Ulivi, a fuoco altri 2.500 alberi: i vigili del fuoco chiedono aiuto alle province vicine. Coldiretti: «Attuare il piano previsto»

Ulivi, a fuoco altri 2.500 alberi: i vigili del fuoco chiedono aiuto alle province vicine. Coldiretti: «Attuare il piano previsto»
di Valeria BLANCO
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Domenica 6 Giugno 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 20:11

Il Salento brucia, si trasforma lentamente in un paesaggio lunare. Bruciano le sterpaglie ai bordi delle strade, le pinete, i canneti e la macchia mediterranea. E bruciano i campi di ulivi rinsecchiti dalla piaga della Xylella: non importa più a nessuno tenere puliti e curati quei campi diventati ormai improduttivi. Così, tra l’incuria di alcuni proprietari e l’avventatezza di chi, magari gettando un mozzicone dal finestrino, genera un focolaio, gli incendi che si verificano ogni giorno, da Santa Maria di Leuca a Squinzano, sono centinaia. Troppi anche perché i vigili del fuoco possano spegnerli tutti. La notte scorsa sono andati distrutti 2.500 alberi lungo la Lecce-Torre Chianca: il rogo ha distrutto tutto, anche per via della carenza di personale dei vigili del fuoco che hanno dovuto chiedere aiuto ai comandi delle vicine province di Brindisi e Taranto.

Mentre si attende che il 15 giugno parta la campagna Aib (antincendi boschivi) che permetterà anche alla Protezione Civile di scendere in campo, i vigili del fuoco sono già allo stremo delle forze.

La scorsa settimana, in un solo giorno sono state registrate 150 chiamate per altrettanti piccoli e medi focolai. E, sempre più spesso, a bruciare sono quelli che una volta erano magnifici uliveti. L’ultimo ieri sera a Torre Mozza. E ogni notte, sono ettari ed ettari di oliveto ad andare in fumo: gli incendi sporadici degli ultimi anni si ripetono, ormai, con cadenza quotidiana. 

Altri roghi sono stati segnalati, sempre la notte scorsa, a Ugento, nelle campagne attorno a Maglie e Tricase, a Torre lapillo, a Copertino, a San Pietro in lama.

L'Sos di Coldiretti


Così, è Coldiretti a lanciare l’allarme e a chiedere al Sottosegretario di Stato alle Politiche Agricole Francesco Battistoni un’accelerata sul Piano di rigenerazione olivicola, non ancora attuato, che prevede interventi finanziati per la rimozione degli ulivi secchi e la diversificazione produttiva. «Sono state 400 le richieste di intervento per gli incendi divampati in provincia di Lecce nel solo mese di maggio - dice il presidente regionale, Savino Muraglia - con gli ulivi secchi perché malati di Xylella in fiamme nelle campagne ormai in abbandono e piene di sterpaglie. Quanto sta accadendo in provincia di Lecce è un segnale grave perché oltre al patrimonio olivicolo drammaticamente compromesso, è incalcolabile il danno d’immagine». 
Ulivi come torce, che bruciano a lungo, anche per giorni, fino a consumarsi del tutto. Restano solo carboni e cenere, scheletri e desertificazione. «Per intervenire su un singolo albero andato a fuoco - spiega Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce - servono circa 300 litri d’acqua e la vastità e numerosità degli incendi non è gestibile con gli scarsi mezzi ordinari che vigili del fuoco e protezione civile hanno a disposizione. È una situazione fuori controllo». In questo contesto, i reimpianti ancora non decollano. «Gli agricoltori - prosegue Cantele - chiedono da anni interventi decisi per espiantare, reimpiantare e far rinascere le aree colpite per la ricostituzione del patrimonio olivicolo e paesaggistico gravemente compromesso, anche attraverso una opportuna e tuttora bloccata diversificazione, perché il Salento non può essere condannato ad una monocultivar, quando sono passati già 8 anni dal primo ulivo infetto su cui è stata conclamata la presenza della malattia».
Il bilancio di Coldiretti è drammatico: la Xyella ha già contagiato 21 milioni di piante, lasciando un panorama spettrale e un danno stimato per difetto in 1,6 miliardi di euro, con oltre 8mila chilometri quadrati di territorio colpito dalla fitopatologia, pari al 40% del territorio regionale.

Gli altri incendi


Ma quelli degli uliveti non sono, purtroppo, gli unici incendi che in queste settimane stanno devastando il territorio. Venerdì scorso i vigili del fuoco hanno impiegato ore per contenere e infine domare un grande incendio che ha lambito i lidi della zona, causando il fuggi fuggi dalle spiagge, ed ha interessato la macchia mediterranea e la pineta di San Basilio, a San Foca. Per la prima volta quest’anno, quando l’estate non è ancora ufficialmente partita, è stato necessario anche richiedere il supporto di un canadair arrivato da Lamezia Terme per avere ragione del fuoco.

La polemica su Arif

Sulla questione si registra l’intervento polemico di Serena Paoletti, coordinatrice cittadina del Movimento Regione Salento di Otranto, che lamenta il mancato intervento di Arif. «Sembra che Arif e il suo nucleo antincendio boschivo non siano ancora pronti. È inaccettabile. Sono intervenuti i vigili del fuoco ed i carabinieri forestali, poi un canadair. Di Arif nemmeno l’ombra, eppure pesa sulle tasche dei contribuenti per 35 milioni l’anno. Chiediamo che Arif si mobiliti al più presto per la salvaguardia del tesoro forestale di tutte le località pugliesi, è sconcertante che ci siano questi ritardi». A stretto giro arriva la replica del direttore generale Arif, Francesco Ferraro, che spiega come la campagna Antincendi partirà in tutta la Regione il 15 giugno. «Noi siamo pronti a intervenire - spiega - nel momento in cui ci sono le disposizioni che ce lo consentono. La Campagna Aib parte il 15 giugno, mentre ora siamo impegnati in altre attività preliminari e preventive, come la realizzazione di fasce tagliafuoco e di bordure lungo le aree pinetate. Abbiamo già preso parte a incontri e riunioni, facciamo parte di un sistema regionale e insieme con la Protezione Civile partiremo nella lotta contro gli incendi dal 15 giugno. Facciamo parte di un sistema a cui offriamo più di 600 uomini su tutto il territorio regionale e i nostri mezzi. Rispetto l’opinione della coordinatrice del Mrs, e saremmo pronti a organizzarci anche per intervenire a dicembre, se ci fossero disposizioni a chiedere questo».

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