Gli archeologi della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e paesaggio di Lecce con l'ausilio dei nucleo sommozzatori dei Carabinieri di Pescara, al lavoro nelle acque nell'area marina protetta di Porto Cesareo per mettere in sicurezza il relitto risalente con ogni probabilità ad epoca medievale, rinvenuto nel 2015.
Si tratta di un'imbarcazione quasi interamente in legno, lunga oltre 18 metri e larga 4,5, che da una prima valutazione all'epoca fatta da Cristiano Alfonso (archeologo subacqueo di UniSalento), risalirebbe ad un periodo compreso tra il XII e il XIII secolo. A segnalare la preziosa scoperta fu il pescatore professionista Pasquale De Braco, all'epoca dei fatti consigliere dell'Amp. Secondo gli addetti ai lavori, l'imbarcazione data la vicinanza al villaggio di pescatori d'età medievale di Porto Cesareo, sarebbe stata utile e fondamentale a chiarire significativi aspetti del paesaggio costiero in epoca medievale e contribuire alla ricostruzione storica del luogo.
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A chiarire la portata e l'importanza dell'intervento di salvaguardia e tutela del bene archeologico di questi giorni è stata proprio la soprintendente Maria Piccarreta: «Stiamo concludendo un serio e importante intervento di messa in sicurezza di un relitto scoperto cinque anni fa, che rischia di perdere ancora frammenti utili a seguito di mareggiate e condizioni meteo avverse. Si tratta di interventi tecnici mirati che riguardano il posizionamento di sacchi di sabbia utili per salvaguardarlo. Oltre ai sommozzatori dei carabinieri, con cui abbiamo una convenzione per la tutela, se ne stanno occupando i nostri archeologi Angelo Raguso e Serena Strafella, da tempo impegnati in operazioni di tutela e salvaguardia di reperti archeologici rinvenuti lungo il litorale costiero di Porto Cesareo, supportati da archeologi professionisti esterni, Gianpaolo Colucci e Angelo Cossa, e dall'Amp».
A fornire dettagli tecnici sull'azione in corso di svolgimento è proprio Serena Strafella: «Dopo che nel 2015, in seguito a rinvenimento, come Soprintendenza avevamo verificato e quindi segnalato la presenza di un relitto, probabilmente di epoca medievale, avevamo programmato una serie di interventi di monitoraggio e messa in sicurezza del relitto che oggi finalmente andiamo a compiere.
Le operazioni svolte e da svolgere dai subacquei dei Carabinieri di Pescara e dal personale di Amp sono diverse e vanno dalla posa del tessuto non tessuto al posizionamento di sacchi di juta pieni sabbia messi a protezione, ad altre attività di campionamento dei reperti utili alle indagini diagnostiche. «Il relitto non è ancora stato oggetto di scavi e per ora dobbiamo coprirlo per evitare che le mareggiate lo distruggano - conclude la Strafella-. Dopo le attività di messa in sicurezza cercheremo di prelevare resti e frammenti vari per eseguire la datazione al radiocarbonio».