza, tuttavia, sta mettendo in crisi anche il settore turismo. Tenuta Monacelli, ad esempio, accoglie ospiti in gran parte stranieri e dopo il disastro ecologico dell’altra notte, rischia di perdere il suo appeal. Il problema è stato sollevato nelle ultime ore dall’Unione per la difesa dei consumatori (Udicon): «Davanti a tutti noi e alle persone che arrivano nel Salento appare un paesaggio lunare e devastato, tra il disinteresse regionale», sostengono il commissario regionale Maurizio Rampino ed il presidente provinciale Biagio Malorgio. «L’unico antidoto capace di fermare questo degrado produttivo e ambientale è far ripartire la rigenerazione olivicola con i reimpianti di nuovi cultivar resistenti alla xylella (favolosa e leccino), con un’adeguata diversificazione colturale e la liberalizzazione dei reimpianti».

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