Sigilli al ripetitore nel Parco d'Otranto. Carabinieri forestali in azione: «Vincoli violati»

Sigilli al ripetitore nel Parco d'Otranto. Carabinieri forestali in azione: «Vincoli violati»
di Erasmo MARINAZZO
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Mercoledì 10 Febbraio 2021, 08:34

Sequestrato il ripetitore telefonico innalzato a Porto Badisco nel Parco Regionale Costa d'Otranto, Santa Maria di Leuca Bosco di Tricase, su una piattaforma di metallo e di cemento. I Forestali dei carabinieri della stazione di Maglie hanno messo i sigilli in esecuzione al decreto di sequestro probatorio del pubblico ministero della Procura di Lecce, Paola Guglielmi, nell'inchiesta che sta verificando se è vero che questa stazione radio sia stata posizionata commettendo almeno tre violazioni: deturpamento di bellezze naturali, abusi edilizi e ed occupazione abusiva dello spazio demaniale.


Ne rispondo al momento quattro indagati: Emilio Tenaglia, 53 anni, di Francavilla al Mare, nelle vesti di legale rappresentante della compagnia telefonica Wind; Pasquale Bove, 52 anni, di Napoli, rappresentante della Iliad; Angela Martinucci, 48 anni, di Bari, come i primi due, proprietaria ed utilizzatrice della struttura; e Gianluca Perrone, 47 anni, di Matera, nelle vesti di progettista e direttore dei lavori. L'inchiesta inoltre vuole chiarire se ci siano responsabilità in capo a chi ha rilasciato le autorizzazioni o a chi avrebbe dovuto verificare la conformità dell'opera.


Intanto sarà una consulenza affidata all'architetto Loredana Magurano a chiarire se il ripetitore telefonico potesse essere installato in un'area privata ricadente sul territorio di Santa Cesarea Terme. Un'area - questa l'ipotesi accusatoria soggetta a vincolo paesaggistico poiché tutelata dal piano paesaggistico territoriale regionale approvato nel 2015.


Dai sopralluoghi effettuati dai Forestali della stazione di Maglie e la documentazione acquisita, è emerso che l'installazione dell'antenna fosse stata autorizzata con un permesso di costruire rilasciato nel 2011 dall'architetto Francesca Pisanò del Comune di Santa Cesarea.

Per un progetto radicalmente diverso, tuttavia: un carrello mobile con una palina non più alta di dieci metri.


Per questo nel decreto di sequestro si parla di totale difformità dell'attuale ripetitore rispetto a quel permesso di costruire. E non solo: secondo la ricostruzione degli inquirenti mancano anche i nulla osta sui vincoli paesaggistici e demaniali. Il parco Costa d'Otranto aveva dato parere contrario alla luce della difformità dell'opera rispetto al permesso di costruire di dieci anni fa: l'attuale opera consiste in un basamento di cemento e ferro e di un palo poligonale alto 24 metri, con sei antenne ed altrettante parabole e 16 Rru (Remote Radio Units) per Wind Tre e per Iliad.


Sono stati i residenti, le associazioni ambientaliste e gli stessi rappresentanti del Parco regionale a chiedere l'interessamento dell'autorità giudiziaria alla luce di un'opera sembrata incompatibile con la vocazione naturalistica ed ambientale della zona dove l'antenna è stata installata. Ricade, infatti, su uno dei tratti della costa salentina dove la vegetazione non è stata soverchiata da case, ville, alberghi, ristoranti e stabilimenti balneari. Viene ricercata per la bellezza dei luoghi, la conformazione della costa, il mare cristallino, per questo ricade nel parco. Ora l'inchiesta dovrà stabilire la compatibilità di una maxi antenna che promette un netto miglioramento della copertura telefonica mobile.

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